La ricerca del lavoro qui è una realtà totalmente schizofrenica: dopo quindici giorni di totale inattività e silenzio, dove inizi a pentirti del tuo coraggio e della tua visione a lungo raggio del futuro ed inizi a rivalutare anche la figura professionale dell'allontanatore di piccioni dalle grondaie della cattedrale di St. Paul, raggiungi quel momento in cui improvvisamente cala una cortina fumogena di rilassamento misto a rassegnazione.
L'insostenibile leggerezza del fottersene.
E'la beata incoscienza del pirata catturato che sta camminando sulla tavola.
E' l'ombrello di carta di riso che apre Willie il Coyote poco prima che il masso gigantesco gli cada sulla testa.
E' la consapevolezza di aver fatto tutto il possibile ed ora ci si ferma e si attendono le conseguenze. Nel bene o nel male.
Ripenso a queste sensazioni con il sorriso ora che sono parte del team di pasticceri di un ristorante di gran classe al trentaduesimo piano di un grattacielo della città.
Sapere che quando tua nonna riceve una cartolina da te il tuo posto di lavoro è rappresentato lì sopra insieme al London Eye e al Big Ben fa un certo effetto, non lo voglio negare.
Non posso fare a meno di leggere questo capitolo come la rinascita numero n: sono fissato con il mito della Fenice, è più forte di me; oggi la giacca nera ha un potere di fascinazione quasi maligno, la testa rasata a lama sembra riflettere la luce dei lampadari ed il pizzetto scende dritto dal mento come un pugnale.
Ogni dettaglio parla di pulizia, simmetria, linearità, rabbia buona, passione e rivalsa.
Sono poche manciate di giorni che sono qui, ma l'impatto inizia a delinearsi come decisamente buono: ieri sono tornato a casa con i crampi ai polpacci da tanto ho fatto per lasciare la sezione piena e splendente ed oggi inizio il turno ascoltando le indicazioni di Jenny, statuaria brasiliana dai capelli turchini che con la sua cadenza squillante mi spiega di aver fatto un po' di più di quanto serviva, in modo che il mio turno fosse più gestibile.
Mi casa es tu casa.
Il mio sacrificio è il tuo sacrificio.
Ho seminato e piano piano stanno spuntando i primi germogli.
Sorride e mi abbraccia piano, prima di lasciarmi la sezione e staccare.
Ho aspettato come al solito che fosse lei a farlo per la prima volta. Sono uno chef, grande e grosso. Non prendo mai l'iniziativa parlando di contatto fisico con una conoscente, colleghe incluse. E' spaventevole. E' scortese. E' imbarazzante. Non si fa. Fine.
Anche questo però è un bellissimo segnale.
La cosa divertente è che delle centinaia di porte alle quali ho bussato questa si è aperta da sola per permettermi di entrare: annunci, telefonate, mail, colloqui, silenzi e poi un giorno è il sous-chef di questo posto che mi contatta, dicendo di aver visionato il mio curriculum non so dove e che vorrebbe parlarmi dal vivo: non c'é pace per i ricercatori, figuriamoci criteri logici, previsioni o risultati scontati.
A contratto firmato poi, giusto per ricordare che come detto non esistono regole, mi sono arrivate la bellezza di tredici offerte diverse di ristoranti ed alberghi che mi avrebbero voluto di corsa tra le loro fila, con accompagnamento di spallucce, boccata di sigaretta ed espressione soddisfatta della Strega a casa, che ogni volta si é mostrata tutto tranne che sorpresa dal racconto per dodici volte uguale al precedente.
Stasera celebro la pace ritrovata con una tazza di tè all'anguria e ridando alla mia camera una parvenza di normalità, smontando il muro della ricerca.
Una parete intera satura di post-it con annotati i ristoranti contattati, con nominativi e numeri di telefono, suddivisi per rifiuti, feed positivi e risposte mai ottenute.
Il mio curriculum aggiornato è appeso in un angolo come il manifesto di un bandito con una taglia sulla testa.
Fili di lana rossa collegano prospettive di salario ad orari di lavoro e settimane di ferie.
Lo studio di un detective ostinato, o l'antro di un serial-killer vecchio stile: sicuramente la gioia di ogni bravo psicoterapeuta.
Muro bianco.
Sipario.
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NUDO CHEF
AventuraLondra è un teatro senza tempo, dove recitare il ruolo dello chef richiede più abilità e sfaccettature di quanto si possa immaginare. Il pastry chef in un ristorante della capitale britannica poi è un ruolo ulteriormente complesso, impegnativo, dove...