Capitolo primo - "un temporale nefasto"

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Tutto ebbe inizio una sera d'autunno

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Tutto ebbe inizio una sera d'autunno. Le nuvole plumbee, contornate da lampi e fulmini, e l'ululato del vento vaticinavano l'ineludibile arrivo di un temporale nella cittadina di Streamville.

Intanto, in una delle villette con tetto spiovente, Evelyn, incurvata verso la tastiera del suo computer, era alle prese con una ricerca di scienze.

L'unico pensiero della ragazza era rivolto al compito che avrebbe dovuto terminare prima dell'arrivo del suo fidanzato, Noah.

Il padre di Evelyn, il signore Randall, direttore di un'azienda di frigoriferi, era partito tre giorni prima per promuovere i suoi prodotti, mentre la madre era uscita per una cena con le sue ex compagne di liceo che ancora vedeva assiduamente.

La casa era a disposizione della coppia.

Niente, neanche quel temporale non segnalato da alcuna previsione meteorologica, era in grado di distogliere la sua attenzione dal banale compito di scienze.

Il boato dei tuoni sembrava presagire le incombenze inevitabili che il destino le avrebbe riservato a partire da quella sera, ma la ragazza era completamente ignara.

La ricerca le stava facendo perdere il lume della ragione tanto che, quando il suo cellulare vibrò, fu sul punto di gettarlo con veemenza sul letto, ma i pochi freni inibitori, sopravvissuti allo stress di quella giornata, bloccarono giusto in tem...

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La ricerca le stava facendo perdere il lume della ragione tanto che, quando il suo cellulare vibrò, fu sul punto di gettarlo con veemenza sul letto, ma i pochi freni inibitori, sopravvissuti allo stress di quella giornata, bloccarono giusto in tempo il suo braccio.

Guardò le notifiche sullo schermo e subito aprì il messaggio che Noah le aveva mandato: Amore, finisci la ricerca. Non rinuncio a una serata con te per il tuo stupido compito.

L'agitazione e la tentazione la stavano per indurre a rispondergli con freddezza: Noah, ti avevo già detto che sarei stata impegnata con quello che tu chiami "stupido compito", ma tu hai insistito ed io ho acconsentito. Abbi almeno la decenza di aspettare.

Quel messaggio, tuttavia, non fu mai inviato: Evelyn preferì cancellarlo e sostituirlo con un semplice cuore rosso.

Fu così che riprese il lavoro con ancora più ansia di prima cercando di non pensare al ticchettio regolare e snervante dell'orologio della sua stanza.

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