Il castello di Draembyss era tutto tranne che un castello, per la mentalità di un umano.
Illuminato dai soliti invertebrati luminoscenti visti in altri nuovi e sottomarini luoghi da Vincent, tale "palazzo" si presentava costituito da quello che sembrava un antico - anzi antichissimo - e grande veliero di legno, protetto da altre sirene a loro volta affiancate da pesci carnivori che, forse, erano stati addestrati come si fa nella terraferma per i cani.
Il complesso, però, sembrava avere un aspetto anche allegro per via delle numerose decorazioni che costellavano tutto lo scafo.
Infatti, di quel storico bastimento, oltre allo scheletro di legno di cui era formato, rimanevano solo le logore vele ingiallite e rattoppate dal tempo, mentre graziose conchiglie dai colori vivaci, che spaziavano dal rosa all'arancione, erano stranamente sparpagliate e attaccate alla struttura cadente, così come alghe (anch'esse colorate) si arricciavano agli alberi dell'imbarcazione alle barre delle balconate.
Tutto ciò attirava sicuramente l'attenzione, ma mai quanto una scritta rudimentale e strana incisa su una tavola - di chissà quale materiale - a sua volta appesa con una corda che, in direzione della corrente (o a destra o a sinistra), stava sopra il velo dell'albero maestro del mezzo.
Una tavola con una scritta veramente incomprensibile per il ragazzo che la guardava interrogativo chiedendosi cosa mai volessero dire quei segni grafici.
Cosa sono? Geroglifici? pensò curioso lui.
Vincent non fu sorpreso, invece, dai segni evidenti di cedimento come la muffa e la ruggine dei chiodi, i quali avevano fissato quel legno già generazioni di generazioni prima.
D'un tratto, credette di essersi fatto, inizialmente, un'idea sbagliata di quel posto e degli esseri che lo abitavano: stava conoscendo un popolo che aveva, decisamente, cattivo gusto se anche i membri di alto rango considerassero un'antica e pomposa nave - come quella che aveva davanti - una residenza reale.
Chissà come fanno a reggerlo in piedi soprattutto con l'umidità e la muffa che lo corrodono pensò Vincent, mentre, guardando l'immensa costruzione, seguiva le tre arpie dotate di spina di pesce che lo avevano rapito e stavano rapidamente avanzando verso la dimora della sovrana.
Arrivati alle vicinanze dell'ingresso della residenza della loro amata regina, le tre sirene si fermarono davanti a un sviluppato pesce piranha dalla squamosa pelle color sabbia, il quale era dotato sul cranio da un cordone ricurvo verso l'alto che culminava con una voluminosa sfera che si illuminava sull'estremità; in faccia aveva due grandi occhi dalle pupille totalmente bianche e dall'aspetto feroce con una bocca sempre aperta che mostrava grandi e spaventose fauci molto affilate.
La bestia, appena vide l'estranio, stava quasi per avanzare verso di quest'ultimo per farsene qualche boccone, tanto che il mal capitato stava pensando, a che ne era ancora in tempo, di filarsela e cercare di trovare un posto più sicuro dove stare (anche se non aveva idea sul dove).
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L'ancora della salvezza
FantasyQuesta storia racconta di un ragazzo ribelle e viziato che, per puro capriccio, scappò dalla vita monotona e ansiosa di città, attraversando il mare con uno yacht di famiglia. Tuttavia, una volta che si spinse più in là nel mare aperto, scorse incre...