~Mezikeen Morningstar~

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•Capitolo 28•

12 Giugno. Domenica.

Quella domenica, per Hermione è stata molto dura.

Non solo perché suo padre continuava a dirle di diventare una di loro, ma anche perché quella domenica venne a sapere due cose che non avrebbe mai voluto sapere.

#Hermione#

Mi svegliai, perché mi arrivò una cosa, soffice ma pesante in faccia. Un cuscino.

Lo tolsi, per vedere chi me lo aveva lanciato, ma non vidi nessuno.

Guardai attentamente la mia stanza, e vidi dei capelli biondi, ai piedi del letto.

Draco, era abbassato per non farsi vedere. Presi il cuscino, e molto silenziosamente, mi avvicinai e gli rilanciai il cuscino.

Lui si alzò, ed iniziammo una lotta di cuscini.
Che finì quando Draco mi iniziò a fare il solletico.

- D...dr...aco...b...ba...st...a - dissi, ma lui non si fermò.

Così capovolsi la situazione.
Lui rideva come un matto.
Aveva una risata bellissima.

Lui è bellissimo. Pensai.

Qualcuno bussò alla porta, e subito ci ricomponemmo, andai ad aprire.

Bellatrix Lestrange, era dinanzi alla mia porta.

- Hermione cara - disse lei, con la sua voce squillante.
- Bella - risposi io, stropicciandomi un occhio.
- Oh, scusa non ti volevo svegliare -.
- Non ti preoccupare, ci ha già pensato tuo nipote - dissi facendo una piccola risata.
- Comunque, tua padre ti cerca - disse, prima di richiudere la porta.

Ed ecco un altra delle sue riunioni domenicali. Pensai.

Entrai nella mia cabina armadio, era enorme, non mi ci sarei mai abituata.
Guardai, attentamente tutti i vestiti, che avevo.

Ne scelsi uno bianco, lungo, con uno spacco alla gamba destra, con dei disegni floreali, rosei, con uno scollo non troppo ampio, ed una cintura/corda, bianca e oro a fasciare la vita.

Come scarpe invece, scelsi dei tacchi bassi, color rosa-bronzo.

Quando uscii dalla cabina armadio, trovai Draco seduto alla mia scrivania, intento ad osservare i miei disegni.

- Ehy! - dissi.

Draco si girò verso di me, scattando.
- S-scusa...s-stavo s-solo g-guardando - disse imbarazzato.
- Ti piacciono? - chiesi.
- Si - rispose lui, rimettendo a posto i fogli.

Aprì la porta, e mi porse il braccio.
- Dai, andiamo - disse.

Scendemmo, fino ad arrivare dinanzi alla porta della sala da pranzo.
Draco mi aprì la porta, e quando entrai, la richiuse.

Il tavolo era, stranamente, vuoto.
C'era solo Nagini.
- Ciao - disse.
- Ciao, Nagini - risposi.
Ci facemmo due chiacchiere, mentre io ero seduta sulla mia solita sedia, che sembrava quasi un trono, nera, e Nagini si faceva accarezzare tranquillamente.

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