14.ᴍᴀᴘᴘᴀʀᴇ ʟᴇ ᴍᴀᴘᴘᴇ

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Siamo al capitolo 14, ma in qualche modo non siamo ancora arrivati a un terzo di quello che devo scrivere. Immagino che ci saranno un bel po' di capitoli una volta che questa storia sarà completata.

Ero felice di poter lavorare negli Orti, non avevo parlato molto con i ragazzi dopo la giornata di prova, però mi sembravano amichevoli e non avevano mai partecipato -per quanto ne sapessi- ai commenti che mi seguivano spesso per la Radura -siano essi positivi o negativi.

Volevo essere trattata come un qualsiasi altro raduraio. Naturalmente sapevo benissimo che doveva esserci un motivo per cui ero lì, però mi ritrovavo a credere, o almeno a voler credere, che semplicemente avessero finito i ragazzi da mandare su, anche se questa opzione era forse la meno probabile.

Minho aveva deciso di non sprecare il pomeriggio che aveva a disposizione e al momento si stava allenando in un angolo all'ombra della Radura, verso cui ora mi stavo dirigendo dato che Alby aveva gentilmente chiesto a Chuck di "portare il suo caspio di culo al lavoro."

Il ragazzino mi aveva inviato uno sguardo triste prima di andarsene, camminando nella direzione opposta rispetto a quella dove se ne stava andando Alby -anche se potrebbe essere solo una coincidenza.

Con la coda dell'occhio vidi una figura familiare passare a una ventina di metri alla mia destra, in direzione del Macello. Anche se i miei occhi faticarono a mettere a fuoco il volto del ragazzo in questione, riuscii subito a identificare quella chioma rossastra.

"Ehi Elion!" esclamai, cercando di richiamare la sua attenzione.

Iniziai a camminare verso di lui. Dovetti ripetere il suo nome qualche volta perché mi sentisse e sollevasse lo sguardo. Inizialmente pareva confuso, ma poi mi individuó.

"Ehi." ripetei una volta che lo raggiunsi.

Era leggermente sudato e la sua mano fasciata era appoggiata sulla porta del Macello. "Oh...ciao Lia."

"Come va il taglio? Puoi già tornare al lavoro?" gli chiesi.

Era la prima volta che provavo a mettere dei punti a qualcuno e volevo essere sicura che non si fossero riaperti o infettati.

"Uhm, meglio, non mi fa più male. Clint mi ha detto che non potrò tornare del tutto al lavoro per un paio di settimane, ma mi stavo annoiando quindi..." cercò di spiegare prima che lo interrompessi.

"Io stavo andando a guardare Minho allenarsi, vuoi venire a farmi compagnia?" chiesi, facendogli alzare un sopracciglio.

Realizzai solo allora come potesse suonare la mia frase. "No!" esclami velocemente agitando le mani. "Voglio dire, mi annoio, io non, uh-"

Per fortuna, decise di non aggiungersi al mio imbarazzo -che si stava già espandendo verso le mie guance, tingendole appena di rosso- e annuí.

"Ho capito, ho capito." disse. Poi aggiunse velocemente, e con l'ombra di un sorrisetto, "Tranquilla, non dirò a Newt che vuoi andare a sbavare dietro a Minho."

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Faceva terribilmente caldo quel pomeriggio. Avevo arrotolato le maniche della maglietta che mi aveva dato Newt, cercando di creare una specie di canottiera, ma non aveva aiutato molto. 

Io ed Elion ci eravamo seduti a discutere a pochi metri di distanza da Minho, che ogni tanto aggiungeva qualcosa alla conversazione o faceva qualche battuta.

Un paio di ragazzi abbastanza alti uscirono correndo dalla porta più vicina a noi -due Velocisti.

Non fui la sola ad accorgermi del loro arrivo, anche Minho e Elion avevano alzato lo sguardo e quest'ultimo chiese all'Intendente "Non dovresti raggiungerli nella Stanza delle Mappe?"

"La Stanza delle Mappe è dove tengono le mappe, giusto?" chiesi stupidamente ricordandomi quanto mi aveva detto Newt durante il tour della Radura.

Era un piccolo edificio di legno cui era proibito l'accesso a chi non fosse un Velocista, Alby o Newt. Ogni sera, una volta tornati dal labirinto, i Velocisti vi si ritiravano per appuntare ciò che avevano scoperto -forse per cercare di ricostruire una mappa intera del labirinto.

"Sí, Fagio, è dove mappiamo le mappe." rispose Minho, non interrompendo i suoi esercizi di stretching. "Ma dobbiamo aspettare che torni anche Hank, doveva coprire anche la mia sezione oggi."

"Sezione?" mi ritrovai a chiedere confusa.

"Il labirinto è diviso in otto sezioni. Di solito io corro nella settima, Hank nell'ottava, quindi oggi gli ho affidato anche la mia." spiegò il ragazzo asiatico, che, al contrario di Alby, sembrava più disposto a rispondere alle mie domande.

"Quindi ripercorrete ogni giorno la stessa strada? E non avete trovato nulla?"

Pensavo che stessero ancora esplorando il labirinto.

"Non è così facile Fagio. Con le mura che cambiano ogni notte-"

Lo interruppi. "Come?"

"Newt non te l'aveva detto?"

Scossi la testa.

"Be', ora lo sai." aggiunse Minho non molto toccato dalla cosa, lasciandomi a chiedermi come fosse possibile che quelle possenti mura potessero cambiare.

Poi Minho notò qualcosa con la coda dell'occhio. Mormorò un veloce "Eccolo." e se ne andò, lasciando indietro me ed Elion.

Entrambi seguimmo il suo sguardo e vidimo un ragazzo dai capelli castani entrare nella Radura.

Il Velocista, sudato, tirò fuori una borraccia dal suo zaino e ne trangugiò parte del contenuto, prima di riversare l'acqua che rimaneva sul suo volto e i suoi capelli lisci.

L'avevo visto un paio di volte a cena, ma non ci avevo mai fatto veramente caso.

Doveva essere-

"Hank." disse Elion, indicando il ragazzo.

Come previsto, Minho ed Hank si indirizzarono verso la Stanza delle Mappe.

Era il momento di mappare le mappe.

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora