eren's pov
Questa mattina mi sono svegliato estremamente euforico, ed il motivo è semplice: non vedo l'ora di incontrare Armin.
So che può sembrare esagerato siccome lo conosco da quando ero piccolo, ma che ci posso fare, voglio a quel nanetto un bene immenso, ogni volta che usciamo il mio umore arriva fino alle stelle. Nessuno potrà mai capire il bene che voglio a quel ragazzo, è semplicemente inspiegabile a parole.A scuola, stranamente, faccio poca attenzione alle lezioni, la mia mente è completamente immersa nel pensiero di rivedere Armin.
Quando la lezione sta per finire il professore ci comunica i compiti per casa e prendo il mio diario, lo apro sulla pagina di oggi e noto che è venerdì. Merda. Ho gli allenamenti oggi pomeriggio. Devo dirlo ad Armin. Lo inviterò a cena e a dormire da me, così potremo passare un bel po' di tempo insieme. Cambio pagina e segno i compiti per lunedì, poi al suono della campanella prendo il telefono e scrivo un messaggio ad Armin per spiegargli la situazione:~ehi Armin, scusa se ti scrivo durante l'orario scolastico, ma solo adesso mi è tornato in mente che oggi pomeriggio ho gli allenamenti e non posso proprio mancare, tra poco ho le nazionali~
~mi chiedevo, siccome non voglio rinunciare ad uscire con te, perché non ti fermi a guardare al mio allenamento poi vieni a casa mia e mangi da me?~
~puoi anche fermarti a dormire, tanto sai che per me non è un problema. fammi sapere, ci vediamo dopo~Spengo il telefono e lo metto in tasca, poi mi alzo e mi dirigo verso il bar della scuola. Mi metto in coda e ringrazio mio padre per avermi iscritto ad una scuola privata, qui le persone sono tutte tranquille come me, al bar c'è una coda ordinata e non un ammasso di gente davanti al bancone, ci sono dei tavolini puliti con sopra dei giornali e il personale è di una gentilezza assurda. L'unica cosa buona che abbia fatto mio padre, è stato iscrivermi a questo liceo.
Quando arriva il mio turno prendo un caffè ed un panino, poi mi siedo ad un tavolino e mangio il mio pranzo. L'unico problema del non avere amici è che non ho nessuno con cui parlare a pranzo, finisco sempre per mangiare da solo. Non che mi dispiaccia così tanto, però un minimo di compagnia non sarebbe male.
Finisco il panino e mando giù in un sorso il caffè, poi porto il piattino e la tazzina al bancone e mi avvio verso la mia classe per terminare le lezioni.[...]
La campanella suona puntuale alle quattordici e in modo ordinato ci prepariamo tutti il nostro zaino e ci avviamo verso l'uscita. Quando metto piede fuori dalla struttura il familiare senso di oppressione che di solito mi travolge oggi non lo sento. Mi incammino verso il cancello e appena lo supero mi porto una sigaretta alla bocca e la accendo. Mi dirigo verso l'istituto dove è situata la scuola di Armin a passo svelto, impaziente di vederlo.
Appena lo vedo seduto vicino al cancello della sua scuola intento a guardare il suo telefono, probabilmente aspettandomi, mi avvicino e mi siedo affianco a lui.
-devo ammettere che ci metti parecchio impegno in questo gioco eh?- gli dico all'orecchio.
Sobbalza sul posto, spaventato. Gli sorrido, ma non faccio in tempo a vedere il suo di sorriso che mi salta addosso abbracciandomi, facendoci quasi cadere, guadagnandosi un abbraccio di rimando.
-idiota, ti sembra il caso di spaventarmi così? Potevi farmi venire un infarto- mi rimprovera puntandomi il dito contro.
-oh piccolo principino, mi dispiace, c'è qualcosa che posso fare per farmi perdonare?- gli dico ridacchiando, e lui mi porge semplicemente la mano, senza dire nulla.
Capisco subito quello che vuole, così gli appoggio sulla mano il pacchetto di sigarette e lui ne prende subito una, se la porta alle labbra e io gliela accendo.
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E M Ø T I Ø N A L||ereri||riren||
FanfictionAvete presente Attack on Titan? Ecco, dimenticatevi tutto, non ha nulla a che vedere con questa storia. Eren è il figlio diciassettenne di un ricco imprenditore di fama mondiale. Levi è un venticinquenne sbandato che farebbe qualsiasi cosa per sanar...