Pensieri

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Non ci credevo, non era possibile. Quel lupo. Quel Alpha mi aveva reclamata.
Fra una settimana sarebbe tornato a prendermi, come tradizione esige. Una volta trovata la loro compagna solo alla fine della festa potrà partire insieme al licantropo che l'ha proclamata.
Non pensavo sarebbe arrivato il mio momento. Pensavo davvero che sarei rimasta insieme a Mily ad aiutarla nel suo piccolo atelier a preparare medicinali e a imparare i segreti più profondi della vita.
Non ero arrabbiata, non ero nemmeno disgustata ero solamente sorpresa. Avrei dovuto capirlo nel momento in cui quegli occhi mi avevano fatto accelerare il battito cardiaco. Per un attimo avevo pensato di scappare presa dal panico. Lui non era un licantropo qualunque. Era l'alpha. Le voci che girano su di lui o meglio sulle sue doti da guerriero fanno venire i brividi, eppure non ho provato paura quando l'ho visto, mi sono sentita...completa? Protetta? Non sapevo nemmeno quali sensazioni attraversavano il mio corpo. Forse il timore più grande che provavo da allora era dovuto al fatto che non lo conoscevo. Era un completo estraneo per me.
《Ayara, ti dispiace andare giù alla baita a prendermi un altro mortaio? Questo è troppo piccolo》 disse Mily mentre era intenta a schiacciare dei fiori. 《Ah, e già che vai lì, mi servirebbe anche un po di acqua dal lago》scossa dai miei pensieri risposi con un semplice "certo" e andai verso la baita. Non era tanto lontana dal atelier, che era vicino al bosco e a un piccolo lago. Appena arrivai alla piccola struttura in legno affacciata sul lago, lo aprì ma prima di entrare sentì dei gemiti.
Non di nuovo, dissi fra me e me. Andai oltre la piccola costruzione in legno e vidi, di nuovo come mi capitò già una volta tre settimane fa, Erika e Darren intenti a manifestare cose da adulti. Mi avvicinai di più nascondendomi dietro una roccia. Contai fin a tre prima di decidermi a ficcare il naso in quello che stavano facendo. Al tre alzai di poco io capo, trovandomi forse a una decina di metri i due. Dei cespugli mi impedivano ancora di vedere tutto ma  riuscì comunque a scorgere il busto di Erika. Strano ma Darren non era lì. Almeno è quello che pensai prima che lei si muovesse di scatto, buttando la testa all'indietro.《Oddio, Darren, si lì...》si lamento e io distolsi lo sguardo e mi sentì avvamppare.
Avevo visto abbastanza, pensai.
Feci un passo indietro con l'immagine di Erika e di quella sua espressione di...gratitudine sul volto.
Si stava davvero così bene?
I miei pensieri mi portarono subito a quel licantropo.
C'era un ragazzo dentro quella creatura.
Un ragazzo... chissà se ... anche lui mi avrebbe fatta sentire così.
No, non devo pensare.
Cercai di scacciare via quella marea di pensieri anche se non fu facile.
Indietreggiai ancora per non farmi scoprire.
Sentivo un formicolio proprio là sotto. Che cosa mi stava succedendo?
Non andai lontano da quella roccia e da quello che accadeva dietro ad essa. Mi irrigidii di colpo non appena la mia schiena colpi qualcosa di duro. Capi subito che non si trattava di qualcosa perché quel qualcosa emanava troppo calore. Un brivido freddo percorse tutto il mio corpo e successivamente due braccia muscolose circondarono la mia vita e un respiro caldo colpì il mio collo. Il mio battito divenne irregolare, ma non mi staccai, quel tocco sembrava così piacevole, anzi lo era fino al punto che lo trovai come se fosse normale sentirlo sulla pelle.
《Dovresti controllarti, piccola, ho sentito il tuo richiamo troppo forte.》mormorò piano una voce profonda. 《Non ti preoccupare, toglierò la tua voglia non appena sarai mia》aggiunse e io chiusi gli occhi mentre lo ascoltavo. C'era qualcosa in quella voce. Qualcosa che trovai a dir poco...meraviglioso.《Sai di cosa sa il tuo odore in questo momento?》
Quella domanda mi colse di sorpresa. Era troppo persa per elaborare una risposta. Sentivo le gambe di gelatina, troppo deboli e scossi la testa in senso di negazione. 《Eccitazione》sussurrò lui ancora più piano al mio orecchio e il mio corpo reagì buttando la testa all'indietro, appoggiando la nuca sulla sua spalla. Che cosa mi stava facendo? con una mano mi toccò il seno destro e io aprì leggermente la bocca per respirare meglio. 《Pieno e morbido proprio come piace a me.》 mi mordichiò il collo e io a mia sorpresa gemetti. Ma tutta questa sensazione paradisiaca durò poco perché in un attimo non c'era più nessuno alle mie spalle. Ci misi qualche secondo a riprendere lucidità e i miei pensieri si moltiplicarono. Era la prima volta che qualcuno mi toccava in quel modo. Stavo andando in panico, com'era possibile sentirsi così attratti da una persona che nemmeno si conosceva il nome, né il volto.
Le risate dei due morosi mi svegliarono dai miei pensieri e mi allontanai in fretta. Presi quello che mi aveva chiesto Mily e tornai il più velocemente possibile al atelier.
《Ah eccoti, come mai ci hai messo così tanto e... oh caspiterina, che hai al collo?》 la guardai confusa per poi specchiarmi nel piccolo specchio alle sue spalle. Il mio volto rosso non era niente in confronto alla macchia color porpora quasi violacea che sporgeva esattamente nel punto in cui lui mi aveva morsichiato. Accidenti! 《Ah questo... io-》stavo pensando ad una scusa ma Mily parlò prima ancora che io elaborassi una risposta sensata.
《Solo un alpha poteva infrangere la regola di non toccare la propria compagna prima della fine della festa.》 disse Mily sospirando.
Io abbassai lo sguardo imbarazzata. 《Mi dispiace Mily. Non ho fatto niente per fermarlo》
Mily mi guardò un attimo poi cominciò a ridere 《E non provarci Ayara, gli Alpha sono al quanto pessissivi verso la loro Luna e poi...》 mi guardò con un leggero accenno alla malizia 《non credo che sarebbe venuto a farti visita così all'improvviso... qualcosa lo avrà spinto a farlo...》 deglutì rumorosamente per la sua rivelazione. 《ma questi sono solo dettagli...avanti mettiamoci al lavoro prima finiamo, prima potrai andare a riposare》
Quindi la colpa era mia. È stata quella scena e i miei pensieri poco casti sul ragazzo dentro il licantropo a farlo chiamare. Che figuraccia, chissà che idea aveva ora di me.
Continuai ad aiutare Mily immersa o meglio dire distratta sempre dai miei pensieri.
Finito il lavoro salutai Mily che rimase ancora a lavorare come sempre e uscì. Fuori c'era un'aria fresca e l'odore del bosco rendeva l'atmosfera unica. Non era ancora buio ma il tramonto era imminente. Mentre attraversavo la solita stradina per andare verso casa qualcuno mi afferrò per un braccio, mi girai di scatto 《Korin!》 La guardai mentre lei sorrideva timidamente 《mi hai fatto prendere un colpo!》
《Scusa, non volevo...ecco io volevo ringraziarti per ieri...e per tutte le volte che mi hai difesa...》 la fermai subito sorpresa dalle sue parole 《Korin perché me lo stai dicendo? Insomma non mi hai mai parlato così diciamo di tua spontanea volontà》 le mi guardò un po' triste 《beh ...perché fra tutte le persone oltre a mamma e papà...tu mi mancherai tanto》 avrei voluto tanto dirle che sarei partita insieme a lei ma nessuno doveva sapere che ero la compagna di qualcuno anche io, non se quel qualcuno era proprio l'alpha. Senza pensarci la abbracciai 《io ci sarò sempre per te non dubitarlo》 lei ricambiò il mio abbraccio e la sentì piangere in silenzio.
《Bene bene, ma chi abbiamo qui!》 Questa voce. La conoscevo fin troppo bene. Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo e sciolsi l'abbraccio per guardare alle mie spalle. Darren con i suoi due amichetti si stavano avvicinando. 《La stramba e l'orfanella》 disse lui con voce fastidiosa. Era un ragazzo che non superava il metro e ottanta occhi e capelli di un marrone scuro, fisico snello con muscoli leggermente accennati. Non ci siamo parlati quasi mai quindi non capivo che intenzioni aveva.
《Come posso aiutarti Darren?》 Con tutta la pazienza che avevo riusci ad emettere una voce calma e chiara.
《Erika mi ha riferito che avete avuto una piccola discussione ieri. Le devi delle scuse mi pare》 non so se era serio o stesse scherzando. Guardai il cielo ormai stracolmo di stelle che avrei ammirato volentieri se non fosse per la gente imbecille che avevo davanti. 《Senti io non voglio problemi ma se Erika chiede scusa a Korin, sarò più che felice di scusarmi a mia volta》 avevo gli occhi puntati nei suoi. Secondo la psicologia fisica è facile intimorire una persona guardando semplicemente nei suoi occhi e facendo capire che non hai alcuno scrupolo. Lui infatti distolse un attimo lo sguardo posandolo sul mio corpo poi su Korin. 《Ascoltami bene orfanella del cazzo, chiederai scusa ad Erika con le buone o le cattive maniere》 fece un cenno al amico alla sua destra. Credo si chiamasse Johan. Era molto simile a Darren tranne per la chioma bionda. Lui si avvicinò pericolosamente a me e mi guardò dalla sua altezza.
《Che vuoi?》 Chiesi titubante sulla sua prossima mossa. Lui fece in ghigno e improvvisamente mi prese in spalla.
《Johan mettimi giù che diamine vuoi fare!?》 Mi divincolai mentre lui mi trasportava verso il bosco.
《Ora ci divertiamo》 disse mentre mi scaraventò a terra.
《Ayara! Lasciala!》 Sentì la voce di Korin ma non la vedevo. Cercai di alzarmi ma subito venni bloccata dal corpo del bastardo che si posizionò sopra di me. 《Non è divertente, LEVATI!!》 Lo spinsi con tutta la forza e riuscì a spostarlo ma lui si rimise di nuovo sopra di me. Sentì gli occhi e le guance bagnate stavo piangendo. In tutti i guai in cui mi ero cacciata, questo non mi era mai successo. Mi strappò il vestito per scoprire i miei seni ma non riusci del tutto infatti rimasero scoperti per metà. Iniziai a urlare e a graffiarlo. Non volevo, mi sentivo fin troppo umiliata e violata. Continuava a toccarmi dovunque. Era davvero questa la mia fine? Odiavo me stessa per non essere più forte. Chiusi gli occhi forte mentre spingevo contro il bastardo. Ma un ringhio forte, fin troppo, fece bloccare sul posto Johan. Un secondo era sopra di me e un secondo dopo qualcuno lo afferrò da dietro e lo scaraventò a una decina di metri facendolo sbattere contro un albero.
Guardai il mio salvatore e...

I Found You, My MoonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora