21. ʟᴀ ᴍᴜᴛᴀᴢɪᴏɴᴇ

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Buone feste a tutti! Vi prego di rispettare le norme di sicurezza, per quanto difficile possa essere, durante i vostri festeggiamenti.

"Non capisco come sia possibile, pensavo che i Dolenti non entrassero mai nella Radura."

Osservai le mie mani tremanti. Il livido che avevano lasciato le dita di Elion era ancora visibile, di un colore ormai giallastro.

Le urla del ragazzo non mi stavano aiutando a calmarmi. Newt mi aveva impedito di entrare nella stanza, non so se fosse perché ero la "Fagio" o perché ero suo amica, o forse entrambe le cose, ma non riuscivo a sopportarlo.

"Non lo fanno. Quella testa di caspio deve essere entrato nel labirinto."

Tirai su col naso. "Perché mai sarebbe dovuto entrare in quel posto?"

Newt scosse la testa, poi dopo un minuto aprí la bocca. "Glielo chiederemo quando si sveglierà, va bene?"

Lo ignorai. "Almeno posso vederlo?"

"Non lo vuoi vedere in quelle condizioni, fidati-" poi vide lo sguardo nei miei occhi. "Ascolta, Fagio, se te lo lasciassi vedere avresti incubi per il resto della tua vita-"

Inarcai un sopracciglio.

"Eh va bene, vado a sentire Alby." si arrese il ragazzo, alzandosi e dirigendosi, zoppicando, su per le scale, per poi scomparire dietro la pesante porta di legno.

Non appena quella porta si chiuse si aprì quella di ingresso del Casolare e Gally corse dentro la stanza. Si fermò non appena mi vide, esitando un momento.

"Tu cosa ci fai qui?" gli chiesi, un po' scocciata, una conversazione tra noi due non finiva mai nel migliore dei modi.

"La vera domanda è cosa ci fai tu qui." sbottó il ragazzo, per poi continuare dopo una breve pausa. "Potrò avere dei problemi con te, ma questi ragazzi sono la mia famiglia, sono i miei fratelli."

Le sue parole mi presero alla sprovvista, non riuscivo a immaginarmi un Gally a cui importava qualcosa di un'altra persona.

"Elion è mio amico." dissi semplicemente. "Io non so esattamente cosa sta passando, ma voglio aiutarlo, se possibile, e comunque non riuscirei ad ascoltare le sue urla e fare finta di nulla."

Come se il ragazzo mi avesse letto nel pensiero, si sentì un grido più lacerante degli altri.

Gally prese un respiro profondo e fece un passo in avanti. "Non puoi aiutarlo, non puoi fare nulla."

"Ma Clint e Jeff-"

"Nulla." Ripeté lui. "Puoi solo sperare che una volta sveglio sarà ancora il tuo amico, e lascia che te lo dica, Fagio, la Mutazione ti rincaspia completamente il cervello."

Ridacchió. "Spera per te e per Newt che non si ricordi di te."

Feci una smorfia. Cosa caspio vuole dire? Anche Gally è stato punto?

"Io non so di cosa tu stia parlando, non mi rico-"

"Non ti ricordi nulla, lo so, ma non significa che tu sia innocente."

Pronunciate quelle parole se ne andò, sparendo dietro la stessa porta che mi aveva portato via Newt.

Non sapevo cosa pensare. Ero preoccupata per Elion, confusa da quello che era successo con Newt e ora ero preoccupata e confusa per quello che mi aveva detto Gally.

Non capivo cosa volesse insinuare- e cosa c'entrava Newt?

La porta si aprì di nuovo.

Questa volta ne uscì Alby, subito seguito da Newt, che di nascosto mi fece un pollice in su, cercando di allentare la tensione percepibile nell'aria.

Mi sforzai di fare un piccolo sorriso, ma ottenni solo la pallida imitazione di qualcosa degno di essere chiamato un sorriso.

Alby mi passò di fianco, il passo serrato, quasi da militare, non mi degnó nemmeno di uno sguardo.
Newt mi tese la mano e mi aiutò ad alzarmi.

"Ti ha concesso un'ora al giorno, sempre sorvegliati da qualcun altro- di quello mi posso occupare io."

"Come hai fatto a convincerlo?"

"Oh, non è stato molto difficile, gli ho detto che se non ti avesse lasciato vedere Elion ti saresti messa a urlare a squarciagola senza sosta, giorno e notte."

Alzai un sopracciglio, ma decisi di non commentare la sua scelta di parole.

Newt si avviò nuovamente su per le scale, dopo qualche secondo decisi di iniziare a salirle pure io.

Quando arrivammo all'ultimo gradino, il ragazzo si fermò un attimo e mi guardò per conferma.

Annuii e finalmente entrammo nella stanza.

Elion era steso sul letto, i polsi e le caviglie legati con delle strette corde agli assi ai suoi lati. Non vedevo alcune nuove ferite se non quella coperta da della garza sul suo stomaco, dove immaginavo fosse stato punto. Stava stringendo i denti per provare a non urlare, le sue mani erano serrate e se da un lato le fasce impedivano alle sue unghie di inficcarsi nella sua carne, dall'altra uscivano rivoli di sangue rosso.

In un angolo della stanza, i Medicali stavano parlando con Gally, mandando ogni tanto un'occhiata verso il ragazzo, la cui pelle era di un colore disumano.

Cercando di non fare rumore, e di ignorare le urla, mi avvicinai a Elion, afferrandogli la mano e cercando di aprirgliela.

Riuscii ad allontanare le dita dal suo palmo abbastanza da potere infilare la mia mano in mezzo, cercando di ignorare la sensazione del suo sangue caldo sulla mia pelle.

Sarà una settimana lunga.

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora