Né vincitori né vinti

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«Correre, forza!» urla il rigido istruttore di Cruz del Norte, seduto su un tavolino, che sorseggia, tranquillo, la sua bottiglia d'acqua fresca mentre controlla le detenute correre come pazze sotto il sole cuocente.

Ha lanciato una gara: chi riesce a rimanere viva fino al cinquantesimo giro vince un premio.

Sono rimaste in poche, e Macarena Ferreiro è una di quelle che sta per abbandonare.

Sente la testa pulsare e il petto bruciare, sta per rallentare proprio quando la sua nemica, la sua rivale, ma anche la sua ossessione, passa accanto a lei come se stesse passeggiando in un giardino fiorito. Lei non sta faticando così tanto, o almeno così sembra.

L'araba le lancia uno sguardo di sfida, e gli occhi della bionda non possono non scendere sulle sue spalle possenti lasciate scoperte dal top giallo del carcere e dal suo fondoschiena perfettamente delineato da dei leggins neri, a tratti anche un po' trasparenti.

Si dedica spesso allo sport, specialmente quando è chiusa in isolamento... ovvero sempre. Ha messo su un fisico perfetto, non che prima non lo avesse, ma ultimamente è migliorata sotto tanti aspetti, è attraente, è sexy. Chiunque si gira a guardarla, specialmente le nuove.

Zulema è semplicemente una delle donne più belle del carcere e tutti lo sanno e alcuni non ci fanno caso fermandosi al suo carattere da figlia di puttana, come biasimarli?

Macarena dopo il lungo sguardo dell'araba non può far altro che fare un bel respiro e riprendere a correre, per sfidarla, per sconfiggerla, almeno qui, almeno oggi.

Quando la mora vede la compagna correre al suo pari le lancia un sorriso divertito per poi continuare la sua corsa disperata, adesso ha un senso per continuare a correre, e non è il premio, ma sconfiggerla. Adorano sfidarsi e lottare.

«Mancano 5 giri. Abbiamo Zahir, Ferreiro e Lopez!» L'istruttore ora si è alzato, seguendo attentamente la gara, e con il suo fischietto inizia a dare solo che fastidio alle ragazze.

«Rubia ti verrà un infarto» mormora Zulema, con il respiro affaticato ma ancora con quel suo sorrisetto falso, notando la ragazza in seria difficoltà ma che non vuole assolutamente smettere di correre.

«Pensa per te» sbotta la bionda, portando involontariamente gli occhi sul seno sudato di Zulema ben racchiuso nel top e sul suo suo petto che si alza e si abbassa per la fatica. Ha rischiato di prendere una buca per guardarla troppo e stava rischiando anche di farsi beccare da lei.

Fortunatamente viene risvegliata dalla voce dell'uomo che le informa che manca un solo giro al termine della gara, con notevole eccitazione nella voce, come fossero i mondiali di qualche sport prestigioso.

Le due si lanciano uno sguardo ricco di sfida e le loro gambe schizzano verso la fine del cortile per aggiudicarsi la vittoria.

Il piede della bionda tocca di striscio il birillo a terra, nello stesso istante anche quello di Zulema compie lo stesso movimento.

Si guardano, non capendo chi delle due abbia vinto, vorrebbero girarsi per chiederlo ma non riescono a smettere di osservarsi.

Gli occhi dell'araba scendono sulle labbra bagnate di Macarena, o almeno così a lei è parso, forse è stata un'allucinazione, forse la desidera talmente tanto che la mente la porta ad immaginare cose. Lei, qui, completamente sudata, che ansima e la guarda... è forse la visione più erotica mai vista.

«Ferreiro e Zahir, avete vinto entrambe» l'uomo si avvicina alle due, rompendo il loro gioco di sguardi e si porta una mano sulla testa per l'indecisione.

Sono arrivate nello stesso preciso momento come fossero una persona sola, come anime gemelle.

«Il premio è...» Apre un foglio piegato nella sua agenda e cerca qualcosa, che sembra non esserci inizialmente, portando le due al limite della sopportazione di stare ancora sotto al sole caldo.

«Una cena, all'interno del carcere, durante la quale potete chiedere qualunque cibo vogliate. La richiesta dovrete farla almeno un giorno prima»

Le detenute intorno alle due sbuffano e mormorano qualcosa, pentendosi di non aver corso un po' di più, mentre a Macarena spunta un grande sorriso sul viso e Zulema socchiude gli occhi sussurrando un "dios". È felice anche lei, insomma.

L'unico problema sarà stare nella stessa stanza insieme, senza litigare. Probabilmente si ignoreranno per passare al meglio la serata.

Kabila corre subito verso la sua ragazza, felice per lei. È seguita da Teresa e le tre si allontanano per adagiarsi sui grandi gradini al muro del cortile per stare un po' all'ombra, al riparo da sole.

Ma gli occhi di Macarena non riescono a lasciare quel corpo perfetto, che si abbassa per raccogliere l'acqua. Completamente sola, in mezzo al cortile, nessuno è andato a complimentarsi con lei, nessuno è felice per lei.

Saray è in infermeria per un'infezione al braccio, la sua unica amica. Lei vorrebbe alzarsi, andare da lei e parlarle, ma per ricevere cosa? Cattiveria gratuita e magari qualche minaccia di morte? Quindi scaccia il pensiero dell'araba e del suo seno bagnato e si concentra sul viso stupendo della riccia e sulla risata confortante di Tere, pensando che infondo sia giusto così, è così che le cose devono andare.
Né troppo vicine, né troppo lontane. Ad ognuna la sua vita, giusto?

Spazio autrice

Scusate l'immenso ritardo e la poca lunghezza del capitolo ma non sto passando un bel periodo. Oggi ne pubblicherò un altro per farmi perdonare. Ditemi cosa ne pensate intanto.💗

Non è dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora