Se Zulema vuole...

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19.30

Questo è l'orario che segna l'orologio della mensa di Cruz del Norte.

Angeles, la nuova arrivata, esce dalla sua cella frettolosamente appena sente la guardia urlare di dirigersi a mangiare. È spaventata, è qui da soli due giorni e non ha chiuso occhio neanche un minuto.

Due ragazze si picchiano in un angolo e nell'altro ci sono le drogate che approfittano della confusione per scambiarsi qualche sostanza.

Macarena Ferreiro ed Estefania escono dalla loro stanza felici e sorridenti, con le mani intrecciate e gli occhi lucidi, come se non vivessero in carcere, come se stessero andando ad una cena spensierata con gli amici.

Saray le guarda da lontano, maledicendo ogni minuto della sua vita la bionda. Pensa che lei non sappia che fortuna abbia a stare con Kabila, pensa che lei non sappia apprezzarla come dovrebbe, pensa che non la ami abbastanza.

La cena è un momento di tranquillità e stanchezza per la maggior parte delle persone.
E poi c'è lei... che stanca non è mai. Fa entrata nella mensa provocando il silenzio di quasi tutti, con la sua tuta nera e il caschetto altrettanto nero. I suoi occhi attenti e delineati dalla matita scura scrutano l'ambiente attorno a lei, come se ci fosse sempre qualcosa di nuovo da guardare, da studiare.

Da mesi, ormai, non parla con nessuno. Non che prima lo facesse.. ma ora non minaccia neanche. Non pianifica nessuna fuga e nessuna vendetta. Semplicemente si limita ad osservare e questo spaventa. Sia se stessa che gli altri.

«Giuro che gli spacco la faccia» ringhia Saray contro Macarena, sentendo il corpo dell'araba accanto a lei.

Stanno guardando la stessa persona, la bionda. Che sorride a tutti quanti e prende il suo vassoio come una bambina nella mensa dell'asilo. Dio, quant'è patetica.

Zulema non riesce a capire come un essere fragile come lei riesca ancora a sorridere dopo la morte del padre, della madre, della nipote e della sua amica Soledad.. per non parlare della sua pena raddoppiata e una, praticamente, vita fottuta.

La osserva attentamente. La vede attorcigliarsi i capelli intorno ad un dito e guardare curiosa ciò che ci sarà da mangiare, come se avesse il lusso di aspettarsi che da un momento all'altro le servino ostriche e champagne.

La mora si alza, scocciata dai suoi stessi pensieri e si mette in fila anche lei.

«Metti la mela» ordina autoritaria Zulema, una volta arrivato il suo turno, verso una delle tante nuove detenute finite in carcere per "sbaglio". Secondo la loro opinione è sempre uno sbaglio..

Il suo vassoio contiene una minestra arancione, un bicchiere d'acqua e due fette di pane mosce. Tutti sanno che Zulema si nutre solo di mele, l'unico cibo che le piace davvero e che qui in carcere è facile trovare, o almeno, era..

«Sono finite» risponde la ragazza, con una voce lenta e sbiascicante per via della mancanza di alcuni denti e la morfina che ha in corpo.

«Non dire cazzate sdentata del cazzo e dammi la mia mela» Risponde dura, minacciandola.

La rossa prova a dire che sono davvero finite e questo non fa altro che aumentare la sua ira.

Improvvisamente una mano bianca e sottile poggia una mela rossa sul vassoio grigio di Zulema.

Il rosso, in contrasto con la sua pelle chiara le fa alzare lo sguardo per la curiosità e incontra gli occhi verdi di Macarena, che mantiene, invece, un'espressione seria.

L'espressione di una che da un momento all'altro si aspetta la mela in poltiglia, sputata sul proprio viso.
L'espressione di una che non si aspetta un abbraccio e neanche un "grazie".

Ma l'araba non lo fa. Non la insulta, non ride di lei e del suo gesto genuino. Non oggi. Non ora come ora.

Afferra il frutto e lo addenta, facendole un occhiolino per ringraziarla e va ad occupare il suo tavolo, lasciato libero da chiunque sia nei paraggi.
Tutti sanno l'unica che può sedersi è Saray, che in questo momento sta flirtando con la riccia per l'ennesima volta.

Le stesse mani che le hanno donato la cena si posano sul suo stesso tavolo, proprio al posto davanti al suo.
Anche Macarena sa che quel posto è intoccabile, eppure non gliene frega niente, eppure le piace stuzzicare la mora. Lascia cadere il suo corpo sulla panca e incrocia le braccia al petto, avvicinandosi alla donna.

Zulema non alza lo sguardo dal suo cibo, non saprebbe che dire e tantomeno le interessa quello che sta per sentire.

«Andrò al punto. Credo tu stia escogitando la mia morte» Le sue parole escono velocemente, quasi con un cenno di preoccupazione ma sempre con quella serietà che la rende diversa da tutte le altre carcerate.

Zulema alza gli occhi, per capire se sia davvero seria. E quando capisce che effettivamente è così, scoppia in una risata sonora che fa girare metà della gente accanto a loro. Comprese Saray e la riccia, che guardano la scena non capendo, e anche preoccupate che da un momento all'altro le due si possano uccidere a vicenda.

Macarena si passa una mano sul volto, stanca della solita ironia della mora e ripunta gli occhi nei suoi, a cercare la verità.

«Aspetto che tu esca da qui per ammazzarti. Per farti assaporare la libertà per qualche minuto e poi togliertela, come tu la tolsi a me iniettandomi aria nelle vene» Parole crude e dure escono dalla sua bocca, senza più un minimo di ironia.
Il passaggio dalle risate amare alla freddezza ha sempre gelato tutti quanti, ma non Macarena, che ormai la conosce da anni.

La bionda è quasi sollevata, ma non può essere certa che questa sia la verità, anzi.. potrebbe essere tutta una falsa.
E allora vorrebbe capire cos'ha tanto da guardare.
Ovunque lei si trovi sente il suo sguardo addosso, a penetrarla dentro, a strapparle quel poco di sicurezza che ha acquisito in questi anni.

Tutt'altro però, quando si passa le mani sul seno nudo per sciacquarsi, quegli occhi le fanno quasi piacere. La fanno sentire desiderata. Concetto del tutto sbagliato dal momento che Zulema sicuramente non pensa a qualcos'altro che vada oltre l'odio.

Vorrebbe parlarle. Da quando hanno torturato Sandoval, dalla morte di Sole, tutto è cambiato. Loro sono cambiate.
Ma senza aggiungere altro si alza, bevendo l'ultimo sorso d'acqua e lanciando il vassoio sul ripiano lercio.

Cosa si aspettava? Che Zulema le svelasse cosa avesse in testa? Non succederà mai. Che si aprisse con lei? Che magari le parlasse di Fatima? O che addirittura la considerasse amica? È assurdo che pensi ad una cosa del genere nei confronti della donna che le ha rovinato la vita, che le ha tolto la felicità e la famiglia.

Vorrebbe soltanto sapere cosa ha in serbo per lei, ma non può. Dovrà capirlo da sola.

Se Zulema vuole, ti avvelena l'acqua o ti soffoca mentre dormi, se Zulema vuole ti uccide e te non puoi fare niente per fermarlo.

Ma la bionda sa, in cuor suo, che questi non sono i suoi piani.

Spazio autrice

Non vedevo l'ora di scrivere una storia su Zulema e Macarena!!
Sarà difficile non uscire dai loro caratteri e descriverli al meglio.
Sarà difficile immaginarsi quello che tutti avremmo voluto vedere in Vis a Vis.
Comunque spero che questo primo capitolo vi piaccia.. fatemi sapere se vogliate io continui. 🌟

Non è dettoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora