Giuseppe
Il pomeriggio di ieri l'ho passato tra i libri, organizzando il lavoro per le prossime lezioni. Ma il mio pensiero andava a lei. Giulia è stata con me tutto il giorno ma, inevitabilmente, la mente andava a lei, Margherita.
Continuo a pensarla ogni momento. Non è assolutamente amore o innamoramento, però attrazione si. Quella di sicuro. Ogni volta che faccio l'amore con Giulia mi viene in mente Margherita e inevitabilmente esplodo di piacere. Sto veramente oltrepassando il limite e devo fare qualcosa.
Le opzioni sono due: la prima è la più semplice, non andare più a quel bar.
La seconda invece, è quella di legarla al mio letto. La seconda mi alletta e non poco ma, incrinerebbe maledettamente il rapporto con Giulia, già incrinato di suo, e godere della piccola cleopatra dai capelli neri.
Abbandono questi pensieri all'improvviso, quando Giulia si muove nel mio letto. Sembra sia venuta ad abitare qui ma, ieri avevo voglia di Margherita e così ho chiamato Giulia.
Sono uno stronzo.
Non dovrei pensarci. Mi alzo dal letto e mi dirigo in bagno per la mia solita doccia.
Dopo aver scelto il vestito nero con una camicia bianca, mi dirigo in cucina per un bicchiere di acqua
"Dobbiamo parlare." Giulia mi fissa già vestita di tutto punto.
"Dimmi" le dico scrutandola.
"Mentre dormivi hai nominato Margherita. Chi è?".
Cazzo.
Metto le mani tra i capelli e sono maledettamente in imbarazzo, devo calmarmi per non far capire nulla.
"Giulia non so di chi stai parlando." Dico tergiversando.
"No Giuseppe. È da tanto che sei diventato un'altra persona. Se non mi ami più è meglio che tu lo dica." Dice guardandomi fisso.
"Devo andare a lavoro. Possiamo parlarne stasera magari?" dico alzando le sopracciglia.
"Sei sempre preso dal tuo lavoro e sento che hai la testa altrove quando sei con me." Dice, facendo calare il gelo tra noi. Ci fissiamo senza dire una parola.
Sono felice. Si, sono uno stronzo ma sono felice. Questa situazione sta sfuggendo di mano. Sento troppo Margherita ed è accaduto tutto così in maniera precipitosa.
"Quindi mi stai lasciando?" le chiedo. Lei inizia ad essere imbarazzata e poi inizia a piangere.
La abbraccio e continua a piangere sulla mia spalla.
"Non so cosa fare Giuseppe. Stiamo insieme da tre anni ma sento che sei cambiato. Cosa ti succede?" chiede tra le lacrime.
Cosa mi succede? È colpa sua. Colpa di Margherita.
"Non lo so è solo stress per il lavoro credo." Dico senza far trapelare nulla.
Non c'è più l'attrazione fisica che c'era una volta. Lo ammetto, sono offuscato dalla ragazzina per ora. Ma questo non vuol dire che non ami Giulia o che voglia lasciarla.
Decido così che, da oggi in poi, non sarei più andato a quel dannato bar. Leonardo è stato chiaro con me. Marca il territorio. E poi Margherita è una ragazzina, si troverebbe meglio con lui che con me.
Però, nel mezzo di una crisi, abbracciando Giulia, io continuo a pensare a lei.
Siamo arrivati al limite adesso.
"Giulia devo andare adesso. Ti va di uscire stasera a bere qualcosa magari?" lei tra le lacrime, sorride e annuisce.
Le lascio un bacio freddo sulle labbra, si, freddo.
Esco dal mio appartamento e mi dirigo sul mio posto di lavoro. Per la strada la gente corre, io sono in anticipo. Cerco parcheggio ma non lo trovo.
Dove la devo lasciare la macchina oggi? Meglio muoversi a piedi!
Passo davanti il bar. C'è un parcheggio proprio la vicino e vedo anche Margherita fuori a fumare.
Dio.
Avevo detto che non andavo più e non lo farò. Parcheggio la macchina nell'unico posto libero e vedo Margherita salutarmi.
Come fa ad essere così bella questa ragazza?
Spengo la vettura e scendo, prendendo la mia ventiquattrore nera e chiudendo la macchina col telecomando.
"Buongiorno professore!" esclama Margherita. La guardo e penso che forse sto commettendo uno sbaglio. Sono combattuto.
Ma perché mi fa quest'effetto?
"Buongiorno." rispondo freddo.
Lei mi guarda e sorride.
"Si è svegliato con il piede sinistro?" dice, facendomi ridere senza che me ne accorgessi.
"Cosa?" dico curioso.
"Non mi sembra di buon umore. Le faccio una cioccolata così si addolcisce un po'?" dice provocandomi.
Mi stai provocando. Mi vuoi più dolce Margherita?
Mi avvicino a lei, sicuro di me.
"Tu come mi vuoi? Dolce o violento?" dico con un sorriso malizioso.
Ed ecco la reazione che mi aspettavo e che volevo. Le sue guance si tingono di un rosso voluttuoso.
Quanto sei imbarazzata Margherita?
"Non so di cosa stai parlando Giuseppe." Dice lei. Mi avvicino sempre di più. Fino a quando il fumo della sigaretta non arriva sul mio viso.
"Vedi l'effetto che ti faccio? Mi piace quando ti provoco imbarazzo. Mi piace quando arrossisci per me. Lo sai, Margherita?". Resta a bocca aperta. Non la sento respirare. Trattiene il respiro.
"Giuseppe, cosa vuoi da me? È dal primo giorno che mi osservi." Dice avvampando sempre di più e con il respiro sempre più corto.
"Voglio la stessa cosa che vuoi tu, Margherita.".
***
Angolo autrice
Chi vuole la stessa cosa che vuole lui? 😍
E con questo Conte dalla faccia confusa, vi lascio e ci becchiamo al prossimo aggiornamento, stelline del mio cuor ❤
Mariachiara ❤
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Sick Love - Un amore malato [COMPLETA]
Fanfiction🔴 ATTENZIONE! CONTIENE SCENE ESPLICITE E FORTI. LETTURA CONSIGLIATA AD UN PUBBLICO ADULTO. Un amore sulle soglie della follia. Giuseppe, professore universitario che ogni mattina, passa al solito bar. Una mattina però, si accorge di un piccolo camb...