Una soluzione.

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Ayara

Buio. È tutto buio.
Perché fa così buio?
Ho paura devo andarmene...
Devo correre, avanti alzati, alzati Ayara.
Sento un ringhio che mi fa smettere di provare a lottare. Da dove viene? Finalmente una luce davanti a me mette a fuoco il posto. Sono nella foresta.
No, non di nuovo!
Devo andarmene, adesso!
In un batter d'occhio qualcuno morde la mia gamba...

《No..》 Apro gli occhi e con gran difficoltà provo rimettermi in sesto.

Un altro dannato incubo...

Due braccia mi circondano, riuscendo a calmarmi in un istante.
《Ayara...stai bene?》la voce ancora arrocchita dal sonno e con occhi indagatori, Alec cerca di capire cosa sia successo.

《Non...non è niente solo un brutto sogno.》dico cercando di non farlo preoccupare.

Lui mi guarda attentamente accigliandosi.

《Stai mentendo. Sono a causa sua non è vero?》 Chiede fra i denti, alterando il colore dei suoi occhi.

《Passeranno, ho solo bisogno di tempo.》 Dico sospirando e, accarezzandogli la guancia cerco di farlo calmare.

Lui si allontana, sedendosi sull'altro lato del letto, dandomi le spalle.

È preoccupato per me ma riesco benissimo a sentire che c'è dell'altro.

《C'è qualcosa che non va?》chiedo titubante, avvicinandomi a lui e toccandogli leggermente la spalla.

Lui sospira, passandosi una mano fra i capelli.
《Il re ha preso la sua decisione riguardo al bastardo.》

Di scatto allontano la mano, portandola al petto e un leggero tremolio invade il mio corpo.
《Non mi interessa.》dico per poi girarmi e fare finta di non aver sentito.

《Vuole che sia tu a decidere la sua punizione. Ha fatto un torto a te e non essendo più un alpha tu devi decidere come vuoi che paghi...》la sua voce sembra più un ringhio, parla scandendo bene le parole e questo non fa che aumentare il mio tremolio.

Non sono pronta, non voglio affrontarlo.

《Ma io...》 cerco di tirarmene fuori ma mi mancano le parole.

Sento Alec avvicinarsi, mettendosi davanti a me. Prende tutte e due le mie mani stringendole nelle sue grandi e accoglienti.

《Mi dispiace, non sono riuscito a fargli cambiare idea.》 Dice quasi distrutto e mi sento davvero una stupida. Lui soffre per me e io non faccio niente per rimediare al mio trauma.
Ritiro le mani sentendo un bisogno di rimanere sola con me stessa.

《Voglio rimanere da sola.》sussurro senza guardalo negli occhi.《Per favore.》aggiungo aspettando che lasci la stanza.

Chiudo gli occhi e dopo aver sentito uno sbuffo e una porta sbattere gli riapro.

Non c'è una soluzione e non posso prendere una decisione.

Mi alzo e raggiungo il bagno. Mi lavo la faccia con l'acqua fredda traendone in certo sollievo.

Che decisione dovrei prendere?

Una punizione troppo severa mi spaventa allo stesso modo come non punirlo affatto. Odio questa sensazione di due pensieri contrapposti.

Cerco di calmare questa raffica di pensieri che hanno invaso la mia mente, respiro a fondo un paio di volte non riuscendo a cacciarli via.

Qualcuno bussa alla porta, due volte solamente. Mi avvicino piano aprendola trovando il vassoio con la colazione appoggiato su un carrellino.

Sorrido sapendo che anche se Alec è arrabbiato con me, si preoccupa comunque che non manchi i pasti.

Mangio poco di quello che c'è sopra e nel mentre una soluzione folle mi frulla per la testa e inizialmente non voglio neanche prenderla in considerazione ma non posso neanche ignorarla.

Mi tocca farlo, è l'unico modo per chiarire quello che provo.

Lascio la stanza a passo sicuro, cercando di non farmi scoprire da nessuno e raggiungo le stanze sotto la villa. Sono fredde e prima di ogni passo mi guardo intorno come se qualcuno potesse sbucare da un momento all'altro per spaventarmi. Raggiungo la cella buia in fondo al corridoio ma non mi avvicino del tutto. Quattro o cinque metri mi separa dalle sbarre e senza volere le mie mani cominciano a tremare.
È stata una pessima trovata. È stata una pessima trovata continuo a ripetermi.
《Hai un buon odore piccola umana.》 Una voce roca mi fa sussultare e trattengo il respiro per non gridare.

Il rumore della catena che lo tiene legato alla parete striscia sul pavimento in pietra creando un rumore fastidioso. Si avvicina piano alle sbarre con gli occhi incollati alla mia esile figura. Finalmente i miei occhi incontrano i suoi. Le occhiaie sotto gli occhi e le labbra secche oscurano il suo viso ma non abbasso gli occhi. Al contrario di quella volta nella foresta ora è vulnerabile e non potrebbe farmi del male.

《Perché lo hai fatto?》 Chiedo senza timore facendo risuonare la mia voce in quelle pareti fredde e vuote. 《Perché non volevi accettare il fatto che non saresti mai diventato re?》

Nessuna risposta segue le mie domande e la sua espressione non sembra cambiata affatto. Si gira portandosi dietro le catene e con un tonfo si siede a terra con la faccia rivolta verso il muro.
Il rumore della sua risata improvvisa mi fa sobbalzare di nuovo e non capendo la sua reazione faccio un altro passo in avanti.
《Cosa hai da ridere?》 Chiedo un po' spazientita e allo momento cerco di non far trapelare il mio stato di paura.

《Pensi che io non sappia il vero motivo per cui sei qui?》 Con voce ironica e palese, la sua domanda mi fa stringere lo stomaco.《Vuoi convincere te stessa che la morte sia la punizione più adatta per quello che ti ho fatto e per quello che vorrei farti ora. Tutti i miei piani si sono rovinati a causa tua, stupida ragazzina.》 Ringhia facendomi indietreggiare.

Dopo alcuni attimi di silenzio per riprendermi continuo il mio interrogatorio cercando di mantenere la calma.
《Anche se mi avessi fatto quello che avevi intenzione di fare cosa ti fa pensare che saresti diventato re?》
Dopo un'altra risata si gira guardandomi negli occhi.
《Perché dopo la tua scomparsa il tuo caro compagno sarebbe stato troppo addolorato e forse avrebbe scelto la solitudine e non il ruolo di re poi sarebbe toccato a Ryan e con lui sarebbe stato facile, è debole e lo avrei sconfitto in fretta e l'unico in grado di prendere il ruolo sarei stato io.》

Che parole stupide penso avanzando di un passo.

《Sei troppo ottimista.》dico quasi dispiaciuta.《Cosa ti fa pensare che il re avrebbe accettato uno come te. Ti sei solo illuso.》

《Come osi!? Avrei dovuto fare più in fretta e ucciderti quando ne avevo l'occasione...》sento la catena muoversi in continuazione sotto i suoi movimenti bruschi e la sua faccia arrabbiata sembra non avere effetto, non più.

Lascio che continui con le sue parole intimidatorie che ormai non mi fanno alcun effetto. Quello che speravo di vedere l'ho visto. Lui non merita la mia compassione, è pazzo.

Lascio quel posto con passo frettoloso e mi dirigo direttamente nel mio studio. Appena sono dentro un senso di nausea attraversa il mio corpo costringendomi a correre e liberare tutto il cibo che avevo ingerito.

Mi distengo sul divanetto e chiudo gli occhi e questa volta non vedo più il mio incubo, questa volta mi sento bene, anche se una strana sensazione allo stomaco rimane, ma credo sia tutta colpa dell'adrenalina.

I Found You, My MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora