13. ᴀɴᴅɪᴀᴍ, ᴀɴᴅɪᴀᴍ, ᴀɴᴅɪᴀᴍᴏ ᴀ ʟᴀᴠᴏʀᴀʀ

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Chuck mi aveva raggiunta per tenermi compagnia. Eravamo seduti a gambe incrociate per terra, appena di fianco alla porta, la schiena contro la parete di legno. Eravamo nel bel
mezzo di un gioco di cui nessuno dei due si ricordava il nome, ma cui entrambi sapevano giocare.

Avevamo tracciato una griglia con nove posti tra la polvere del suolo e stavamo facendo a turno a scegliere un riquadro. Stavo giusto segnando la mia terza croce in linea quando la porta della sala si aprì facendo sussultare sia me, che il ricciolino al mio fianco.

Minho era sulla soglia della porta, il solito sorrisetto sfacciato sulle sue labbra. Dov'è Newt?

Quando vide che non mi stavo alzando -stavo ancora cercando di calmarmi dopo il mezzo infarto che mi aveva causato, tese una mano nella mia direzione e mi aiutò a mettermi in piedi.

"Non riesci proprio ad alzarti da sola, eh, Fagio?" scherzó l'asiatico -non che avesse torto.

Inoltre, in quel momento la maggior male dei muscoli del corpo erano indolenziti, proprio per colpa sua e del suo allenamento "per principianti".

Mi girai verso Chuck, che si stava mettendo in piedi a sua volta. "Aspettami qui, va bene?" gli chiesi.

Non aspettai che rispondesse prima di scrollare la polvere dai miei vestiti e seguire Minho nella stanza.

Tutti si girarono immediatamente verso la porta, mi sentivo in soggezione sotto tutto quegli sguardi, ma non dissi nulla e andai a sedermi nella sedia che mi indicò il Velocista.

Dall'altra parte della sala, dritto davanti a me, trovai Newt. Il suo viso era leggermente arrossato e la sua fronte corrugata. Feci una smorfia, il ragazzo sembrava sempre così calmo eppure ora era impossibile ignorare il fatto che ci fosse qualcosa che lo disturbava.

Il primo pensiero che mi passò per la mente fu che ero stata scelta dai Costruttori, ma scartai presto quell'idea. Il mio odio -forse è meglio chiamarla irritazione, non odio- per Gally era chiaramente reciproco. Perché Capitan Sopracciglia mi avrebbe dovuta scegliere?

Nonostante tutto, quel soprannome mi fece ridere sotto i baffi. Poi riportai la mia attenzione al ragazzo che lo aveva inventato.

Incrociammo momentaneamente i nostri sguardi, i suoi occhi sembrarono rilassarsi leggermente e mi mandò un sorrisetto rassicurante. Mi sistemai più comodamente nella mia sedia traballante.

Alby si schiarì la gola, richiamando l'attenzione di tutti su di lui. Sembrava scocciato, ma, per essere sinceri, nei sei giorni che avevo passato ormai nella Radura, sembrava esserlo spesso, per un motivo o per l'altro, quindi non me ne preoccupai molto, e così fecero anche gli altri ragazzi.

"Muoviamoci che non voglio perdere altro tempo." disse bruscamente.

"Bevete ogni volta che lo ripete..." scherzò Minho ricevendo un'occhiataccia fulminante dal capo della Radura.

Minho alzò le mani in segno di scusa, però non sembrava per niente dispiaciuto.

"Come stavo dicendo, muoviamoci." ripeté allora Alby. "Che si alzi il suo Intendente."

Trattenni il fiato per qualche secondo alle sue parole, passando il mio sguardo su ognuna delle sedie occupate prima di trovare, finalmente, quella libera.

Mi portai una mano al cuore, sollevata alla vista di Zart che mi salutò velocemente con un cenno del capo.

Non fraintendetemi, mi sarebbe piaciuto anche lavorare con Frypan, o con i Medicali, ma in quel momento mi bastava solo non essere finita a fare certi lavori.

Non l'avrei mai ammesso a Chuck, che sembrava già abbastanza giù di morale per via del suo lavoro, ma forse lavorare con quell'idiota di Gally  o con gli Squartatori era molto meglio che fare lo Spalatore. 

Avevo visto diverse volte il mio amico ricciolo trascinare sacchi da cui fuoriusciva sangue via dal Macello o stringere in mano stracci il cui malo odore di sentiva anche da metri di distanza e forse era ancora peggio del puzzo che emanavano i bagni.

"Inizierai a lavorare domani." la voce di Alby interruppe i miei pensieri. "Ora sei libera di fare qualsiasi cosa facciano le ragazze quando...insomma sei libera di andartene." continuò grattandosi dietro l'orecchio.

Pensavo che non ci fosse spazio nella Radura per dei fannulloni, pensai ironicamente nella mia mente prima di decidere di approfittare e basta della cosa.

Mi alzai sorridendo dalla sedia e andai verso Newt.

"Grazie." sussurrai una volta che ero così vicina da farmi sentire solo da lui. 

Inarcò un sopracciglio. "Di cosa?" chiede, leggermente confuso.

"Di non avermi fatta finire a lavorare con lui." dissi indicando dietro le mie spalle nella direzione, approssimativa, in cui si trovava Gally.

Scosse la testa. "Non ho dovuto dire niente, lui ti odia."

Nonostante Newt l'avesse detto con un tono abbastanza serio, non riuscii a non ridere. Poco dopo ridacchiò anche lui.

Un breve silenzio. "Sai," disse dopo qualche secondo "Minho ha proposto di farti Velocista."

Per un momento pensai che stesse scherzando. "Ma mi ha vista correre o no?"

"Inoltre," aggiunsi quando capii che non stava mentendo "ti ho promesso di non entrare mai nel labirinto, e io di solito mantengo le mie promesse -almeno credo, in realtà non mi ricordo, però sembrava la cosa giusta da dire e-"

"Lia..."

Arrossii lievemente. "Sto parlando troppo? Scusami."

"Tranquilla, se riesco a sopportare Minho, posso sopportare tutto."

"Hey!" esclamò Minho indignato da qualche metro di distanza, facendoci scoppiare a ridere di nuovo.

"Mi sa che mi ha sentito."

Questo è il titolo migliore a cui sia riuscita a pensare, quindi accettatelo haha. Sto ancora scrivendo dal telefono quindi è possibile che ci siano errori di battitura.

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora