La mia gente

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«Ho beccato Amanda parlare con una guardia» si giustifica Saray, gesticolando animamente, mentre le due entrano nella cucina.

«Ragazze... dovreste sapere ormai che non mi piace chi fa la spia!» esclama Zulema, facendo entrata e aprendo le braccia, come fosse Dio, portando tutta l'attenzione su di se'.

Le due ragazze in fondo alla stanza si girano verso di lei, spaventate.

«Lidia..» mormora avvicinandosi, per poi farle una carezza sulla guancia «Lo sai che chi fa la spia non è figlio di Maria?» sussurra, a un centimetro dalle sue labbra e puntando lo sguardo nei suoi occhi. La bionda le afferra il polso e lo allontana da lei, prendendo tutto il coraggio del mondo.
«Non ho fatto niente, non toccarmi»
La mora fa un profondo respiro, per poi parlare.

«Mi fanno impazzire le bionde prepotenti» le afferra di nuovo la mandibola e le lascia un bacio a stampo. Che Zulema sia chiaramente fuori di testa è risaputo, questo suo gesto non ha il minimo senso e infatti non stupisce nessuna delle presenti.

«Non mi usare per compensare quello che non puoi dire a quella rubia di merda» mormora incazzata, probabilmente in cerca di problemi. L'araba socchiude gli occhi e rilascia un altro sospiro, prima di prenderla per il colletto e portarla violentemente verso il frigo.

«Cazzo» mormora Saray, buttando un'occhiata alla porta principale per controllare se qualcuno abbia sentito qualcosa e stia arrivando a controllare.

«Non devi parlare così della mia gente» Sorride nervosa, stringendo ancora di più le mani intorno al suo collo.

«La tua gente? O quella di cui ti sei innamorata?» dice con fatica.

«Callate» mormora in difficoltà, tirandole i capelli e con l'altra mano facendo ancora pressione sul suo collo.

«Zulema arriva qualcuno» si allarma Saray, sentendo dei passi sempre più vicini, ma la mora sembra essere troppo concentrata a distruggere il bel visino di quella finta bionda.
«Zulema!» urla ancora Saray, ora strattonandola.

«Non la devi neanche guardare» sussurra poi, riferendosi a Macarena e sputandole sul viso, per poi uscire velocemente dalla stanza, seguita dalla gitana.

«Che cazzo ti é preso li dentro?» chiede, aprendo le braccia, spazientita.

«Quella ragazza deve imparare a stare zitta» ironizza l'araba.

«Dovevi punire Amanda, non lei»

«Non dirmi quello che devo fare. Amanda da domani non sarà più tra noi, facile»

«Zulema che cazzo dici, eh?» sussurra avvicinandosi al suo viso, preoccupata.

«Quello che c'è in ballo é troppo grande per esser mandato a puttane da una stronza»
Se ne va, non volendo sentire altro, camminando più veloce e dentro di lei, inconsciamente, c'è solo una voglia.
La voglia di vedere Macarena. La ragione é sconosciuta, ma le parole di Lidia l'hanno ferita, e deve dimostrare a se stessa che non é così. Se la vuole solo scopare, e ci riuscirà. E scopare non é amore, quindi secondo la sua logica contorta deve farlo.
Non é innamorata proprio di nessuno, neanche è capace a farlo.

Va diretta verso il bagno, sapendo di trovarla sicuramente lì. E infatti é così. La trova completamente nuda, con in mano l'asciugamano con il quale sta tamponando i capelli, mentre parla con una detenuta.

La sua pelle é così bianca e liscia, e i suoi seni sono perfetti. E la donna davanti a lei non smette di guardarla, ovunque.
Senza pensarci due volte, a passo svelto, va verso di lei e la prende dal braccio, per poi sbatterla sulla parete di quel bagno che tante volte le ha viste vicine. Si chiude la porta alle spalle e la trascina con sè.

«Zulema, smettila con questo tuo giochetto» incomincia lei, incrociando le braccia, per niente spaventata di essere nuda e chiusa in un buco con lei, la detenuta più pericolosa del carcere.

A differenza della donna rimasta fuori che continua a bussare e minacciare di chiamare la guardia, sapendo quanto sia pericolosa la mora.

«È tutto apposto Anita, stiamo solo parlando» risponde la bionda, con una punta di fastidio nella voce.

«Bionda io non faccio nessun giochetto» ironizza l'araba, passandosi una mano tra i capelli e appoggiando i palmi della mani di fianco alle sue spalle nude, chiudendola tra lei e il muro.

«Ma se sei ovunque, te, la tua ironia di merda e il tuo comportamento da pazza!» Anche oggi Macarena ha preso la stessa dose di coraggio di Lidia evidentemente.

«Ha parlato il finto angioletto, che sotto sotto vorrebbe uccidere tutte le stronze qui dentro ma che poi si piange addosso per quello che le succede, mh?» chiede, non volendo risposta, avvicinando il viso al suo.

«Sei una figlia di puttana Zulema» le urla contro Macarena, mettendo su quel suo broncio naturale. La mora non risponde più delle sue azioni, e forse neanche la bionda...
perché dopo qualche secondo di silenzio e uno sguardo che ha detto più di mille parole, si saltano addosso contemporaneamente, facendo scontrare violentemente le loro labbra.

Si sbattono su una parte e poi sull'altra, mischiano le loro lingue e i loro sapori, entrambe con gli occhi chiusi, come a non voler mai che questo momento finisse.

L'araba le afferra una natica, come quella volta sotto la doccia, e con l'altra mano le afferra una coscia e poi l'altra per farle incrociare le gambe intorno al proprio bacino.
Non lascia, però, la presa sul fondoschiena che si fa sempre più possessiva, le unghie graffiano la sua pelle bianca e liscia e questo alla donna sembra essere piaciuto, visti i gemiti di approvazione.

Macarena non è di certo un'angioletto e con le sue dita si fa spazio sotto la canotta bianca della compagna, toccando prima le costole e poi un capezzolo, piacevolmente duro. Con il quale gioca e nonostante il momento già eccitante, immagina leccare tutta la pelle dell'araba.

«La prossima volta che ti vedo così nuda davanti ad una donna ti ammazzo, e sai che prendo molto sul serio questa parola» mormora Zulema, impegnata con le labbra e i denti sulla sua clavicola.

«Anche adesso, sono nuda davanti a te» sussurra, fuori di se, cercando problemi e sentendo una bocca e una lingua scendere sempre di più sul suo corpo.

«Solo io posso vedere questa..» sussurra in ginocchio, per poi far scorrere tutta la lingua sull'intera apertura, assaporandola come fosse un gelato. E portandola a muovere tutto il corpo in avanti e a buttare le mani sulla testa nera che la sta facendo impazzire.

«Sono fidanzata» mormora Maca, tra un gemito e l'altro. Ricordandosi della riccia improvvisamente, ma allo stesso tempo non volendo dare fine a quel contatto troppo piacevole.

«Peccato che quando ti fotte pensi alla mia lingua.. Maca, Maca..» Ride alzandosi, senza aver finito il suo lavoro, per poi uscire dal bagno, ma la bionda non vuole per nessuna regione al mondo che finisca così. Non é una novità che Zulema la porti all'estremo senza farla godere, per lo meno vuole un altro contatto.

Le tira i lunghi capelli indietro per fermarla, guadagnandosi una brutta occhiataccia.

Ma ora come ora non interessa, le due si saltano addosso ancora, riempiendosi di baci violenti, pieni di rabbia e passione.

Inutile dire che il sogno erotico di Zulema sarebbe proprio fottersi la bionda nel bel mezzo del bagno, davanti a tutte, ma non può, almeno non ora. Esce da quel bagno con un sorriso strano, che non riesce a spiegarsi. Ama l'attrazione sessuale che c'è con Macarena e ama come la donna le ha toccato il seno senza spingersi troppo oltre, probabilmente aspettando una sua reazione o consenso. D'altra parte non riesce a smettere di pensare ai suoi gemiti e alla sua carne calda, per non parlare del modo in cui inclinava il collo e come stringeva le mani sulla sua testa per dettarla nei movimenti. La manderà all'inferno, più di quanto non ci debba già andare di suo.

Spazio autrice
I know, I know.. non posto da cent'anni ma non avevo ispirazione/tempo/voglia. Sto passando uno dei periodi di strani e brutti della mia vita. Anyway... l'ho scritto di frettissima e spero non ci siano troppi errori.

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