CAPITOLO 17

425 22 2
                                    

eren's pov

Sono rannicchiato sul letto, non ho le forze di muovermi, non sono nemmeno riuscito a rivestirmi del tutto.
Quando Levi è uscito da qui ho messo la scrivania davanti al portone così che nessuno possa entrare visto che si apre verso l'interno, ho bisogno di starmene per i fatti miei. Mi sono semplicemente rimesso i boxer e mi sono rannicchiato sul letto.

Non so neanche che ore sono, ho rotto la sveglia contro la parete del capannone e ho spento il telefono.
E visto che il lupo perde il pelo ma non il vizio, ho fatto di nuovo una cazzata. Porto sempre una lametta nella cover del telefono, quindi l'ho presa e ho.. distrutto il mio corpo. Gambe, braccia, petto, ho inciso la mia pelle ovunque, ho perso un sacco di sangue, il letto è una pozza rossa e sono allo stremo delle forze. Avrei bisogno di medicazioni e di mangiare qualcosa, mi sento davvero male, ma non riesco a muovermi.

Qualche ora fa Hanji è venuta a svegliarmi ma dopo la sedicesima volta che mi ha chiamato ci ha rinunciato e mi ha lasciato stare.
Non so più cosa fare.
Ai piedi del letto vedo il borsone che mi ha portato ieri Levi, è aperto, ci avevo dato un'occhiata per vedere se i libri che ha preso erano quelli giusti.
Non riesco nemmeno più a studiare. Non riesco più a fare nemmeno l'unica cosa che mi portava avanti.

[...]

Ormai credo sia pomeriggio inoltrato, inizia a fare parecchio freddo. Ormai siamo a metà dicembre, si inizia a sentire.
Sono riuscito ad alzarmi, mi sono bendato le varie parti del corpo con i pezzi delle lenzuola e mi sono messo una felpa e un pantalone della tuta, mi sono seduto alla scrivania e ho iniziato a studiare.
Ho ripassato tutte le cose che sapevo già meglio, così da fissare l'argomento, poi sono passato agli argomenti con cui faticavo di più e ormai saranno già tre ore che mi alleno.
Ho fame, ho sete, mi sento debole e sul punto di svenire e ho bisogno di una fottuta doccia, sono appiccicoso, sporco e maleodorante.
Rivoglio la mia vita di prima.

Sposto la scrivania dal portone e la rimetto a posto, poi faccio per aprire il portone e, con mia enorme sorpresa, si apre.
Esco chiudendomi il portone alle spalle e mi avvio verso il capannone principale.
Vedo Hanji che sta salendo così mi avvicino a lei e, quando mi vede, le prende un colpo.

-oh mio dio Eren ma che cosa hai combinato?! Perché sei ridotto così?- mi chiede guardandomi le braccia e il viso scavato dalle lacrime.

-ehm.. ho avuto una crisi ecco.. volevo chiederti se potevi.. medicarmi magari? Mi sento sull'orlo dello svenimento per tutto il sangue che ho perso.- dico, guardandomi le braccia e facendo spallucce.

-dio Eren sei incredibile.- mi prende sotto braccio e mi porta al piano di sopra e mi aiuta a medicarmi.

Dopodiché mi prepara un panino e mi fa mangiare con calma, poi quando finisco si siede davanti a me e incrocia le mani sul tavolo.

-Eren, dobbiamo parlare di questa crisi. Ti sei tagliato ovunque e hai perso quantità di sangue incredibili, ti sei chiuso nel capannone e ora sei qui che mi chiedi aiuto. Vuoi dirmi cos'è successo? Prometto di non parlarne a nessuno se non te la senti.- mi prende le mani nelle sue e mi sorride come una mamma amorevole.

-se te ne parlo, prometti di non parlarne mai e poi mai con nessuno e che sarà una cosa che resterà solo tra di noi?- chiedo, preoccupato.

-ma certo che te lo prometto Eren, puoi contare su di me.- dice, e credi di poter contare su di lei.

-ok ok.. beh ecco.. non so se lo hai notato, ma io e Levi ogni tanto scherziamo e ci stuzzichiamo a vicenda e beh abbiamo fatto coming out entrambi diciamo. Non so se ti ricordi che ti avevo parlato dei miei stupratori, comunque in breve quando avevo tredici anni sono stato stuprato da dodici miei compagni di classe, e gliene avevo parlato. Poi, quando abbiamo fatto le pulizie di casa, non so se te lo ricordi, è successo che mentre facevo la doccia.. beh abbiamo approfittato di me. Però non è stato quello il problema, anzi lo avevo perdonato subito, giuro, non volevo si rovinasse il rapporto che c'era tra di noi, volevo continuare a scherzare con lui, però ieri sera è successo di nuovo, e ha pure avuto il coraggio di dirmi "perdonami, non so perché lo faccio" o qualcosa del genere. E lo ha fatto pure nello stesso posto dove l'hanno fatto i miei vecchi compagni di classe. Mi ha mandato completamente in pallone e ho avuto una crisi.- dico, asciugando le lacrime che intanto avevano iniziato ad uscirmi man mano che raccontavo.

E M Ø T I Ø N A L||ereri||riren||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora