CAPITOLO 32

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eren's pov

Mi sistemo il colletto della camicia e mi guardo allo specchio, cercando di rendermi presentabile.
Mi tiro indietro i capelli, notando come siano cresciuti in questi due mesi. Potrei lasciarli crescere adesso che ci penso.

-smettila di guardarti allo specchio moccioso, non cambia niente e ti fa venire solamente più ansia di quanta tu non ne abbia già.- mi dice Levi mettendosi dietro di me e guardandomi negli occhi attraverso lo specchio.

-hai ragione. È che non voglio farlo preoccupare, quindi voglio essere presentabile.- dico, girandomi e avvicinandomi a lui.

-tanto dopo due mesi in cui non ti ha sentito nemmeno un po', pensi che presentarti pulito e con un bel sorriso cancellerà la sua preoccupazione? È comunque il tuo migliore amico, probabilmente anche una settimana senza averti sentito lo avrebbe fatto preoccupare, quindi vai lì tranquillo e cerca di fargli capire che ora stai bene mh?- mi dice, guardandomi con uno sguardo dolcissimo.
Wow oggi Levi è veramente dolce, continua a sorridere e ad essere gentile.. aah~ ora ricordo perché mi sono innamorato.

-me lo dai un bacino per consolarmi? Mi sento così teeeso.- dico ridacchiando mettendogli le braccia attorno al collo e sporgendomi in avanti per farmi baciare.

-non ti devo niente sai?- dice, dandomi una schicchera sulla fronte per poi lasciarmi un bacio dolcissimo sulle labbra.
Mi stacco da lui e gli mettono una mano sulla fronte, preoccupato.

-stai male? Hai la febbre? Che ti succede?! Questo non è Levi, che ne hai fatto di quel nano scorbutico?- chiedo, ridacchiando, ricevendomi un cazzotto in testa come ricompensa.

-idiota. Sono solo felice ok? Dovresti goderti il momento finché dura.- dice accarezzandomi una guancia per poi affondare una mano nei miei capelli e tirarmeli leggermente indietro così da lo spazio per baciarmi il collo senza trattenere il fiato.

-mi piace questo Levi. Potrei anche non rivolere più il vecchio Levi indietro sai?- dico ridacchiando, mordendomi poi il labbro quando inizia a baciarmi sotto l'orecchio, sapendo che è il mio punto debole.

-se non la smetti ti riempio di lividi cosicché il tuo amichetto abbia qualcosa di cui preoccuparsi.- dice, tirandomi ancora di più i capelli, facendomi emettere un piccolo gemito. -però, se ti comporti bene da adesso fino a quando torni a casa, stasera proviamo quella nuova corda che abbiamo comprato stamattina.- dice, facendo un sorrisino che mi fa mordere il labbro.

-andata.- dico, avvicinandomi al suo viso e lasciandogli un bacio, per poi uscire dal bagno e avviarmi verso casa di Armin: tra mezz'ora devo essere lì.

[...]

-oh, arrivo.- sento dire da dietro la porta da mia madre.
Mi risistemo un'ultima volta la camicia prima che la faccia di mi madre mi si pari davanti e mi faccia segno di entrare.

Chiude la porta alle mie spalle, poi mi mette una mano sulla schiena e mi accarezza un braccio mentre camminiamo verso il salotto da dove vengono le voci di Armin e di suo nonno.

-ehilà, guardate chi c'è qui.- dice mia madre contenta appena mettiamo piede in salotto.

Lo sguardo di Armin e di suo nonno si sposta alla velocità della luce su di me, uno quasi spaventato e uno che non riesco a decifrare.

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