Capitolo 10

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Era ancora nel dormiveglia e non aveva intenzione di uscire da quel torpore. Sentì però la luce proveniente dalla finestra infiltrarsi tra le palpebre, così decise di aprire gli occhi e il suo primo pensiero fu che faceva troppo caldo, anche con le coperte aggrovigliate intorno ai piedi, quasi fuori dal letto. Più che altro però era un tepore che proveniva da sotto di lui, da qualcosa di caldo e pesante che irradiava calore intorno a lui. Improvvisamente si rese conto di essere abbracciato a Niccolò che lo stava guardando con occhi ancora un po' assonnati. Si erano addormentati abbracciati, dopo quella che era stata una paccata degna di nota. Un post-Halloween 2.0, insomma.

"Buongiorno!"

Martino sorrise e si spostò di poco, così da poterlo guardare negli occhi. "Buongiorno. Che ore sono?"

"Le otto e mezza... più o meno."

A quel punto si rese conto di aver dormito tutta la notte, cullato dal calore e dal conforto dell'abbraccio di Niccolò. "Ma non hai avuto l'incubo stanotte?" Chiese, con un sorriso a tutta faccia.

"Sì invece, l'ho avuto... ma non ho voluto svegliarti. Dormivi troppo bene. Ho cercato di calmarmi da solo, ti ho guardato dormire per un po' e mi ha aiutato a riprendermi."

"Non hai più dormito, però..." Era più una constatazione che una domanda.

"No, ma non fa niente..." Rispose Niccolò con un sorriso. "Sai che russi un po' quando dormi?"

"Non è vero..." Borbottò, spostandosi e alzandosi a sedere sul letto.

"Sì invece... e come possiamo notare dalla mia maglietta, sbavi anche."

Normalmente Martino l'avrebbe punzecchiato, negando l'evidenza e difendendo l'indifendibile ma quella mattina decise di non farlo. C'era tempo per tornare alle loro dinamiche di sempre, no?

"Beh forse un pochino... però non era mai stato un problema finora."

"No, non lo è infatti." Ridacchiò Niccolò, scuotendo la testa. "È che non mi sono mai svegliato prima di te e si possono conoscere un sacco di cose guardando una persona dormire. E mi piace."

"Che russo e sbavo la notte?"

"No!" Rise ancora più forte il ragazzo. "Imparare a conoscerti, come tu conosci me. In mancanza di ricordi..."

Martino sorrise e gli prese la mano nella sua. Niccolò fissò le loro mani intrecciate e si avvicinò al ragazzo, posando un bacio leggero sulle labbra, appena uno sfioramento, per poi alzarsi e fargli cenno di fare altrettanto.

Insieme raggiunsero la cucina dove Martino mise sul fuoco la caffettiera e tirò fuori la bottiglia del latte.

"Senti, so che te l'ho chiesto mille volte e sono pesante ma... oggi andiamo al consultorio?"

"Assolutamente sì! Scusa se ieri ti ho obbligato ad andare dallo psicologo però era importante."

"Lo so. In realtà l'ho apprezzato. E tanto."

Poi gli si accostò e lo abbracciò da dietro, mentre versava il latte nelle tazze. Martino sentì un brivido lungo la schiena quando le labbra di Niccolò si poggiarono alla base del collo, lì dove c'era l'attaccatura dei capelli.

"Sai questa cosa potrebbe diventare un'abitudine..." mormorò Niccolò con le labbra ancora sulla pelle dell'altro.

"S-sì, una bella abitudine." Non sapeva quanto ancora avrebbe potuto resistere avendolo così vicino, con il calore del suo corpo che lo avvolgeva in quel modo.

Era quasi un mese che non faceva sesso: nelle settimane precedenti all'aggressione, Niccolò aveva lavorato al caso delicato di alcuni ragazzini e faceva spesso molto tardi, sdraiandosi nel letto quando ormai Martino dormiva, oppure capitava che quest'ultimo stesse fuori alcune sere per degli articoli della rubrica e tornasse a casa che era ormai mattina. Finivano così per incontrarsi a malapena durante la colazione di Niccolò, prima che Martino si mettesse a dormire. Era stato un periodo tanto frenetico che Martino aveva avuto paura che Niccolò potesse risentirne, ricadendo in certe dinamiche in cui la paura dell'abbandono faceva da padrone. La sera dell'aggressione sarebbe stata la prima da settimane che avrebbero passato insieme, il che era paradossale se si pensava che convivevano sotto lo stesso tetto. Poi quella notte e tutto quello che era successo gli aveva fatto perdere ogni libido, tanta era stata la preoccupazione e la paura per Niccolò, ma ora che il ragazzo stava bene, che si erano di nuovo riavvicinati, era davvero dura resistere alla tentazione di saltargli addosso. E baciarlo sembrava aver aperto una porta magica verso lidi che al momento non era il caso di esplorare, ma che l'avevano reso decisamente consapevole del suo bacino.

RAMES - Ti vedo anche ad occhi chiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora