Ricordi

23.5K 677 13
                                    

Ayara

Sono passate tre settimane da quando Alec ha deciso di dare rifugio ad alcuni componenti del branco Downhill. Il silenzio da parte del Alpha di quest'ultimo non è molto rassicurante mi aveva detto Alec. Secondo lui quasi sicuramente starà tramandano qualcosa, per questo la seconda settimana ha rafforzando la guardia al confine.

Come se non bastasse il re si è finalmente deciso a dare inizio alla selezione del nuovo re Alpha, avvisando di visite a sorpresa nelle settimane avvenire. Il mio compagno non sembra per niente preoccupato e ne sono davvero felice ma per quanto riguarda me, beh, sono molto nervosa al riguardo. Se sbagliassi qualcosa mentre il re ci fa visita, rischierei di far perdere punti ad Alec.

《Ti stai preoccupando troppo, piccola.》dice Alec appoggiato con la schiena contro l'albero alle sue spalle, rilassandosi finalmente dopo una mattinata passata a risolvere problemi del branco.

Oggi abbiamo deciso di pranzare insieme nel giardino della villa, stesi su una coperta e riparati dal sole grazie al magnifico albero di quercia che nonostante la vecchia età, è ancora magnifico.

Appena finito di mangiare, Alec mi ha tirato a se e ora sono stesa di schiena sul suo petto e in mezzo alle sue gambe, rilassandomi anch'io, respirando l'aria pulita e ascoltando il melodioso suono che producono gli uccellini.

Qualche volta mi posa un bacio sul capo e mi accarezza le braccia lasciandomi dei piccoli brividi sulla pelle che mi fanno sorridere.

《È facile per te dirlo, tu sai già come comportarti. Io non l'ho mai visto e di conseguenza non saprei che fare.》dico in un lamento e sbuffando. Lo sento ridacchiare facendo vibrare il petto muscoloso e chiudo gli occhi a quel suono.

《Fai quello che sai fare meglio, Ayara, sii te stessa.》mi posa un altro bacio sul capo e prende alcune ciocche dei miei capelli iniziando a giocarci distrattamente. Mi soffermo a pensare un attimo sulle sue parole e in fin dei conti non posso che esserne d'accordo.

Osservo due uccellini giocare su un ramo del albero e mi trovo a sorridere della loro tenerezza. Abbasso lo sguardo sulla grande mano del ragazzone ancora intenta a sfiorare pigramente il mio braccio e presa da una voglio di fare di avere più contatto con lui, la prendo studiandola. La mia in confronto alla sua è minuscola. La stringo portandola in grembo come a custodirla e mi sento davvero felice quando lui stringe la presa su di me.

《Sei molto silenziosa oggi. Non hai niente da dirmi su, per esempio come hai fatto a bruciare quella pianta o come hai fatto a far esplodere tre barattoli di vetro?》chiede con tono divertito.

Come sempre le mie giornate nello studio a sperimentare nuove ricette curative non sempre vanno a buon fine e questo bimbo continua a prendermi in giro.

《È stato solo un errore di calcolo se continui a ricordarmelo non faremo più queste piccole cose insieme.》 Dico indicando il cesto con il cibo e la coperta. Faccio finta di essermi offesa e sto per alzarmi ma lui mi fa avvicinare di nuovo a lui questo volta siamo petto contro petto.

《Non ti allontanare senza il mio permesso.》dice serio in volto a pochi centimetri dalle mie labbra.

《Altrimenti?》chiedo avvicinandomi leggermente fino a far sfiorare appena le nostre labbra. Lui curva le labbra in un sorriso malizioso e stringendo la presa su di me facendomi aderire perfettamente sul suo corpo caldo e duro, si sposta dalle mie labbra al mio orecchio sussurrando. 《Altrimenti non riuscirai più ad alzarti dal letto.》 Il suo respiro caldo mi solletica la pelle. Sento le guance avvamppare per la sua rivelazione e mi appoggio con la testa sulla sua spalla tirandomi a sedere a cavalcioni su di lui.

Quando sono sicura che il rossore sulle guance sia più meno passato alzo il capo e con mano sicura gli accarezzo il volto e lui chiude gli occhi.

Le mani scendono e titubante sfioro anche la cicatrice sul collo. Apre di colpo gli occhi fermando la mia mano intenta a compiere il gesto.

《Alec, come te la sei procurata?》non so se sia il momento giusto ma voglio sapere come si è procurato una tale ferita.

《Non credo sia una buona idea saperlo.》

《Ti prego dimmelo...》insisto.

Anuisce piano e dopo qualche istante di silenzio finalmente parla.
《Prima di diventare alpha sono stato al servizio del re e ho fatto parte del suo esercito per volere di mio padre ed è lì che mi hanno dato il nome di distruttore ma non è stato sempre così. È successo tutto in una notte durante una missione nella zona rossa.》Sento il battito aumentare al pronunciare di quelle due parole.
La zona rossa sono le terre del sud che sono state date ai vampiri rimasti ancora in vita dopo la guerra. Dicono sia un posto orribile e buio.

《Pare che stavano programmando di vendicarsi quindi dovevamo fermarli prima che accadesse ma quando arrivammo lì ci trovammo in una trappola. Qualcuno li aveva avvisati del nostro arrivo. Erano in troppo e più della metà di noi persero la vita. Io rimasi ferito, una ferita che doveva guarire in settimane ma non fu così il dolore per la perdita dei fratelli mi ha fatto guarire in due notti. È stata una guarigione troppo forzata...e dolorosa, lasciando inevitabilmente la cicatrice. Da allora avevo messo da parte qualsiasi paura e incertezza e l'unica cosa che volevo fare era vendicarmi. I miei geni di alpha si erano svegliati aumentando la mia forza e ogni giorno di battaglia che passava persino i miei stessi fratelli avevano paura della mia forza ma mi rispettavano dandomi il nome di distruttore. La cicatrice sul mio Lupo mi facilita il tutto. Erano tutti intimoriti e si sa la paura indebolisce. 》anche se stava cercando di nascondere il suo dolore era ancora visibile nei suoi occhi. Nel modo in cui ha irrigidito la mascella e ha distolto lo sguardo puntandolo  su un punto vuoto.
Lascia la presa sulla mia mano e di conseguenza, anche se ancora titubante ritorno ad accarezzare quel segno pieno di troppi ricordi dolorosi per lui. Approfittando comunque di questo momento continuo a farli altre domande.

《Quindi il re ti conosce?》

《Purtroppo sì ma devi sapere che fra quegli caduti quella sera c'era anche il suo unico figlio.》alle ultime parole mi fermo guardandolo negli occhi.
《Ha mandato il suo unico figlio lì?》 Chiedo incredula.
《Non è stato lui, è stata una scelta del figlio di partecipare, è colpa del suo capriccio se ora il re è costretto a dare il suo ruolo ad un altro.》annuisco capendo perfettamente cosa intenda.
Alla fine non sapendo come continuare mi limito ad appoggiarmi sulla sua spalla e stringerlo forte come se quel abbraccio fosse capace di mandare via i suoi ricordi.

《Mi dispiace Alec, dev'essere stato orribile vedere la morte dei propri fratelli. 》sussurro dopo qualche istante.
《Sono passati circa quindici anni, ora è solo un brutto ricordo.》ammette sospirando e stringendo anche lui la presa su di me.

I Found You, My MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora