Capitolo 11

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La giornata con Filippo era andata piuttosto bene. Si erano visti davanti alla Chiesa per le 11 del mattino e Filippo era stato così contento di vedere anche Nico che gli chiese se potesse fargli da modello per qualche scatto. Se l'era portato dietro per tutto il giardino e le varie cappelle mentre Martino intervistava uno dei sacerdoti del posto, mettendosi poi da una parte a scrivere il resto dell'articolo. Niccolò alla fine era rimasto entusiasta della giornata ed aveva capito quanto fosse stupida la sua gelosia verso Filippo che chiaramente non aveva alcun interesse per Martino - "siete molto legati, vero?", "Chi? Io e Marti? Sì, lui è il mio protetto gay, lo sto crescendo bene, non trovi?" e Niccolò si era messo a ridere.

I giorni successivi erano trascorsi velocemente. Una corsa frenetica: Martino aveva dovuto sostituire un collega che era in malattia e per tutta la settimana dovette andare in redazione e coprire i suoi articoli; d'altro canto Niccolò aveva avuto delle visite mediche con lo psichiatra e lo pneumologo per essere sicuri che fosse tutto apposto. Il polmone di Niccolò era ancora affaticato e con molta probabilità avrebbe dovuto subire un intervento per evitare che collassasse di nuovo.

E c'era stata un'altra seduta dallo psicologo che aveva sfinito Niccolò a tal punto che non era riuscito ad alzarsi dal letto per tutto il giorno successivo. Erano stati giorni molto intensi e quando finalmente riuscirono a ritagliarsi un momento per stare da soli, una sera, decisero di mangiare qualcosa al volo e stare sul divano per guardare un film.

"Ma ce li abbiamo i popcorn?"

"Non lo so... forse c'è del mais nella dispensa."

"Aspetta che controllo." Si immerse con tutta la testa nella dispensa e alla fine riemerse con una bustina aperta per metà. "Eccolo! Ne faccio un po'. Tu ne vuoi?"

"Ma sì dai. Fallo anche per me." Disse mentre andava in salotto per scegliere cosa guardare su Netflix.

"Dovremmo comprare la macchina per i popcorn. Secondo me è utile."

Sentì Niccolò urlare dalla cucina. E sorrise perché era una fissazione la sua, ancor prima dell'amnesia. A sentire Niccolò in casa ci sarebbe stato necessario avere la macchina per i popcorn, la yogurteria, la friggitrice per le patatine e cosa non meno importante la vaporiera per fare i ravioli cinesi. Martino era sempre stato più pratico in queste cose: se voleva lo yogurt, comprava quello già fatto, se voleva le patatine fritte o i ravioli usava le app come JustEat o Glovo e se le faceva recapitare. Perché affaticarsi a cucinare quelle cose se poteva prenderle con le consegne a domicilio?

"Se fosse per te avremo la casa invasa di elettrodomestici inutili perché per quante volte vengono usati, non ne vale proprio la pena."

Lo raggiunse poi nuovamente in cucina, dove l'odore dell'olio e del mais scoppiato stava infestando l'ambiente, permeando le pareti della stanza. "Una volta volevi comprare la gelatiera."

"Bello! Potremmo fare il gelato in casa."

"Ah-ah e sai quante volte quell'anno abbiamo mangiato il gelato? Una volta, quella in cui hai pensato di volere una gelatiera."

Niccolò rise, in quel modo che succedeva solo quando c'era Martino, abbassando la testa e chiudendo gli occhi. "Però ho un grande estro creativo, lo devi ammettere."

"Questo sì, è vero."

Quando i popcorn furono pronti, li misero in una ciotola e si spostarono in salone, sedendosi vicini sul divano.

"Allora che guardiamo?"

"Anche se non sembra da me, io propongo uno dei miei film preferiti, che tu hai già visto migliaia di volte in realtà, ma che ovviamente per te ora è tutto nuovo."

RAMES - Ti vedo anche ad occhi chiusiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora