Shirley ispezionò per l'ennesima volta tutti e quattro gli angoli della sua camera passandosi una mano tra i capelli color catrame.
Le pareti rosse e nere erano illuminate dalla fioca luce del sole di gennaio che mostrava ogni piccola imperfezione della carta da parati utilizzata.
Si sedette sul suo morbido letto sospirando mentre prendeva il telefono per controllare se qualcuno le aveva scritto.
Nessuno.Non aveva amici eccetto Nicholas e Lidia... be' lei non la contava proprio come un'amica, era più un'istruttrice che le insegnava a controllare i suoi nuovi poteri.
Sentì all'improvviso l'inconfondibile bussare alla porta di Nicholas.
Tre battiti, pausa, un battito.Si alzò gemendo, posò il telefono sulla scrivania mentre si avvicinava alla porta e la aprì.
Davanti a lei comparvero Lidia e Nicholas.Il ragazzo la guardava raggiante, mentre Lidia aveva il suo solito sorrisetto malizioso in volto.
Provava un certo gusto a guardare tutti dall'alto in basso, persino la figlia del suo capo.«Il furgone è giù che ci aspetta, sbrigati a prendere il borsone» disse Lidia.
La ragazza roteò gli occhi afferrando un borsone blu e bianco con la scritta "science is life" e se lo mise in spalla.
Ogni giorno era sempre la stessa storia. Lidia e Nicholas la venivano a chiamare e infine tutti e tre entravano nel furgone che li portava di fronte a una palestra privata dove si allenavano ad utilizzare i loro poteri.
Molte volte non aveva voglia di andarci. Era continuamente sottoposta ad allenamenti sfiancanti in una piscina ed esami del sangue dall'equipe di scienziati di suo padre e non aveva mai un attimo per sé, ma se provava a saltare anche solo un allenamento... No, non osava nemmeno pensare alla reazione che avrebbe potuto avere suo padre.
Farla rinchiudere in una stanza insonorizzata per dieci ore senza cibo o acqua poteva essere una delle opzioni, d'altronde Mr. Slave era l'uomo più crudele e imprevedibile in circolazione.
Non mi stupisce che anche lei fosse diventata così.«Dormito bene stanotte? Io no, avevo un grillo nella stanza e sono rimasto tutto il tempo a usare il mio sonar per individuarlo»
«E l'hai trovato?»
«Dopo tre ore abbondanti sì»
«E quanto sei riuscito a dormire?»
«Poco... molto poco, ma non importa. Dimmi invece, come va il braccio?»
Shirley si guardò il punto dove le era stato infilato l'ago che le aveva iniettato la seconda dose del siero che le aveva conferito i suoi poteri da strega.
Sotto la pelle si riusciva a vedere una macchia violacea data dal liquido che era fuoriuscito dalla vena a causa di un'imprecisione di un dottore che suo padre aveva licenziato sedutastante.«Così così»
Sarà stato pure una pessima figura paterna, ma ci teneva a sua figlia... forse di più alla sua immagine che alla persona.
Dopo che l'Accademia era stata distrutta, Slave si era dedicato allo studio delle Creature della Notte, gli abitanti del Mondo Nascosto, in cerca di un modo per sfruttare il loro sangue per curare malattie genetiche e terminali.
Di per sé era un'idea lodevole, peccato che lui lo facesse per ottenere fama e soldi.
Voleva essere conosciuto in tutto il mondo come colui che riuscì finalmente a trovare una cura a tutto, ma la strada da percorrere era ancora tanta.Soldi e scienziati non gli mancavano, il suo finanziatore era stato piuttosto generoso, ma non aveva ancora ottenuto i risultati stravaganti che sperava.
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I Grandi 7
Fantasy•Secondo volume della serie Le cronache dei Prescelti Celestiali• «Giulia, lui ti vuole morta» sibilò Shirley. Feci spallucce stiracchiando un sorriso. «Allora può prendere un numerino e mettersi in fila» La vita da prescelta non è affatto come se...