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Alessandro.

Non so da quanto le guardie mi abbiano portato in questa cella contro la mia volontà, ho perso la percezione del tempo, troppo impegnato a contare le goccioline d'acqua scendere da una piccola cavità del soffitto e poi infrangersi al suolo sporco.

Odio questo luogo, è adatto ai malviventi, non di certo a me solo per aver provato a riprendermi ciò che era mio di diritto.

Lili sarebbe dovuta andare a me, sarei dovuto essere io quello che si sarebbe presentato ai ricevimenti con lei e che si sarebbe vantato con gli altri di avere una moglie così bella e perfetta, sarebbe dovuta essere solo mia.

Non riesco ancora a capacitarmi di come quei due folli dei miei genitori abbiano preferito darla vinta a Cole, solo per l'assurda scusa che lui si avvicina di più all'età della ragazza.

Perché è dovuta andare così?

Perché mio fratello deve sempre avere quello desiderato da me?

Sapeva benissimo che volevo Lili con tutte le mie forze, la pretendevo, la sognavo, non vedevo l'ora di scorgerla con l'abito bianco dirigersi verso di me.

Lui lo sapeva.

Ha preferito fare di testa sua e prendersela per sé, mi ha praticamente invitato a vendicarmi.

Mi dispiace per la Principessa, lei in fondo non c'entrava nulla, forse l'ho fatta stare male, ma era un prezzo che ero disposto a pagare.

Volevo vedere Cole soffrire.

Soffrire per non averla protetta, soffrire per non averla amata come avrebbe dovuto, per averla solo illusa con false e sdolcinate parole.

A me importava solo della felicità della ragazza, se fosse stata felice con Cole al suo fianco, mi sarei rassegnato e avrei cercato un'altra donna. Invece no: lui l'ha avuta, le ha raccontato qualche favoletta e infine l'ha messa da parte per sei mesi... Sei mesi!

Non riesco a dimenticare lo sguardo spento di Lili durante quel periodo, non sembrava neanche umana, bensì un fantasma malinconico.

Avrei voluto parlarle, risollevarle il morale, ma ogni volta che mi decidevo a farlo, una vocina nella mia testa mi bloccava: "Sei solo suo cognato. E' tuo fratello che dovrebbe pensare a lei. Non tu."

Mi sono fatto diseredare, spostando in secondo luogo l'amore per la mia patria, pur di mettere alla prova i loro sentimenti e Cole ha fallito miseramente, non è degno di vivere al suo fianco.

Per tutti questi motivi, Lili sarebbe dovuta andare a me.

Io non la avrei mai illusa, mai.

Ho sempre detto che le donne sono giocattoli, burattini con i quali divertirsi e poi mettere via, ma solo adesso mi rendo conto di aver sbagliato.

Lo sguardo di Lili qualche ora fa mi ha distrutto: prima era triste, spaventato, quasi rassegnato al fatto che la avrei fatta mia per la seconda volta.

La cosa mi andava bene, volevo sancire un legame con lei, in modo che nessuno sarebbe più riuscito a portarmela via.

Quando ha iniziato a ribellarsi e a urlare, non ho capito più niente.

Era così... Viva.

Non era più solo una bambolina, lei non voleva che io la toccassi, non voleva che io la possedessi. Mi ha sorpreso, tutte le donne con cui sono stato si erano limitate a provare piacere e a lasciarsi andare sotto di me.

Lei no.

Lei non mi voleva!

Mi ha annientato, credevo mi avrebbe considerato quello che la avrebbe fatta evadere da questa gabbia d'oro dove è stata rinchiusa contro la sua volontà, ma mi sbagliavo.

Lei vuole stare qui.

Lei vuole essere la Regina.

Lei vuole essere una moglie... Ma non la mia.

Quando l'ho realizzato, non ho capito più niente, volevo marchiarla, volevo un modo per tenerla legata a me. Perché io sono solo il cognato.

Odio questa cosa.

Odio non poterla avere come vorrei.

Odio non poterla amare come si meriterebbe.

Mi è sempre pesato essere il fratello di Cole Sprouse, il principe perfetto nonostante sia solo il secondogenito: lui è quello con gli amici, quello con i buoni propositi, quello che antepone il bene del Regno davanti a tutto il resto, quello ben voluto da tutti. Io no.

Io sono quello cattivo, quello che si è fatto diseredare per un capriccio, quello capace solo di farsi nemica la gente, in grado solo di sfruttarla.

Non sono così, è colpa sua se lo sono diventato.

Lo detesto.

Detesto condividere il suo stesso sangue, fare parte della stessa famiglia.

Solo se ci sei tu - SprousehartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora