Ci sono i miei. Ci sono mio fratello e sua moglie.
C'è mia nonna che singhiozza e sgrana il rosario.
C'è il Domu che è talmente in imbarazzo e ha talmente voglia di andarsene che nemmeno si mette a sedere.
C'è quel dannatissimo velo bianco che ho sempre trovato antiquato a qualsiasi cerimonia religiosa abbia partecipato.
Mio padre guarda in basso con la testa talmente piegata che temo non la rialzerà mai.
Ci sono un sacco di sedie vuote ed un silenzio che è uno sfregio ad una vita dedicata al tormento creativo.
Che veglia squallida.
A stento c' è la mia famiglia a commemorare, con un solo amico, che nemmeno mi guarda e cerca la porta con gli occhi, calcolando in mente i tempi e i modi della fuga.
La musica, mettete della musica e che diamine!
Il vecchio stereo è ancora lì in salotto, imponente come un totem: ci ascoltavamo le musicassette degli Oasis e degli Smashing Pumpkins io e Claudio mentre facevamo i compiti, scommetto che funziona ancora.
Non dico qualcosa di mio gusto, vi lascio libera scelta, tanto i vostri gusti li conosco e più o meno mi vanno anche bene, ma mettete un pezzo, alzate il volume, coprite in qualche modo il dolore lacerante che sento provenire da mia madre e che mi sta facendo morire una seconda volta.
***
Gli incubi riguardo la mia morte sono tornati con una frequenza devastante e mi concedono a stento un paio d'ore di sonno per notte: quando è troppo e mi sveglio in preda al panico, in un gorgo di coperte e lenzuola che mi tiene stretto e mi trascina giù, di riaddormentarsi poi non se ne parla.
Il riassunto di per sè sarebbe asciutto e logico: hai preso una sbandata per una collega più giovane di te, che nemmeno vive in città, ci hai parlato e a prescindere da tutto il resto ha già il ragazzo. Fine.
Sarebbe semplice, pagina girata e avanti. Succede nella vita.
Però fai fatica a spiegarti cosa è scattato vero?
Hai sentito lo scatto del contagiri che certificava un altro fallimento emotivo-sentimentale, hai sentito gli argini scricchiolare e cedere di fronte alla piena della statistica, ingrossata da questo episodio numero X; ti sei improvvisamente ricordato di quanti anni stai per compiere e hai capito che anche questo Natale al cenone ti presenterai con la mano in tasca e non in quella di qualcun altro.
Quindi la reazione più immediata è stata quella di lasciarsi andare, di staccare uno per uno i tiranti che ti tengono legato qui, per galleggiare, costretto da uno o due cavi rimasti.
Sul lavoro, nauseato dall'obbligo dell'interazione sociale tra colleghi hai limitato il dialogo a meno del minimo: la voce è di una tonalità che non riconosci come tua e ti limiti veramente ai sì, chef! e ai no, chef!
Quando qualcuno ti rivolge la parola e gli devi rispondere metti insieme qualche concetto, ma mai ricambiando lo sguardo: le tue pupille sono oltre la spalla del tuo interlocutore, oltre i muri dell' Hermione, oltre la Manica.
Non sei stato ancora licenziato perchè probabilmente vanti un certo credito e anche se in maniera preoccupante (lo vedi gli altri come hanno iniziato a guardarti, a guardare le tue occhiaie) il tuo lavoro lo svolgi comunque: il fatto di non dormire quasi più ha paradossalmente portato una certa iperattività e mastichi ore di lavoro come gomme americane, sempre galleggiando, senza sentire più la fatica, sempre presente, ma etereo, a due spanne da terra, trattenuto da quegli due ultimi fili.
La sous chef Viviana ha ritenuto opportuno non fare domande, ma ti ha dato muto sostegno, non pressandoti, non facendoti rapporto, realizzando addirittura che da qualche giorno non chiedi più da mangiare e ieri è arrivata con un piatto di pasta di sua sponte: fare squadra probabilmente è anche questo.
Quante altre notti così riuscirai a reggere? Quante altre visioni di morte sei in grado di affrontare senza perdere definitivamente la testa?
Quanto vuoi restare così? Ne vale veramente la pena?
Il maledettissimo fato ha voluto che per orari lavorativi differenti io e la Strega non ci si veda e si parli ormai da alcuni giorni, così decido di giocare d'anticipo e le spiego tutto in un vocale biblico, prima di buttare due camicie e un costume in valigia e fuggire in aereoporto: nonostante io non abbia davvero la testa giusta queste ferie arrivano con un tempismo commuovente.
Domani a quest'ora sarò già a Tenerife tra le braccia di Gabi.
Domani inizierò a ricucirmi le ferite.
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NUDO CHEF
DobrodružnéLondra è un teatro senza tempo, dove recitare il ruolo dello chef richiede più abilità e sfaccettature di quanto si possa immaginare. Il pastry chef in un ristorante della capitale britannica poi è un ruolo ulteriormente complesso, impegnativo, dove...