Sei lettere

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«Amore.. buongiorno» mormora la riccia, infilandosi nel letto di Macarena, per dedicarle un po' di tempo. Negli ultimi giorni le due non hanno avuto neanche un po' di tempo per scambiarsi qualche bacio.

«Riccia, che ore sono?» domanda lei, dolcemente.

«È presto, tra mezz'ora c'è la sveglia..» sussurra languida, facendo capire subito le sue intenzioni.

E la bionda non se lo fa ripetere più volte, ha veramente bisogno di una scopata.
Deve dimenticare tante cose, ha una confusione pazzesca nella testa, a partire da Zulema fino ai suoi soliti pensieri quotidiani.
La tensione le si è accumulata in tutto il corpo e sono giorni, ormai, che è rigida, ansiosa, nervosa.

La riccia sorride, felice, forse anche lei ne ha bisogno. Subito, infatti, butta le labbra sul suo collo. Non hanno tempo, come quasi tutte le volte e senza troppi preliminari, le sue mani lunghe vanno sotto gli slip di Macarena e lentamente inizia a ruotare un dito intorno al clitoride.

Lei subito, butta il collo all'indietro, godendosi pienamente il momento. Dimenticandosi, forse, di dove si trova.

Butta uno sguardo preoccupato sulle sue compagne di cella, Teresa neanche riesce a vederla, è coperta fino a sopra il naso con le lenzuola nonostante non faccia molto freddo e Lidia è girata di spalle, sembrerebbe quasi una dodicenne fuori posto, capitata nel luogo sbagliato.

Kabila aumenta il suo movimento, sentendosi probabilmente eccitata, adesso affondando un dito nella sua apertura. Ma la bionda, per quanto non voglia, ha la testa ancora nei suoi pensieri.
Pensieri che hanno un nome, ed il nome è proprio: Zulema.

Un po' se la immagina, sopra di lei, con le sue labbra fine e scure, a baciarle la pelle voracemente. Immagina la paura che potrebbe avere con una come lei al fianco, ma anche tutta la passione che lei emanerebbe. La passione che la contraddistingue.

Ora infila un altro dito, violentemente. La guarda con quei suoi occhi profondi e furbi, le fa un sorriso, come per farle capire che le piace quello che sta succedendo, che adora farla impzzire.
Poi afferra con forza un seno e lo stringe, buttandoci sopra la bocca. Lecca i contorni del capezzolo, per poi stringerlo tra i denti improvvisamente. Questo gesto fa completamente urlare Macarena, facendole provare una forte scossa in tutto il corpo, che inarca.

È sul punto di venire, le dita sono diventate tre e le smuovono tutto il corpo, su e giù. Toccano punti indefiniti. Stringe gli occhi per imprimere bene quel piccolo sogno erotico che sta facendo e finalmente viene, urlando, dimenticandosi di chi ha intorno.

«Zulema..» urla Macarena, prima che il movimento possa cessare.

«C-cosa?» mormora la riccia, alzando il viso dal suo collo, con un espressione indecifrabile.

La bionda si rende conto di aver fatto sesso con la sua ragazza, pensando ad un'altra. Si rende conto che non era la mora, e questo da una parte la rattrista, dall'altra la fa sentire maledettamente in colpa.

Sembrava così reale, così vero. Le sue compagne di cella si sono svegliate, e la guardano scioccate, ognuna sui propri letti a gambe incrociate, e incazzate per esser state svegliate con dei gemiti e degli urli, quando potevano dormire ancora altri dieci minuti.

«Io.. beh no.. io..» tenta di giustificarsi, ma il suo cervello si spegne automaticamente. Cosa dovrebbe dire? C'è davvero rimedio a ciò che ha fatto?

Kabila continua a chiederle spiegazioni, strattonandole una spalla. Ma all'ennesima non risposta, Lidia scoppia a ridere battendo le mani, come se avesse appena assistito ad uno spettacolo comico e la ragazza monta giu' dal letto, aggiustandosi i pantaloni e la canotta. Sussurra qualcosa e ha gli occhi lucidi, anche Teresa scende dal letto e cerca di fermare la riccia.

Macarena si risveglia, al suono di quella risata terribile, la ignora, ora non ha tempo di vedersela anche con la bionda.

«È che.. ho.. una cosa in sospeso con Zulema, le devo dei soldi. Me ne sono ricordata ora e ho detto il suo nome, non è come pensi.. m-mi dispiace davvero» Inventa questa cazzata colossale in un secondo, il carcere le ha portato anche ad essere una meravigliosa attrice. Ma la riccia non le crede, in fondo vorrebbe, ma quel nome, quelle sei lettere non sono uscite dalla sua bocca con terrore o stupore, sono uscite con desiderio, passione e lo sa bene.

«E dici il suo nome proprio mentre te la sto leccando?» urla la ragazza, provocando l'ennesima risata di Lidia.

«Dio, vuoi stare zitta porca troia?» Impreca Maca alla bionda, che alza le mani in segno di resa e lascia la cella, ancora ridendo sotto i baffi.

«Amore..» cerca di avvicinarsi alla riccia, un po' le tremano le mani, le fa una carezza sul volto, ma Kabila lo ritrae subito, voltandosi.

«Sono in una brutta situazione con lei, mi è venuto in mente solo in quel momento, credimi» Mentre dice queste parole non può guardarla negli occhi, non ci riesce, ed è il minimo.

In ogni caso cosa dovrebbe dirle? Che vorrebbe scoparsi la donna etero che le ha rovinato la vita? E che continua a farlo, a quanto pare.

Ora l'unica cosa che resta da fare è cercare l'araba, e pregarla di mentire per lei, di coprirla con la sua ragazza. Dio, che situazione.

Spazio autrice

E se dicessi che... ho già il capitolo pronto?? Se ci saranno abbastanza visualizzazioni e commenti lo posterò verso le 11.30 🥰🥰

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