CAPITOLO 10

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eren's pov

Non riesco a dormire, come puoi dormire nel posto in cui ti hanno violentato?
Mi sto rigirando nel letto da tutta la notte, ma non è solo il posto a tenermi sveglio. Insomma, quel ragazzo che mi si è presentato prima mi ha particolarmente scosso, non sono nemmeno riuscito a vederlo in faccia eppure mi ha colpito.
Forse è solo per i segni sul collo, forse è perché mi ha rapito ma non è stato cattivo con me, nonostante le minacce per domani.. forse è solo la mia cazzo di immaginazione e dovrei davvero preoccuparmi per la mia incolumità.
Ma non ci riesco, cazzo, non riesco a preoccuparmi per me stesso quando sono il primo ad attentare alla mia stessa vita.

Mi guardo il braccio fasciato e decido che è il momento di togliere la fasciatura, tanto il taglio guarirà da solo. Mi guardo la ferita e sento gli occhi pizzicare, vorrei davvero piangere, vorrei sfogarmi, ma allo stesso tempo non voglio svegliare i signori rapitori e farmele dare.
Mi alzo, arrendendomi all'insonnia, e inizio a camminare per quel buco come per farmi stancare, e solo adesso mi ricordo di avere ancora addosso la divisa di scuola. Cazzo.
Mi tasto tutte le tasche e finalmente nel taschino della camicia trovo ciò che cercavo: porto sempre con me una lametta. Per ogni evenienza, non si sa mai quando potrebbe ritornarmi utile.
⚠️TW autolesionismo, se vi triggera saltate fino a quando non ci saranno altre emoji come queste⚠️
Mi alzo una manica, sedendomi sul letto, e inizio a fare disegni astratti sul mio braccio. Ho bisogno di distrarmi, ho bisogno di dolore fisico, voglio dimenticare, andarmene, drogarmi della vista del mio sangue che sgorga fuori dal mio braccio.
La lametta è nuova, non l'ho mai usata, e lo si può capire da quanto è affilata. Taglia perfettamente, va a fondo come si deve e non fa nemmeno troppo male. Il sangue esce che è una meraviglia e mi sporca tutto il braccio.
Ho esagerato, di nuovo, e il sangue non smette di uscire.
⚠️fine TW⚠️
Voglio andare all'ospedale. Voglio chiedere scusa ad Annie per averla delusa, voglio chiedere scusa ad Armin per non mantenere mai la promessa che gli faccio ogni volta.. ma questa volta non posso fare nulla di tutto questo, se non aspettare che il sangue smetta di uscire da solo.

-scusa Armin, giuro che quando mi lasciano andare ti offro un gelato e ti porto a pattinare con Jean, qualsiasi cosa tu voglia, basta che mi perdoni. Anche tu Annie, per favore.- sussurro tra me e me.

Sento le lacrime rigarmi le guance e il freddo che mi fa tremare. Mi accovaccio su me stesso, facendo attenzione a non intaccare il braccio ormai lacerato e distrutto, e la stanchezza portata dal pianto mi culla in un sonno senza sogni.

[...]

Quando mi sveglio, l'ennesimo mal di testa di colpisce e non riesco ad aprire gli occhi, sento una fortissima luce che mi colpisce gli occhi. Come fa ad entrare così tanta luce in un posto senza finestre?
Apro un occhio e davanti a me vedo una finestra enorme, la riconosco, è il finestrone del capannone principale. Che ci faccio qui?
Spalanco gli occhi, sentendo un'improvvisa vergogna: mi sono addormentato con il braccio tagliato completamente a vista ed ero accovacciato al bordo del letto con le lacrime che mi rigavano gli occhi, che vergogna essermi fatto vedere in queste condizioni.
Provo ad avvicinare il braccio al mio petto per coprirlo, nonostante serva a poco, ma non ci riesco, e solo dopo aver guardato il mio polso mi rendo conto di essere legato ad una sedia.
E attorno a me è pieno di attrezzi da tortura.
Quindi intendeva questo il ragazzo di ieri sera quando parlava dell'altro incarico per cui era allestito?
Wow, non pensavo facessero così tanto sul serio.
Ora l'ultimo problema è scoprire quanti sono. Di sicuro non è solo il nano di ieri sera, è troppo basso per avermi portato da casa mia a qui, e a giudicare dal fatto che l'ho visto più di una volta sui pullman che prendo di solito probabilmente non ha una macchina, deve avere almeno un aiutante.

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