41. Intervista a modo mio

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Giuseppe

Aprendo la porta la faccia di Rocco sbuca dal nulla. Incazzatissimo.
“Giuseppe.” Dice arrabbiato, rosso in viso e con un giornale in mano.
“Oh, buongiorno anche a te.” Dico sorridendo, prendendolo in giro.

“Che cazzo vuol dire eh? Dov’è lei?” dice rabbioso e gesticolando più del dovuto.
“Oh, lei si chiama Margherita e sta facendo una doccia. Ne parleremo dopo.” Dico chiudendo la porta.

Cristo! Adesso devo sorbirmi la sua ramanzina. Però ha un po’ ragione dai.

“Puoi uscire!” grido a Margherita per farmi sentire. Vestita solo dall’intimo esce, spaventata a morte.

“Amore io devo andare, ci sentiamo appena posso okay?” le dico vestendomi frettolosamente. Lei annuisce e mi bacia, poi va verso il bagno prendendo l’intimo pulito. Sculetta davanti il mio sguardo, ma adesso non posso cedere al fascino della mia dea Cleopatra.

Esco dalla camera andando dritto nella mia stanza, cambiandomi di abito. Ne metto uno blu, una camicia bianca e la cravatta blu, come il vestito. Nel mentre bussano alla porta, mi accingo ad aprire.

“Mi spieghi che roba è questa?” urla Rocco chiudendo la porta alle sue spalle.
“Ieri ti ho detto che sarei uscito. E poi, mi hanno semplificato la strada. Chiama un giornalista e fammi rilasciare un’intervista.” Gli dico infastidito.

“Cosa? Ma ti rendi conto Giusè? Cosa vorresti dire, sentiamo.” Dice mettendosi le mani ai fianchi.
“Che con Olivia ho rotto da tempo.”.

“No! non se ne parla. Ora tu smentisci la foto, dicendo che era Olivia. Assolutamente.”.
“Non lo farò mai.” Dico sbattendo il palmo sulla scrivania del salotto.
“Oh si che lo farai. Giuseppe se il tuo governo cade a picco non ti aiuterò.” Dice prendendo il telefono e aspettando la risposta.

“Eri mio amico e adesso non mi aiuterai?”
“Si pronto? Sono Casalino, portavoce del Presidente del Consiglio. Chiedo un giornalista per oggi alle nove. È possibile?... certo, va bene… Perfetto allora a dopo.” Dice al telefono. Stacca la chiamata e si volta verso me.

“Hai capito cosa devi dire no? Non fare scherzi.” Dice andando via.
“Certo, contaci.” Dico tra me e me. Non dirò mai il falso. Non rinnegherò i momenti bellissimi vissuti con lei. Respiro del mio respiro.

Vado in riunione fino a poco prima delle nove. Per riprendermi, mi dirigo al bar, prendendo un caffè, quando Rocco mi viene incontro a passo svelto.
“Nel tuo ufficio ho fatto accomodare il giornalista. Non fare scherzi.” Dice andando via, senza aspettare una mia risposta.

Finisco il caffè, avviandomi in ufficio. Nel mentre mando un messaggio a Margherita per sapere dov’è.
-Dove sei? Cosa fai?

Entro in ufficio e l’uomo dai capelli bianchi si alza insieme a Rocco, porgendomi la mano, sorridente.
“Possiamo iniziare.” Gli dico, sotto l’occhio inquisitore del mio portavoce.

L’uomo prende il registratore, carta e penna, inizia così a scrivere.
“Allora, cosa voleva dirmi Presidente?” chiede l’uomo.
Rocco mi guarda rabbioso con un misto di ansia, con la mano davanti le labbra. È nervoso, quindi sputo il rospo subito.

“Volevo informare tutti che con Olivia è finita. Ieri sono uscito ed ho visto quelle foto. Bene, non è assolutamente Olivia, ma della donna in questione lo saprete a tempo debito.” L’uomo mi guarda esterrefatto, insieme a Rocco.

Stacca subito il registratore e mi guarda con gli occhi sbarrati.
“Presidente… è sicuro di questo? Cioè… è sicuro e posso metterlo per iscritto?” chiede l’uomo.

“Oh certo.”.
“Invece no! cancella la registrazione davanti a me Mauro dai.” Dice all’uomo.
“No no. Non se ne parla. Sentite, io sono il Presidente del Consiglio e voglio che sia detto questo. Detto ciò, ho una riunione, quindi non se ne dispiaccia Mauro ma devo scappare. Le auguro una buona giornata.” Dico alzandomi e scappando letteralmente dalla camera.

Ho bisogno di una camomilla, non di caffè. Ma ne prendo un altro, con annessa sigaretta.
Bevuto il caffè in caffetteria, mi isolo al balcone del mio studio ormai vuoto e accendo una Marlboro rossa. Ne aspiro il fumo, cercando di calmare i miei nervi tesi e cercando di pensare a come fare con Margherita.

Mi arriva una notifica e la apro.
-Ero in caffetteria e ti ho visto uscire via di corsa. È tutto okay? Comunque vado a prepararmi per la cerimonia della targa. Ci sei vero?
Sorrido a quel messaggio e le rispondo che ci sono, quando come una furia la porta del mio ufficio si spalanca.

“Vuoi mandare tutto in aria, è così?” dice Rocco uscendo al balcone.
“Rocco, hai mai provato l’amore?” gli chiedo a bruciapelo.
“Cosa vuol dire scusa? Ma ti rendi conto dei discorsi che fai Giusè? E dai eh.” Dice alzando gli occhi al cielo.

“Hai provato l’amore o no?” chiedo ancora, infastidito.
“Si e con questo?” dice scettico.

“Allora sai come ci si sente. Io mi sento innamorato della stessa persona per la seconda volta. Ma stavolta la voglio nella mia vita per sempre.” Dico sicuro di me.

“In che senso per sempre? E poi, io non ero Presidente del Consiglio, tu si.” Dice stizzito.
“Lo so, ma sono un uomo. Un essere umano Rocco. Ti metto il cuore in mano, io ho fame d’amore. La amo, senza limiti.” Dico ancora, guardandolo negli occhi.

Mi mette una mano sulla spalla.
“Va bene, potete aspettare almeno qualche mese per ufficializzare? Per favore.” Dice con la voce intimorita.
“Si l’ho già detto a Margherita e aspetterò, pur di non perderla.”.

Sick Love - Un amore malato [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora