CAPITOLO 12

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eren's pov

Sento delle urla provenire dal capannone principale. Sono di Levi e di quell'altra pazza amica sua.
Ma che cosa avranno mai da urlare? Vanno avanti da almeno mezz'ora.
Odio le urla, mi ricordano la mia infanzia; non mi fa piacere ricordarla. Mi paro le orecchie con le mani ma serve a ben poco.

All'improvviso le urla cessano e dopo pochi minuti le catene iniziano a sbattere contro il portone del posto in cui sono chiuso, poi una ad una cadono a terra, rivelando di nuovo la figura minuta di Levi.

-moccioso si mangia, seguimi.- dice con un accenno di rabbia nella voce, girandosi e iniziando ad incamminarsi verso il capannone principale.

-scusa, ma se non avessi fame?- dico, facendolo voltare di scatto, e sulla sua faccia si dipinge un'espressione rassegnata. Lo sto facendo esasperare, me ne rendo conto.

-non mangi da quei due giorni, non hai fame? Forza, muoviti, non farci aspettare, noi siamo affamati, al contrario tuo.- mi fa segno di uscire, così poso la penna sulla scrivania e mi alzo seguendolo.

-sei riuscito a contattare mio padre?-

-oggi non ci ho ancora provato, proverò questo pomeriggio, perché ti preoccupi tanto?-

-tu e la ragazza di sopra urlavate, pensavo fosse per colpa di mio padre. Lui porta caos ovunque.- ridacchio tra me e me. Lo odio.

-no, urlavamo perché lei dice che non devo farti male ma non mi importa di cosa dice quella stupida quattrocchi, se voglio torturarti lo farò.- dice, rivolgendomi uno sguardo che mi chiede se sono d'accordo con lui.

-beh, la decisione è tua, sembri tu il capo di quei due.- dico, entrando nel capannone principale. -non dovevo preparare io da mangiare?-

-no, Hanji ha comprato della roba già preparata e quindi per oggi sei libero.-

-Hanji è la ragazza?- lui annuisce. -immagino la cosa non ti vada a genio, o sbaglio?-

-per niente, voglio farti lavorare moccioso, non puoi essere rapito e farti pagare vitto e alloggio.-

-non mi sembra di aver opposto resistenza quando mi hai dato i miei incarichi. Scusa, mansioni.-

-smettila di fare il leccaculo e scendi di sotto che stiamo aspettando solo te per mangiare.-

Decido di non rispondere e di scendere velocemente le scale, ritrovandomi davanti la scena dei due piccioncini intenti a scambiarsi effusioni l'una seduta sull'altro. Levi fa un colpo di tosse, superandomi, e i due si staccano velocemente e ci sediamo tutti a tavola.
Secondo me Levi è gay, è ovvio.
Ho il gay-radar che sta impazzendo, emana una gay energy che è impossibile non notarla.
Chissà se anche il suo, di gay-radar, impazzisce quando si avvicina a me. Perché, se non lo facesse, sarebbe rotto.

Mentre rifletto sull'omosessualità dei presenti Hanji mi mette davanti al naso un piatto fumante di lasagne e i miei occhi si illuminano. Sono anni che non ne mangio una.
Non mi aspettavo una tale prelibatezza per un prigioniero.
Solo dopo aver sentito l'odore di quel piatto paradisiaco mi rendo conto che Levi aveva ragione, sto morendo di fame. Anche se sono abituato a non mangiare per giorni interi ho lo stomaco che esige del cibo.

Prima che chiunque possa anche solo iniziare a mangiare svuoto il piatto e mi accascio con la schiena sullo schienale della sedia portandomi le mani alla pancia e accarezzandomela.

E M Ø T I Ø N A L||ereri||riren||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora