26.

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Lili.

Una voce acuta interrompe bruscamente i miei pensieri.

Mi giro visibilmente scocciata verso di essa e due dolcissimi occhi verdi compaiono davanti ai miei.

-Marisol, quante volte ti ho detto di non venirmi alle spalle così? Mi hai fatto spaventare, diamine!-

Lei però non sembra ascoltarmi, intenta a fissare le mie mani ancora appoggiate sul ventre.

Mi innervosisce, non so perché.

-Allora? Non hai mai visto una donna incinta?!-

-Certo che l'ho vista: sono la terza di cinque figli, non ti ricordi, Lils?-

-NON CHIAMARMI COSI'!-

Si spaventa al mio urlo decisamente esagerato.

Adesso non sopporto veramente più quel diminutivo, ogni volta che qualcuno lo pronuncia mi torna in mente quel mostro. Nessuno deve chiamarmi così.

-Sì, ehm, scusa. Non agitarti, fa male al bambino!-

-Come è possibile che io che sono la futura regina permetta a te, che sei una semplice serva, di parlarmi in questo modo?!-

Marisol si sposta le lunghe trecce bionde e si porta teatralmente un dito alla bocca.

-Beh forse perchè primo: abbiamo la stessa età e siamo cresciute insieme. Secondo: ti servo da quando ho imparato a camminare. Terzo: sono la tua migliore amica in assoluto e sono talmente matura e diplomatica da non fare caso all'enorme barriera di ceto sociale che ci divide. Quarto: ognuna sa tutto dell'altra, TUTTO. Ho sbagliato qualcosa?-

Calca molto sulla parola "tutto". In effetti è vero, lei è l'unica a sapere quello che è veramente successo a Palazzo. Prima di partire per la campagna ho inviato una lettera ai miei genitori pregandoli di fare venire qui Marisol e loro hanno acconsentito subito.

Ricordo che quando sono arrivata, l'ho trovata ad aspettarmi all'ingresso con un bagaglio in mano.

Quando ho realizzato che fosse proprio lei l'ho abbracciata immediatamente e sono scoppiata a piangere.

Solo la mattina successiva le ho raccontato l'accaduto e ho dovuto faticare parecchio per convincerla a non progettare un omicidio contro Alessandro.

Era più furiosa lei di me, assurdo.

-Come vuoi chiamarlo? E quando lo dirai a Cole? -

-Non lo so e non lo so. Non so neanche se tener...-

Non ho neanche finito di parlare che mi sento scuotere e prendermi per il corpetto del vestito.

Mi ritrovo addosso il viso furioso della mia migliore amica, adesso i suoi occhi non hanno più niente di dolce, bensì sembrano un mare in tempesta.

Siamo talmente vicine che riesco a distinguere perfettamente ogni sua piccola lentiggine.

-Non ti azzardare neanche a pensarlo! Tu lo tieni, chiaro?-

Mi libero infastidita dalla sua presa, capisco il motivo della sua rabbia... l'anno scorso era rimasta incinta dal suo fidanzato ma ha perso il bambino a causa di una brutta caduta dalle scale.

Non penso lo abbia mai superato completamente, siamo stati male tutti per la sua perdita, ma questa situazione è completamente diversa.

-Non è un capriccio, Marisol. Potrebbe essere... Suo-

Prima di parlare mi assicuro che la porta sia ben chiusa e che nessuno possa sentirci. Sarebbe veramente un disastro, arriverei davvero a toccare il fondo.

-Lo so, ma che colpa ne ha questo bambino? E poi lo cresceresti con Cole, chi penserebbe mai che non possa essere suo? Poi chi ti dice che non lo sia, scusa!-

-Hai ragione, ma non capisci che il solo pensiero che qualcosa di quel mostro mi sia rimasto dentro mi fa ribrezzo?!-

E' semplicemente inconcepibile che quel bastardo sia riuscito a mettere radici dentro di me. Non riesco a non pensarci, è più forte di me.

Solo se ci sei tu - SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora