Due tagliate di carne

913 83 17
                                    

«Forse dovremmo ordinare delle caramelle..» sussurra Macarena sognante, più a se stessa che alla compagna, mentre siede sulla sedia del tavolino della cella di Zulema.

Mentre quest'ultima, invece, se ne sta sul proprio letto a leggere un libro, annoiata dalla bionda, che però non smette di guardare... infondo la incuriosisce.

Il suo modo di fare così sbarazzino, i suoi occhi chiari che vagano ovunque, mentre pensa a cosa poter mangiare.. è una di quelle persone che non si sarebbe mai aspettata di ammirare nella vita.

«Non è uno spuntino rubia, ma una cena» le ricorda lei, con tono duro. Ritornando con gli occhi sul libro, del quale non sta capendo nulla per via dei suoi pensieri per la donna davanti ai suoi occhi.

«Ok, allora.. sono indecisa tra hamburger e pizza, te che dici?»
Minuto di silenzio.

Zulema lancia quel che aveva in mano alla fine del letto e si alza velocemente, poggiando i palmi delle mani sul tavolo, davanti alla bionda, che sussulta, risvegliandosi dai propri sogni.

«Sapevo di non potermi fidare di te. Sei una bambina.. da bere cosa preferisci? Aranciata? Da' qua» le strappa il foglio dalle mani e vede i mille cibi che ha scritto e poi sbarrato con la penna.

Lei la guarda come una bimba colta in fallo e la mora strappa il foglio buttandolo nel water, scaricandolo. Sempre con la sua solita leggerezza e pacatezza.

«Vino bianco comunque..» sussurra Maca.

«Vino bianco?» chiede alzando la voce l'araba, trattenendo una risata ironica.

Si siede davanti a lei, con le braccia stese sul tavolo e sospira, reprimendo la rabbia. Decidendo di restare calma, per una volta.

Nota che la compagna è confusa ma anche delusa, infondo questa cena è l'unica cosa per cui gioire, è la sua luce infondo al tunnel, e mossa da non si sa quale sentimento, decide di farle decidere almeno la bevanda.

«Vada per il vino bianco, allora. Ma la cena la scelgo io. Andiamo» Si alza, uscendo dalla stanza velocemente, seguita da una Macarena sorridente.

Le due si dirigono verso l'ufficio del nuovo direttore, che non si sente e non si vede mai, da solo ordini. Ma Zulema ormai lo conosce bene per le sue numerose cazzate, e sa come giostrarselo...

Infatti, come se fosse di casa, entra senza bussare e la bionda la segue interrogativa.

L'uomo sobbalza spaventato, fortunatamente stava soltanto leggendo dei fogli. Punta gli occhi sulle due donne, non capendo cosa stia succedendo e perché nessuno lo ha avvisato del loro arrivo.

Macarena fa spallucce e lui sposta tutta la sua attenzione sull'araba, che afferra una caramella dal contenitore di plastica sulla scrivania e si siede, mettendosi comoda.

«Due tagliate di carne, per me cottura leggera, la voglio al sangue. Per la rubia cottura media altrimenti le vengono i sensi di colpa»

Poi si sporge verso il direttore e sussurra, ma facendosi comunque sentire da Macarena «A volte finge di essere vegetariana..»

La donna alle sue spalle, e ancora in piedi, l'ammonisce, intimandole di smetterla di scherzare.

«Ovviamente aggiungiamo anche una buona insalata con dei pomodorini ben lavati, senza quei cazzo di vermi che mi trovo nel pranzo ogni giorno e come dolce..» Si gira verso la sua compagna, che subito interviene «Io vorrei una panna cotta» dice con gli occhi sognanti.

«Si certo, e io vorrei lo stipendo raddoppiato. Non ci sarà nessun dolce, è già tanto questa stupida cena.. andatevene» Esclama lui, duro, dopo aver scritto due cose su un pezzo di carta, contro voglia.

Zulema non si muove dal suo posto, evidentemente non ancora soddisfatta. Ruba il foglio bianco dalle mani del direttore e inizia a scrivere qualcosa.

«Se la rubia vuole la panna cotta avrà la panna cotta, ed io invece voglio un tiramisù. Faccia in modo di non sbagliare a dare ordini altrimenti finirà molto male» Sorride la mora, ironica. Alzandosi, provocando un gran rumore con la sedia.

L'uomo alza gli occhi al cielo, infastidito, e le due escono dalla stanza, chiudendo la porta.

«Allora a stasera rubì» sorride Zulema divertita, sembra davvero felice, stranamente.

Forse passare del tempo con Macarena le potrebbe far piacere, ma a se stessa non lo ammetterà mai.

Gira l'angolo e se ne va, tornando probabilmente nella propria cella.

Macarena si dirige nella propria invece, non avendo più nulla da fare. Sorride anche lei, stare con Zulema è stato bello, hanno ottenuto ciò che volevano, si è divertita in fondo.

Ripercorre il corridoio e i suoi occhi vanno involontariamente sulla branda della mora, la trova a leggere ancora. A volte sembra così tranquilla, e ultimamente la vede più serena, non cerca rogne e non ne da, almeno così pare..

Non riesce a smettere di pensare a lei e ai suoi modi di fare, a quel sorriso che le ha rivolto poco fa, dicendole che si sarebbero viste a breve.. e il solo pensiero la manda su di giri. Non vede l'ora di vederla in altre vesti, non vede l'ora di stare qualche ora sola con lei, a parlare magari.. o solamente a guardarla.

Entra nella propria stanza. Tere è in infermeria per controllare i suoi progressi, non prende sostanze da molto ormai. Quindi trova soltanto la riccia, che subito le sorride.

«Cazzo mi sei mancata, ci avete messo un bel po' eh.. dimmi, che avete chiesto?» chiede subito lei, curiosa.

Macarena inizia a raccontarle tutto, probabilmente con troppa enfasi nella voce, e Kabila se ne rende conto.

«Sembra.. che tu sia stata quasi bene..» Tentenna la riccia, forse per paura della risposta, chiara a entrambe.

«Lo sono stata» si lascia sfuggire la bionda, rendendosi conto solo dopo di ciò che ha detto alla sua ragazza, e anche a se stessa.

Non è dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora