7. ᴄᴀᴘɪᴛᴀɴ ɢᴀʟʟʏ, ᴘᴀʀᴛᴇ ᴅᴜᴇ

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"Ecco che finalmente arrivano i piccioncini." commentó il Costruttore quando arrivammo, prima di girarsi verso un altro ragazzo che stava alzando un asse di legno contro la parete del Casolare.

"Avevi ragione, Newt è stato davvero il primo a farsela." disse acidamente.

Ma che diamine vuole questo da me?

Non mi aveva mai dato una possibilità. Già il primo giorno durante l'Adunanza, quando non aveva avuto ancora alcun contatto con me, aveva deciso di volersi sbarazzare di me. Mi aveva subito vista come un peso, come un problema.

Perché mi odia così tanto? Sostiene che il mio arrivo sia un problema quando non so nemmeno io perché sono qui o quando persino lui non sa perché si trovi qui.

Prima che potessi rispondere, aprí bocca il biondo al mio fianco. "Taci testa puzzona, te l'abbiamo già detto, devi portarle rispetto."

Newt era sempre molto calmo quando parlava, eppure questa volta riuscii a cogliere una nuova emozione attorcigliata intorno alla sua voce, rabbia, forse. Aveva provato a liberarsene, ma invano, non lasciava la presa.

L'altro ragazzo arricció il suo naso, facendolo sembrare ancora di più una patata, e parló nuovamente, la sua voce più acida di prima. "E io vi ho già detto che la Fagio non mi piace, non mi fido di lei, perché-"

"La cosa è reciproca." lo interruppi. Pensavo di averlo detto a bassa voce, ma capii di non averlo fatto quando mi mandò un'occhiata fulminante. Anche Newt mi stava guardando, ma il suo era uno sguardo rassicurante, quello del Costruttore mi irritava e basta. 

Sapevo che era meglio non mettermi a litigare con lui, ma ne sentivo comunque la necessità. Era come quando hai la varicella e ti prude ogni punto del tuo corpo ma sai che non puoi grattarti senza avere ripercussioni. Solo che per quanto riguarda la varicella si parla di piccole cicatrici, con lui si parlava di essere buttata nel labirinto appena prima della chiusura delle porte.

Per fortuna Gally decise di non insistere. "Prendi un martello e mettiti al lavoro principessa."

Alzai gli occhi al cielo, girandomi verso Newt, che nel frattempo era riuscito a ricomporsi.

"Mi dispiace lasciarti nella tana del Capitan Sopracciglia." mi sussurrò mettendomi una mano sulla spalla, prima di salutarmi.

Presi un sospiro profondo quando lo vidi allontanarsi. Notai che zoppicava leggermente quando camminava, se gli faceva male una caviglia, non aveva mai detto nulla. Per qualche motivo, sotto sotto, c'era qualcosa che mi impediva di chiederglielo. Forse l'avrei chiesto a qualcun altro. Inizialmente pensai a Chuck, ma poi dubitai che ne sapesse qualcosa. Pensai a Minho, d'altronde era un amico di Newt, ma proprio per questo motivo decisi di non farlo. Temevo che gliel'avrebbe detto.

Scuotendo la testa, afferrai un martello e mi misi al lavoro.

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Dopo cena cercai un posto silenzioso, lontano dagli altri radurai che stavano ancora allegramente discutendo tra di loro. Decisi di andare dove ero stata diverse volte con Newt e Chuck, dove avevo passato le mie prime ore nella Radura. 

Non molto dopo notai che ero stata seguita. 

Sorrisi quando notai chi era.

Agitò una bottiglia contenente uno strano liquido giallognolo, ricambiando il sorriso. Si passò una mano tra i capelli biondi e si sedette di fianco a me, la sua spalla premuta contro la mia.

"Rallegrati Fagio, ho portato il vero divertimento." scherzò.

Osservai la bottiglia che mi stava mostrando. "Che cos'è?"

"Non saprei. È la ricetta segreta di Gally-" La smorfia che si formò sul mio volto fece solo allargare il suo sorriso. "Non voglio mentirti,  fa abbastanza schifo, ma è la cosa più vicina al alcol che ci sia in questo dannato posto."

Alzai un sopracciglio. "Stai cercando di farmi ubriacare, Newt?"

"Forse." scherzò, togliendo il tappo alla bottiglia di vetro e passandomela. "Prima le donne."

Presi la bottiglia dalle sue mani calde e me la portai alle labbra, incerta. Presi un sospiro e la inclinai lasciando che il liquido mi toccasse la lingua. Diciamo solo che dire che faceva 'abbastanza schifo' era dire poco -ma non mi aspettavo molto da Gally.

Ripassai la bottiglia a Newt che non esitò a berne un sorso. La sbobba di Gally fece avanti e indietro diverse volte fino a quando non fu dimezzata. Dal mio petto partiva calore che raggiungeva il mio volto e rimaneva lì, tingendo la mia pelle di rosso. Newt l'aveva paragonato all'alcol, ma io non riuscivo a ricordarmi se avesse questo stesso effetto -in realtà non ero nemmeno sicura di aver mai bevuto in vita mia.

Mi passai una mano tra i capelli, cercando di legarmeli dietro il volto per avere un po' di sollievo dal calore.

"Aspetta, lascia che faccia io." disse il biondo improvvisamente, indicando il mio capo.

Gli passai il mio elastico fatto in casa e mi girai in modo da dargli completamente le spalle. Brividi risalirono la mia schiena quando la sfiorò per raccogliere i miei capelli. Non capivo bene cosa stesse facendo, presi un altro sorso del liquido e aspettai.

Dopo qualche minuto, non sentii più il suo tocco e mi girai a guardarlo. "Considerando che non mi ricordo di aver mai fatto una treccia direi di avere fatto un buon lavoro."

Alzai una mano e la passai sui capelli; non potevo vedere la treccia, ma la riuscivo a sentire. Forse era un po' storta e qualche ciocca non era ben messa, ma non mi importava. 

Non so se fosse per via della quantità di 'alcol' che avevo assunto- e che avrei continuato ad assumere- ma mi allungai verso Newt e lo abbracciai. Affondai il volto nel suo collo e sussurrai "Grazie."

Non rispose subito e inizialmente non ricambiò nemmeno l'abbraccio. Mi stavo allontanando maledicendomi per essermi appena messa in imbarazzo, quando allacciò le sue braccia intorno alla mia vita, stringendomi a lui. Mi diede un bacio sulla cima della testa.

"Figurati, Fagio."

Scusate per l'attesa, è stata una settimana un po' impegnata. Spero che il capitolo vi sia piaciuto :)

Nevermore -NewtDove le storie prendono vita. Scoprilo ora