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Nel momento in cui Silvia iniziò a parlare del codice di autodisciplina , e io ero li perso a tormentarmi pensando di essere un coglione , Martino prese il cellulare se lo avvicinò al viso e fece segno alle ragazze , che doveva rispondere e uscì dall'aula.
Aggrottai la fronte mi sembrava piuttosto una finta , era come se avesse voluto scappare , e lo capivo perfettamente in quel momento.
Ora che lo avevo visto accanto ad Emma , non avevo più alcuna voglia di stare li a vedere lei che fissava in quel modo colui che avevo sperato diventasse il mio Martino.
Tutto mi dava sui nervi, e la voglia di fuggire da quella classe aumentava lettera dopo lettera di quel codice di autodisciplina che era davvero imbarazzante.
Dopo oltre la 500esima lettera , non ce la feci più e mi alzai con la scusa di andare in bagno , in realtà avrei voluto scappare lontano da li , ma confusi le porte ed entrai nella stanza della radio e li .. c'era lui.
Aveva le cuffie e aveva acceso il microfono , stava parlando di un corso su come coltivare erba nel proprio armadio , e mi fece nascere un sorriso al pensiero di cosa avrebbero detto le ragazze della radio a una rubrica simile .
Martino era davvero divertente .
Volevo accendere l'altro microfono per parlargli, mi sentivo un po maniaco a stare li ad osservarlo mentre lui non riusciva a vedermi.
Ma insieme al microfono accesi anche la luce , e per la prima volta ci trovammo occhi negli occhi .
Lui mi guardava con un espressione sorpresa e forse un po imbarazzata, probabilmente non si aspettava che qualcuno lo avesse seguito ,anche se involontariamente , e fosse li ad ascoltarlo .
《Perché ti sei fermato?》
Dio Nicco , ma che cazzo dici?!?
Era logico che si fosse fermato perché aveva visto te e aveva capito di non essere più solo!
《Non stavo registrando, stavo solo cazzeggiando 》.
Ti ha risposto! Ti sta parlando!
Finalmente dopo settimane gli stai parlando! E devi assolutamente inventarti qualcosa per farlo ridere .
Vi scambiate battute sulla torta di carote immangiabile e tu lo sorprendi quando gli riveli di aver contato ogni singola lettera del codice di autodisciplina.
《Le hai contate tutte?》aveva un tono cosi sorpreso e quel sorriso ..
《Si certo》.
Volevo stare solo con lui , sentire il suo corpo accanto al mio , ma cosa potevamo fare?
Eravamo in una scuola , e qui c'era ben poco da fare .
Se fossimo stati in giro lo avrei portato in giro ovunque, sarebbe bastato stare insieme e anche un parco abbandonato sarebbe sembrato il posto più bello del mondo .
Ripensai  al suo discorso , lui aveva parlato d'erba , quindi era un tipo che fumava e io avevo una cannetta datami da Marco , saremmo potuti salire in terrazza a fumare.
Le sue labbra sulla mia sigaretta,  le mie labbra dove lui avrebbe appoggiato le sue.
《Ma quello è il terrazzo?》
《Si , però penso sia chiuso 》.
Io sapevo come arrivarci ma volevo scherzare un po e buttai in mezzo la storia del tutorial di Chicco Rodi.
Ma lui non aveva più giga e io da quando avevo cambiato scuola avevo un cellulare preistorico e non avevo più nemmeno un social.
Maledetto psicologo e le sue idee di staccare dal mondo digitale.
Avevo deciso , volevo portarlo li , su quel terrazzo , quindi gli mostrai la canna già pronta e lo sfidai a trovare un modo per arrivarci .
Il sorriso con cui mi ripagò fu la cosa più bella che avessi mai visto.
Camminammo fianco a fianco in silenzio scrutandoci .
Lo guardavo con la coda dell'occhio e sentirlo cosi vicino mi piaceva e mi intimoriva .
Avrei voluto allungare la mano , sfiorare la sua , stringerla nella mia e vedere i suoi occhi sorpresi e imbarazzati.
Avrei voluto avere la giusta confidenza per poterlo abbracciare,  toccare.. senza  che lui mi vedesse come un depravato.
Ma era solo la prima volta che parlavamo e sicuramente prima di oggi non sapeva nemmeno della mia esistenza.
E ancora non ero riuscito a presentarmi.
Ma non importava , ora era qui che camminava al mio fianco e amavo averlo spalla contro spalla .
Gli feci strada fino alle scale e sperai di trovare la porta aperta , a volte capitava che i bidelli si accorgessero del via vai per quelle scale e chiudessero la porta del terrazzo.
Quando spinsi il maniglione antipanico e sentì lo scatto della porta , e notai il sole illuminare tutto tirai un sospiro di sollievo.
C'era un panorama bellissimo da li , si vedeva quasi tutta Roma , e ti sentivi un gigante a vedere quei palazzi enormi apparire così piccoli.
Sembrava di poter allungare la mano e poter prendere tutta Roma tra le dita.
Mi piaceva il mondo visto da lassù e mi piaceva soprattutto ora che a guardarlo con me c'era il Martino che da settimane mi ossessionava.
Mi ero arrampicato con disinvoltura perché non era la prima volta che salivo li , lui era stato un po impacciato ma ora dopo aver guardato quel panorama insieme , ci eravamo seduti lontani ma non cosi tanto da non poter ammirare ogni più piccola sfaccettatura dei suoi occhi .
Gli occhi scuri di Martino mi avevano preso il cuore e ogni volta che lui mi guardava e sorrideva era un fremito .
Parlando e scrutandolo capì che era insicuro, e un po timido .
Gli passai la sigaretta e vidi le sue labbra appoggiarsi dove prima c'erano le mie ed era cosi eccitante vedere il fumo uscire dalle sue stupende labbra.
Abbassai lo sguardo per non incantarmi troppo , e cosi sorridi e parlai《 Non sembri molto contento di questa cosa della radio 》.
Lui tirò fuori un'altra boccata di fumo e fece un mezzo sorriso 《 È una storia lunga 》
《Hai di meglio da fare?》.
Voglio che mi parli, che capisca che voglio avere un rapporto con lui , anche solo essergli amico.
Se fosse qualcosa in più non mi lamenterei di certo.
Ma se fosse totalmente etero , mi accontenterei di essere suo amico.
《No , però immagino che prima o poi dovremo rientrare 》.
Solo al pensiero di tornare dentro, di vederlo di nuovo seduto accanto ad Emma,  e di me seduto lontano da lui ,mi fa scappare un 《Che palle》che lo fa scoppiare a ridere , e quel sorriso non può rimanere solo .
Gli spiego che avevo bisogno di crediti extra e le uniche scelte che avevo era il progetto radio o andare a pulire i bagni di un fast food,  e questa soluzione sembrava la meno peggio .
E mentre a lui dicevo che non ero più così tanto convinto della scelta fatta , dentro di me pensavo che non avrei potuto scegliere soluzione migliore .
Si , ne era valsa la pena se il pagamento era avere lui qui con me .
Il fumo usciva dalle sue labbra e i miei occhi non si staccavano dai suoi.
《In che classe stai?》
Voleva conoscermi! Sapere qualcosa di me!
Risposi subito 《 5B 》 e mi ridiede la sigaretta.
Quando ebbi la conferma che non mi aveva mai visto prima di oggi , un po ci rimasi male , ma dopotutto ora non importava .
Non importava perché ora sapeva di me , ed era lì con me .
E mi bastava.
Quando stavo io per chiedergli qualcosa , ecco arrivare lei , Emma.
Con passo sicuro si avvicina a noi e si mette in mezzo, loro due parlano , e io mi sento un punto inutile nel loro discorso .
E ritorna quel pensiero che avevo scacciato via "Che ci fai qui con lui , se sta con Emma?".
Lei spiega che è stata mandata a cercarci perché devono finire di organizzare i palinsesti , fumo un altro po e poi lei chiede a lui di presentarci .
Ma Martino come fai a presentarci ? Non sono ancora riuscito a dirti il mio nome .
《Niccolò 》
《Sei quello che sta in classe con mio fratello ,  vero ? Hai un cognome strano 》.
Eh già,  sono proprio io , e si ho un cognome strano con cui Marco e gli altri mi prendono in giro dal primo giorno .
《Perché che cognome hai?》
Alzo lo sguardo e lo fisso 《Fares》
《Un po strano si 》.
Ah , se solo sapessi Marti .
"Strana " è tutta la mia vita.
Il cognome è solo un dettaglio , ma dietro quel cognome ci sono io e chissà se potrà piacerti la persona che sono , se potrò andar bene per una persona stupenda come te.
La Covitti non se ne va , e il discorso e la complicità che stava nascendo tra me e Martino è volata via come il fumo che usciva dalle sue labbra .

《Com'è andato il pomeriggio a scuola?》
Guardai i miei , nella mente mille pensieri che si affollavano , mille voci e urla che mi facevano scoppiare il cervello,  ma poi arrivò l'immagine di lui seduto vicino a me , e di come mi ero sentito bene nel vederlo sorridere  《Bene , mi sono divertito molto 》.

Nella testa di Niccolò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora