Sguardi

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Restai a casa anche i giorni seguenti , nonostante le nuove consapevolezze il mio umore aveva troppi alti e bassi.
Mia madre si prese dei giorni da lavoro per stare a casa con me e non lasciarmi da solo.
La paura di qualche scatto di pazzia condizionava tutto.
Nelle sere veniva a trovarmi Maddalena che provava a convincermi a uscire , a mangiare , ma non ce la facevo a fare nulla e lei andava via sempre più amareggiata e si raccomandava di risponderle al telefono quando chiamava. Come se avessi la testa per rispondere a telefono .
La sentivo poi andare in cucina e parlare con i miei e chiedere se prendevo le medicine , o se avessero contattato i miei medici .
Sentire tutto questo mi fece sentire ancora di più una nullità , e mi ritrovai a stringere i pugni .
No , lei non mi avrebbe mai compreso sul serio .
Lei non vedeva me prima della malattia .
Per lei ero solo la malattia.
Non voleva o riusciva ad andare oltre il mio malessere .
Lei la mia ragazza, colei che doveva capirmi , amarmi ..
Mi trattava come un caso clinico da curare e tenere sotto controllo.

LUNEDÌ 15 OTTOBRE

Quella mattina mi ero alzato volontariamente dal letto, e sorprendendo i miei che mi videro passare per andare in bagno,  annunciai che oggi volevo andare a scuola .

F

inalmente , dopo giorni a letto , mi concessi una bella doccia dove l'acqua mi pulì dal sudore e dalle ansie .

E mi sentì forte .
Si , oggi sarei tornato a scuola .
Non avevo studiato nulla ma non volevo continuare a stare a casa sotto sorveglianza di mia madre o della domestica.
Fanculo i compiti, fanculo i professori.
Io dovevo tornare a scuola per rivedere Martino.
Volevo parlarci ancora.
Da quando avevo fatto quel sogno , venerdì,  mi era entrato in testa e non ero più riuscito a pensare ad altro a cui aggrapparmi in tutto quel malessere.
I miei tormenti mi avevano cullato in attesa che recuperassi abbastanza energia per poterlo rivedere .
Mi coprì con l'accappatoio e tornai in camera , e trovai mia madre seduta sul letto con un sorriso 《 Tutto bene?》
La guardai e sorrisi 《 Tutto bene 》.
Lei si alzò e mi diede un bacio sulla fronte 《Sbrigati che ho chiamato il bar e oggi facciamo una bella colazione 》
《Va bene 》.
Una volta solo mi buttai sul letto e presi un respiro profondo per poi sorridere .
Si , oggi andava tutto bene.
Di fretta mi tolsi l'accappatoio e mi vestì mettendo dei jeans chiari , una t shirt blu e una felpa , infilai le solite scarpe e mi diedi una sistemata ai capelli e con lo zaino pieno di libri andai in cucina.
La tavola era piena di cibo.
Guardai la Mamma sconvolto e lei rise 《 Non fai un pasto decente da giorni , e dato che oggi hai deciso di andare a scuola voglio che mangi 》
《Farò tardi Mà!》
《Oggi ti accompagno io , ma tranquillo ti lascio a metà strada,  non vorrei mai che ti vedessero con la mammina 》
Risi 《 Ho quasi 20 anni , quindi si non voglio che vedano che mi accompagni . Mi fai sfigurare 》
《Pure? Guarda che non ti faccio mangiare più niente!》
Posai lo zaino e le diedi un bacio sulla guancia , per poi sedermi e bere il mio solito caffè latte , e presi un cornetto alla crema che divorai in poco.
Non sapevo di avere tutta questa fame.
《Ci sono anche a cioccolato e marmellata 》.
Senza pensarci oltre ne presi un altro , questa volta a cioccolato e divorai anche quello sentendomi finalmente pieno .
《Che mangiata , grazie Mà!》
Lei sorrise e mi scompiglio i capelli 《Resti sempre il solito pasticcione 》e mi passo un tovagliolo 《Sei tutto sporco 》.
Risi e tentai di pulirmi , andai poi in bagno a lavarmi i denti e mi pulì anche il viso , per poi tornare di là.
Ed eccole li ad aspettarmi , le mie mie tre piccole pilloline .
Le infilai in bocca e le buttai giù 《Pronto》.
Durante il viaggio in auto Mamma mi mise al corrente che i Professori erano stati avvisati che non avevo potuto studiare e non avrei dovuto avere problemi come interrogazioni e cose simili.
《Ma non bastava la giustificazione del medico?》
《Per le assenze si, per lo studio no 》
《Ma anche se venivo interrogato e prendevo un voto di merda, che importava? Siamo a inizio anno 》
Sapevo che loro lo facevano per non crearmi problemi o disagi , ma questo era troppo , non volevo avere questi privilegi!
Avevo tentato di farglielo capire in tutti i modi, ma era sempre un discorso a vuoto.
《Nicco , lo facciamo per te ..》
《Come vuoi ...》
Non volevo litigare con lei , non dopo tutto quello che aveva fatto , e cosi rimasi semplicemente in silenzio fino alla mia fermata .
Da li in poi sarei andato a piedi , dopotutto erano si e no 10 minuti a piedi da lì.
《Nicco lo sai che ti voglio bene, vero? Se a volte sono troppo è solo perché voglio il meglio per te 》.
La guardai e annuì salutandola per incamminarmi.
La giornata era iniziata bene , e nonostante ciò, volevo che trascorresse tranquilla.
Arrivati al cancello notai che non c'era, forse era dentro , ma nemmeno per i corridoi lo vidi .
Martino dove diavolo sei?
Mancava poco alla campanella di inizio lezioni , cosi sbuffando entrai in classe e mi sedetti al mio posto .
《Ma salve Fares ! Che fine avevi fatto?》
Guardai Marco e sospirai , ora si andava in scena Niccolò 《 Non sono stato bene . Praticamente sono stato tutto il tempo legato al cesso 》
Lui e gli altri risero 《 Vabbè non ci dire i dettagli 》
《Sicuri? 》 chiesi ridendo delle loro facce schifate.
Le lezioni iniziarono , naturalmente dovetti mostrare la giustificazione per le assenze , e nessuno mi fece domande o interrogò.
Ero li presente , ma ero invisibile.
Nonostante Marco e gli altri mi parlassero, non ascoltavo nessuno.
Avevo cercato tanto di integrarmi e farmi trattare normalmente dagli insegnanti,  e ora i professori tornavano a considerarmi invisibile, il ragazzo malato che ha bisogno di aiuto per arrivare alla maturità.
Mancava poco alle 11 quando capì che non ce la facevo più a sentirmi così e alzai la mano chiedendo di uscire.
Permesso concesso,  naturalmente.
Corsi per il corridoio fino ad entrare in uno dei bagni e mi rinchiusi li.
Fronte alla parete e le mani costantemente strette in due pugni cosi stretti che sentivo dolore.
Mi ero costretto ad andare a scuola , per cosa ? Per una simile giornata di merda?
Avevo bisogno di vedere Martino , speravo che entrasse in bagno , ma Martino non entrò.
Forse non era nemmeno venuto a scuola .
Questo spiegherebbe perché non era nel atrio o nei corridoi..
Mi lasciai cadere sul water e mi misi le mani tra i capelli .
Ero solo.
Ero venuto solo per vederlo , e lui non c'era.
Gli occhi si fecero lucidi e sarei scoppiato a piangere se non fosse che alcuni ragazzi entrarono in bagno e uno di questi bussò alla mia porta 《Ao hai fatto? Me serve il bagno 》
《Si , un attimo 》cercai di pulirmi il viso dalle lacrime , tirai lo scarico e aprì la porta .
Guarda te il caso..
Mi trovai davanti l'amico di Martino , il riccio con cui stava sempre .
Mi guardai intorno ma lui non c'era,  c'erano altri due tipi, un moro e un biondo . Ma non il mio rosso .
《Tutto tuo 》 dissi e andai a lavarmi le mani e a darmi una rinfrescata al viso .
Mentre stavo per uscire sentì il più basso dei tre ragazzi dire 《 Ma Martino è in classe?》
《 Si , doveva parlare con Sana 》.
Sorrisi , allora c'era!
Andare nella sua classe non era proprio un idea geniale , così uscì fuori dove c'erano gli altri miei compagni che fumavano 《 A Covitti mi dai una siga?》
《Certo Fares 》.
La infilai in bocca e l'accessi.
Nel frattempo mi voltai verso le finestre , e li seduto su un banco , c'era lui.
Martino.
Mi osservava con uno sguardo che mi faceva venire voglia di correre , spingerlo al muro e baciarlo.
Ma dovevo stare calmo , tentai di fare un sorriso e lui ricambiò.
Sentì il cuore impazzirmi nel petto solo per un suo sorriso.
Eravamo solo io e lui , occhi negli occhi.
Niente Emma o altri .
Ma purtroppo fui distratto da Marco che voleva sapere se avessi fatto la versione di latino , e quando mi rivoltai verso Martino , scoprì che nemmeno lui mi stava più guardando, distratto da Sana.
《Veramente non ho studiato un cazzo 》
Marco rise e mi diede una manata sulle spalle 《 Se vuoi puoi copiare da me , ma non so se ti conviene,  ero fumato quando ho fatto i compiti 》.
Risi e con lui tornammo in classe , certo quella versione non aveva molto senso per com'è l'aveva tradotta lui , ma meglio di nulla.
《Grazie Fratè!》
《De nulla Fares 》e demmo il cinque .
La professoressa di latino controllò alcune versioni , stava per andare oltre di me e chiamare Marco, ma sollevai la mano e proposi alla prof di leggere la mia .
Non poté tirarsi indietro .
Andai verso la cattedra sicuro di me col mio quadernino e tornai indietro con un bel 3 segnato in rosso , fiero di quel voto come se fosse stato un 10.

Nella testa di Niccolò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora