Tormenti

292 16 12
                                    

Trascorsi la notte di ritorno da quella serata orribile, in preda a gli incubi.
Mi ritrovai a piangere fino a sentirmi soffocare.
Non riuscivo a dare un freno ai pensieri , stavo crollando sempre più verso il fondo e non riuscivo a trovare più un appiglio a cui aggrapparmi.
La famiglia non bastava più , e Maddalena giorno dopo giorno stava diventando uno dei massi che mi stavano facendo affogare.

Sabato , lo trascorsi a letto non avendo la forza di muovermi, dovettero costringermi a ingoiare le pillole perché ero totalmente assente a me stesso , torturato dai mostri che non mi lasciavano scappare , che non riuscivo nemmeno ad alzarmi per andare in bagno.
Il dolore era troppo da gestire.
I pensieri pulsavano forte , e io non riuscivo a trovare una via d'uscita.
Altre volte pensare a Martino mi aveva aiutato , ma ora il ricordo dei suoi occhi tristi , del suo sorriso assente erano i demoni peggiori con cui lottare.
Era stata colpa mia se lui si era sentito ferito, era stata colpa mia se quel sorriso splendido era svanito.
Era stata colpa mia se lui era tornato a casa solo in piena notte.
Era stata tutta colpa mia!!!
Meritavo di sentirmi cosi , meritavo di soffrire.
Ero stato uno stronzo , avrei dovuto parlargli prima di Maddalena, ma stare con lui me l'aveva completamente rimossa dalla mente.
Chiusi gli occhi e mi addormentati facendomi inghiottire dall'oscurità che ormai era diventata la mia casa.

Domenica,  secondo giorno a letto.
Avevo passato un'altra notte tormentata per poi svegliarmi e urlare mentre piangevo senza riuscire a calmare il flusso delle emozioni che mi attraversava.
Le mani nei capelli strette così forte , come se strapparmi i capelli avesse potuto calmare ciò che sentivo.
《NICCO!》
Mi ritrovai mio padre  davanti che mi tolse con forza le mani dalla testa,  ma questo mi fece impazzire ancora di più,  sembrava che tutto avesse ricominciato a peggiorare .
Non c'era luce , non c'era niente, solo tanto dolore.
Urlai , urlai cosi tanto da sentirmi la gola arida , urlai fino a sentirmi sfinito , senza forze mentre lui tentava di tenermi fermo le mani in modo che non mi ferissi 《 Siamo qui con te Nicco , tesoro respira , calma 》.
Guardai mio padre negli occhi e piangendo sussurrai 《Scusa》.
Scusa se sono difettoso .
Scusa se non posso essere il figlio perfetto che volevi.
Scusa se non sarò mai una persona normale .
Scusa per essere nato.
Scusa perché sarebbe stato meglio se fossi morto con un aborto .
Scusa per il dolore .
Scusa,  scusa...
Semplicemente scusami d'esistere.
Quella parola fu l'ultima cosa che dissi , mi raggomitolai su me stesso e rimasi in silenzio.
Loro tornarono a dormire , anche se lasciarono la porta aperta per sentirmi , e io tornai ai miei incubi che mi davano il bentornato .

Lunedi , terzo giorno a letto.
Quando riaprì gli occhi dopo la terza notte popolata da incubi , trovai Maddalena seduta al mio fianco .
E fu peggio.
《Nicco che succede? Sono giorni interi che stai così,  i tuoi sono preoccupati . Che ti prende?》
Non avevo nemmeno la forza di risponderle , tanto qualunque cosa avessi provato a dire , non avrebbe avuto senso per loro .
Non potevano capire , non ci sarebbero mai riusciti. 
Nessuno mi avrebbe mai compreso .
《Nicco se non parli con me , chiameranno il tuo medico 》.
Come se uno stupido medico avrebbe potuto comprendermi .
Avrebbero potuto chiamare chiunque non m'importava .
Era inutile illudersi di trovare l'amore  , di poter essere felici .
Ero condannato a questa vita , e per quanta gente avrei avuto intorno , mi sarei sempre sentito solo .
Il medico arrivò , tentò di farmi parlare, ma ottenne solo lacrime, singhiozzi e silenzio .
Quella sera per farmi dormire il medico gli consigliò di darmi dei sonniferi e fui condannato a stare in quel buio senza possibilità di svegliarmi , per l'intera notte.
Per quanto avrei voluto urlare , muovermi , svegliarmi,  ero totalmente bloccato .
Fu l'inferno.

Martedì ,  stessa storia dei giorni precedenti.
《 Nicco , tesoro , ho trovato delle cuffiette in sala , pensavo fossero di Maddalena ma ha detto di no ... sono tue? 》
Confuso sollevai lo sguardo verso di lei , non capendo di cosa parlasse , ma poi vidi le cuffiette,  se non erano di Maddalena , ne le mie , erano le sue .
Erano di Marti...
Le aveva dimenticate qui...
《 Te le lascio qui 》 le appoggiò sul cuscino affianco al mio e quando lei chiuse la porta andando via , le presi in mano e le strinsi forte .
Forse ho distrutto tutto , forse non servirà a nulla , forse sarebbe  stato tutto inutile , ma ora sentivo di aver trovato un appiglio per rialzarmi.
Ora avevo un motivo per avvicinarlo di nuovo , la vita mi stava offrendo un occasione per rimediare a gli errori che avevo fatto .
Strinsi quelle cuffiette contro il petto , e supplicai Dio,  se esisteva , di darmi l'occasione di rimediare.
Voglio solo che mi perdoni , che non sia più così triste.
Marti ... ti prego.
Mi tolsi le coperte di dosso , e provai ad alzarmi , ero senza forze , debole , ma finalmente riuscivo a respirare senza sentirmi sommerso.

Mercoledì  .

Quella notte era stata la prima tranquilla da giorni , e riuscì a convincere i miei nel farmi andare a scuola .
Loro volevano parlare prima col medico , aspettare che mi riprendessi del tutto , ma io ne avevo bisogno .
Mi dimostrai sicuro , tranquillo e loro acconsentirono , ma dovetti accettare di venire accompagnato e che mi venissero a prendere .
Quindi dovevo sperare d'incontrarlo tra i corridoi o alla fine delle lezioni .
A scuola dovetti rispondere alle domande dei compagni sul perché fossi sparito , inventai la scusa di un intossicazione alimentare dovuta a del sushi non molto fresco , e loro sembrarono crederci anche perché a detta loro non avevo una bella cera.
Le lezioni trascorsero lente , e noiose , tentai di stare dietro ai discorsi dei professori, di prendere appunti,  ma finivo sempre con la mente altrove , pensando a lui.
Lui che era a qualche aula distante da me .
Lui che speravo non mi odiasse .
Lui , l'unico motivo per cui ero riuscito a rialzarmi da quel caos .
Quando suonò la ricreazione,  mi fiondai fuori con gli altri e mi guardai intorno non riuscendo a vederlo .
《Fares cerchi qualcuno?》
Guardai Marco , non potevo certo dirgli che cercavo il ragazzo che piaceva a sua sorella 《 Ehm , no 》diedi un altra occhiata alla folla e tornai a guardarlo 《Andiamo a fumare?》
Lui annuì e mi diede una pacca sulla spalla 《 Per forza Fares , come posso sopravvivere  fino alle 15 oggi senza un po d'erba?》
Diamine è vero , oggi non uscivamo al solito orario! Maledizione!
Andammo al nostro solito posto e accese iniziando a fumare 《 Fares , sincero però,  perché ogni tanto sparisci e non vieni a scuola?》
Cazzo! Che avesse capito qualcosa?
Cercai di stare calmo e apparire confuso 《 Te l'ho detto , non sono stato bene . Sono molto cagionevole , mi ammalo per un niente . Ho tipo le difese immunitarie basse , appena inizierà a tirare vento vedrai starò sempre col naso rosso raffreddato 》 .
Mi guardò e annuì 《 Magro come sei non fatico a crederci,  sembri sempre ammalato 》
《 Ah beh grazie per avermi detto che sembro una merda! 》 tentai a buttarla sul ironico , quel discorso non mi piaceva.
Lui rise 《 Non so frocio , ma hai avuto giornate dove stavi meglio di oggi 》.
FROCIO.
Dio , quanto odiavo quella dannata parola .
Ma feci finta di nulla e tornammo a fumare tranquilli per poi tornare tra i corridoi .
E mentre stavo per andare al bagno , lo vidi , era in fondo al corridoio con il suo gruppo di amici e stavano per tornare in classe .
Lui aveva un espressione così seria , assente. Era triste .
Strinsi i pugni ed entrai in bagno dove tentai di darmi una rinfrescata al viso e una sistemata ai capelli,  in modo da sembrare un po più umano.
E tornai in classe .
All'una mangiamo delle merendine prese dal distributore , e alle 14 quando avremmo dovuto avere un ora di pomeridiano , ci fu comunicato che potevamo andar via prima perché il prof era impegnato.
I miei compagni corsero via subito , io invece fui l'ultimo a lasciare la classe e non mi diressi verso l'uscita,  ma verso la classe di Martino , la classe era vuota ma c'erano gli zaini .
Questo significava solo una cosa , educazione fisica.
Nel cortile c'erano ragazzi che correvano o giocavano a calcio , ma tra loro lui non c'era.
Andai verso la palestra , e mi affacciai,  e nonostante le ragazze in pantaloncini aderenti non fossero uno spettacolo sgradito , i miei occhi puntarono subito lui .
Era con i suoi amici e c'era anche il professore che sembrava scherzasse con uno di loro .
Avevano tutti delle facce adoranti mentre guardavano le ragazze , tranne lui che aveva un espressione corrucciata e confusa .
Era esilarante.
Sei sempre più confuso Marti?
Strinsi le cuffiette in mano , dovevo ridargliele , erano sue , non potevo tenerle .
Quando vidi il prof allontanarsi , presi un respiro profondo ed entrai .
Stai calmo Nicco .
Andai verso di loro e lo salutai 《 Ciao 》.
Lui mi guardò con uno sguardo sorpreso e confuso , non sembrava affatto felice di vedermi .
Ehm e ora? Che faccio?
《Ti stavo cercando , hai dimenticato queste venerdi sera 》 e gli lanciai le cuffiette che lui prese al volo.
I suoi amici si guardarono e lui mi lanciò uno sguardo e capì,  non aveva raccontato nulla a nessuno .
I suoi amici non sapevano nemmeno chi fossi probabilmente e quindi non sapevano della nostra serata .
Che diamine invento ora?
《 Sull'autobus 》cosa c'era di male in due studenti che si incontrano su un autobus no?
Sperai di non aver detto stronzate , ma tutti loro continuavano a guardarmi e iniziai a sentirmi a disagio 《 Sono tue no? 》
Il ragazzo riccio affianco a lui le prese 《 Si , in realtà sono le mie , ma vabbè grazie 》.
Marti mi guardò e mi ringraziò prima di abbassare lo sguardo a terra 《 Figurati》 sperai che mi guardasse ma nulla 《Ciao 》e scappai via prima che il panico prendesse il sopravvento.
Li vidi parlare , scambiarsi qualche sguardo incerto e sperai tanto di non averlo messo nei guai con i suoi amici .
Era l'ultima cosa che volevo farlo litigare con il suo gruppo .
Sospirai e mi diressi all'uscita dove trovai mia madre , mi buttai sul sedile accanto a lei e misi la cintura 《 Com'è andata ?》
Sospirai pensando che probabilmente avevo sbagliato e commesso altri casini , ora probabilmente non mi avrebbe nemmeno più guardato in faccia 《 Poteva andare meglio 》.
Ma non mi arrendo.




Nella testa di Niccolò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora