Giuseppe
Arrivato a casa, dopo un’attesa interminabile sotto casa di Margherita, decido di prendere la decisione che avrei dovuto prendere mesi fa.
“Pronto amore mio.” Dice Giulia al telefono.
“Giulia dobbiamo parlare.” Le dico freddo. Lei tutta contenta risponde.
“Certo amore. Sono da te tra dieci minuti.” Ascolto le sue parole, mentre mi sento male. Si, dopo tre anni credo sia giusto riprovarci ma non ce la faccio.
Guardando fuori dalla finestra, la frenesia di questa città a volte mi spaventa. Io amo il silenzio, ha il suo valore. Il silenzio e la calma mi permettono di pensare e ragionare. Non sono un tipo da festini a musica alta.
Cosa dirò a Giulia? Semplicemente che non va più bene e basta. Non mi piacciono i giri di parole. Lei mi fa ancora un certo effetto, è bella. È una bella donna e spesso anche se è finito l’amore, sono rimasto con lei per il suo corpo forse. Non lo so nemmeno io.
Suona il citofono, è lei.
Sale al mio piano e me la ritrovo davanti. È bella Giulia. Fasciata con un tubino nero al ginocchio e delle scarpe dello stesso colore. La osservo nei suoi movimenti sinuosi. La conosco, mi sta provocando, cerca un ultimo collante della nostra relazione andata a male.
E adesso siediti su quella seggiola
Stavolta ascoltami senza interrompere
È tanto tempo che volevo dirtelo.“Quindi? Di cosa volevi parlare?” dice sedendosi sulla poltrona, accavallando le gambe. Le osservo senza fiatare.
Incapace di parlare, prende l’iniziativa di venire verso di me, sculettando più del dovuto.
Da sotto i pantaloni risponde la mia voglia, ma la voglia non è di lei, come fidanzata. La mia voglia è partita da Margherita ed è rimasta repressa.
E adesso so chi sei e non ci casco più
E se verrai di là, te lo dimostrerò
E questa volta tu, te lo ricorderai.Lei se ne accorge ed inizia ad attaccarsi al mio collo, baciandomi. Poi va sotto l’orecchio, il mio punto debole. E lei lo sa.
“Giulia per favore smettila…” dico non troppo convinto.
Lei non si ferma, sfiora la mia voglia con velocità ed io non ce la faccio più. La prendo per i fianchi e le mordo il collo, forte.
Non ragiono più, lei sa dove mettere le mani e la bocca. Si abbassa e in ginocchio, inizia a sfilarmi la cintura e in un attimo avvolge la mia voglia.
Si muove e subito dopo esplode il mio piacere dentro di lei.
Ma ne voglio ancora. Ancora.
E adesso spogliati come sai fare tu
Ma non illuderti, io non ci casco più
Tu mi rimpiangerai, bello senz'anima.La prendo e la faccio adagiare sul tavolo. Rivedo Margherita in lei, come quella volta sul suo tavolo. La faccio girare per non guardarla in faccia, per non ricordare lei, ma è inevitabile.
Entro in lei lentamente, ma poi come una furia spingo. Veloce e forte. La violenza è scaturita dalla rabbia di non avere Margherita qui tra le mie lenzuola. Su questo tavolo. Tra le mie dita.
La afferro per i capelli da dietro e continuo a penetrarla fino a quando non raggiungo il piacere tanto voluto e mi rivesto. Senza aspettare. Come se lei, purtroppo, fosse solo carne di cui approfittare.
Ma il mio cuore e il mio pensiero non sono qui. Vado verso il carrello e mi faccio un bicchiere di whisky.
“Non siamo più soli come prima. Adesso siamo in tre.” Dice Giulia rompendo il silenzio.
Non ho il coraggio di guardarla.
“Vado via, ma lo sai che ogni volta perdi la testa per me. Non ho bisogno di sentirlo dire. E non ho bisogno di sentirmi dire che c’è una tale Margherita tra noi, da tanto tempo. Per me va bene avere solo i tuoi sfoghi di piacere, ma non lasciarmi adesso.” Ancora girato, penso a lei. Poi penso a Giulia, a come ci amavamo. A come eravamo.
“Giulia mi stai rendendo le cose più difficili del previsto.” Dico girandomi, ma evitando di guardarla negli occhi.
“Giuseppe, ti dico di non lasciarci subito dal nulla. Ho bisogno di abituarmi.”.
Quanto deve durare la mia agonia dell’assenza di Margherita ancora? Io la voglio e subito. Non posso più aspettare.
“Giulia…”
“Devo andare adesso. Ci vediamo presto.” Dice, girandosi e andando via.
Dio, cosa ho fatto? Penso e ripenso a Margherita mentre bevo il mio scotch.
Margherita. Margherita.La sua bellezza è sesso in polvere, è luce per i miei occhi. Quanto sei bella Margherita? E cosa ti hanno fatto per fare in modo da essere così fredda nei sentimenti?
Quanta freddezza hai ricevuto, per diventare in questo modo?
Ma soprattutto, sono quello giusto che può sciogliere il ghiaccio intorno al tuo cuore? Posso scalfirlo? Spero di sì Margherita.Dopo aver finito il mio whisky, preparo qualcosa per il mio lavoro e questo mi ruba un paio d’ore.
Controllo l’orologio, è quasi ora di cena e mi appresto a fare una doccia.
Mi spoglio davanti lo specchio, fissando il volto di un uomo colpevole. Che ha tradito la fiducia di due donne.
Sembro più vecchio di dieci anni. Sul collo i graffi di Margherita sono ancora evidenti. Sul petto sono ancora rossi.Mi spoglio completamente e mi infilo in doccia, azionando il getto di acqua. L’acqua è calda, mi lava la pelle, i pensieri. Sotto il getto sto fermo a pensare.
Senza saperlo lei mi fa vivere, mi fa respirare. Mi sto innamorando, anzi, sono già innamorato.
Insapono il mio corpo e risciacquo tutto.
Dopo aver finito, preparo la cena, una semplice fetta di carne alla brace e dell’insalata.
Sfinito continuo a bere, dopo aver mangiato, e continuo a pensarla.
Chissà cosa farà adesso. Spero solo non sia con Leonardo, spero non sia felice con lui, no, non sono egoista. O forse sì?
Come saprei amarti io, Margherita, non saprebbe farlo nessuno. Voglio viverti, annusarti mentre dormi e respirare dal tuo fiato.
Quanta vita sei, Margherita.
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Sick Love - Un amore malato [COMPLETA]
Fanfiction🔴 ATTENZIONE! CONTIENE SCENE ESPLICITE E FORTI. LETTURA CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO. Un amore sulle soglie della follia. Giuseppe, professore universitario che ogni mattina, passa al solito bar. Una mattina però, si accorge di un piccolo camb...