Voltati.

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Salve a tutti , ho scritto questo capitolo mentre ero sul treno diretta al mare per le vacanze .
Spero vi piaccia 😘

Le prime settimane di scuola corsero abbastanza velocemente , cercare di stare in pari con gli altri non era molto semplice , ma ce la stavo mettendo tutta per arrivare almeno alla sufficienza.
Algebra e chimica erano le peggiori insieme a latino.
Ogni volta che dovevo aprire uno di quei libri mi saliva un mal di testa atroce , ma a fine giornata riuscivo comunque ad apprendere qualcosa e mi sentivo abbastanza fiero di me.
Dopo quel primo giorno , che definire assurdo è poco , le cose erano andate molto meglio.
Avevo fatto amicizia con qualcuno in classe e cercavo di non isolarmi troppo , soprattutto quando ero con gli altri .
Non era facile perché era una lotta continua contro la mia mente , e nascondevo le mie ansie e paure dietro a mille sorrisi e finte risate .
Dopo una settimana ero riuscito a convincere mia madre che ormai ero adulto e potevo muovermi da solo , e lei aveva provveduto a farmi un abbonamento annuale per l'autobus, e ora da una settimana esatta mi spostavo finalmente da solo , anche perché a 19 anni farsi accompagnare ogni giorno a scuola dalla propria madre era veramente imbarazzante .
La prima volta che dovetti prendere il pullman arrivai con un minuto di ritardo e vidi l'autobus chiudere le porte e andar via, lasciandomi li.
Naturalmente andai nel panico , ora come avrei fatto?
Naturalmente avrei dovuto aspettare l'altro, ma sarei arrivato in ritardo .
Nella mia mente avevo calcolato i tempi di attesa , i probabili ritardi dovuti al traffico , e si , sarei arrivato tardi.
Quando arrivai a scuola con ben 15 minuti di ritardo , la professoressa mi lasciò fuori e dovetti aspettare la seconda ora per rientrare .
E dato che ero solo andai a comprarmi un pacchetto di sigarette e mi misi a fumare per cercare di rilassarmi e magari vedere se tra gli altri ritardatari c'era anche lui .
Marti.
Avevo tentato di cercarlo , ma ero solo riuscito a scoprire che non era un alunno di quinto , spiando tra i registri di classe , non avevo letto il nome di nessun Martino .
Quindi era più piccolo di me , di quanto non lo sapevo ancora , speravo solo che non avesse quattordici anni perché mi sarei sentito un po idiota a cercare per la scuola un ragazzino a cui probabilmente non sarei mai interessato.
Ero anche tornato nei bagni del terzo piano , durante la ricreazione, ma nulla.
Era stato un miraggio?
La mia testa non era ben messa questo lo sapevo benissimo , ma un miraggio...
Per i corridoi andavo poco , preferivo stare seduto al mio banco a mangiare quei tramezzini col salame vengano che mia madre si ostinava a preparmi , nonostante le avessi detto più volte che erano orribili.
E ogni giorno era una presa in giro dai miei compagni 《 A Fares ma butta sto schifo e vai al bar 》
《 A Marco non ho soldi dietro , se no lo avrei già fatto 》, lui rise 《 Povero piccolo Fares 》.
Lo guardai male ma lui rise ancora di più 《Dai so io come tirarti su 》 e mi mostrò una bella canna già pronta , bastava solo accenderla.
Quanto tempo era che non fumavo erba ? Tanto .
Tutti mi dicevano che faceva male , che avrebbe potuto annullare alcuni effetti dei farmaci e di conseguenza sarei potuto stare molto male .
Ma in quel momento ne ebbi voglia, volevo fumare , risentire quella sensazione di pace che mi dava fumare erba .
Andammo su una terrazza che veniva usata principalmente da tutti per mettersi a fumare senza prof tra i coglioni.
E già dopo un paio di tiri mi sentì bene , rilassato, ma anche euforico e per un po anche senza pensieri.
Dio , quanto era bello sentirsi cosi...
《Dove la prendi sta roba? È buona 》
《C'è un tipo che conosco che la coltiva a casa , te ne procuro un po? 》
Avrei dovuto dire no , pensa alla tua salute Nicco , ma quella pace che sentivo in quel momento era cosi bella e dissi si .
Volevo un po di roba così da potermi rilassare ogni tanto .
Una volta tornati in classe mi buttai a peso morto sulla sedia e per poco non caddi a terra facendo ridere tutti , ma in quel momento non me ne fregava di niente .
Nella mia testa c'era silenzio da qualche minuto e mi bastava .
Ero tra le nuvole , anzi , ero una nuvola che vagava solitaria per un cielo di solito grigio e cupo, ma oggi no , era sereno .
Ma purtroppo anche la ricreazione ha una fine e tornò il professore e dovemmo tornare a fingere di prestare attenzione a ciò che diceva e scriveva alla lavagna.
Avevo provato di prendere appunti ma la mia testa aveva iniziato a vagare altrove e mi ero ritrovato a disegnare delle giraffine, erano così carine .
Ma dovetti tornare alla realtà quando il professore mi tolse il quaderno da mano 《 Signor Fares forse non si è reso conto ma questa è una lezione di algebra non di disegno 》.
Lo guardai sorpreso , cercavo qualcosa da dire , ma il mio cervello era andato in tilt , non sapevo come giustificarmi , cosa dire.
《Ora la pregherei di seguire la lezione 》e mi ridiede il quaderno per poi tornare a spiegare.
Ero stato rimproverato ...
Non ci rimasi male , ne mi arrabbiai, non so dire esattamente cosa provai ma fu una sensazione stranissima.
Quel professore mi aveva trattato come qualunque altro alunno , ed era stato il primo a farlo da quando avevo iniziato a frequentare quella scuola .
Tutti gli altri anche se mi vedevano distratto o assente mi ignoravano , a volte nemmeno mi guardavano, come se non esistessi .
E non mi riprendevano mai.
《 E finalmente anche Fares se becca i rimproveri 》.
Sorrisi istintivamente 《Già 》.
Un'altra persona ci sarebbe rimasta male , si sarebbe arrabbiata , ma io per la prima volta da due settimane mi sentì davvero normale e uguale a tutti i miei compagni.
E per quanto la cosa fosse stramba , ero felice , speravo che finalmente iniziassero a capire che ero un semplice ragazzo e non ero un condannato a morte.
Per una volta non leggere pietà negli occhi di chi sapeva , fu bello.

Quando suonò l'ultima campanella mi precipitati fuori per i corridoi , euforico e felice, e mentre mi guardavo intorno intravidi dei capelli rossi.
Marti!
Che fosse lui???
Cercai di infilarmi tra gli altri per potermi avvicinare , ma ero sempre qualche metro distante .
Lui era lì col suo amico riccio e altri ragazzi , e io ero a due file dietro di lui .
Vedevo le sue spalle , la sua nuca , i suoi capelli ..
Voltati , fammi vedere il tuo viso !
Ti prego Marti!
Come sentendomi lui si girò verso il suo amico a ridere di non so cosa e io ebbi la fortuna di poter ammirare il suo profilo perfetto e il suo sorriso , diamine quanto era bello quel sorriso .
Rimasi li immobile sulle scale a guardarlo e iniziai a sorridere senza rendermene conto.
Vederlo sorridere in quel modo dopo avergli sentito dire quelle cose , mi faceva piacere , non sapevo niente di lui se non il nome , ma già mi aveva sfiorato il cuore .
Ritornai in me solo quando ricevetti una spallata da qualcuno che aveva fretta di scappare da scuola , e mi ripresi arrivando fuori scuola, ma ormai non c'era più.
Marti...
La voglia di conoscerti aumenta , dovrò assolutamente inventarmi qualcosa, non voglio perdere l'occasione di vedermi riflesso in quei tuoi stupendi occhi , a cui ora finalmente potevo dare un colore .
I tuoi occhi scuri non mi spaventavano , erano bui come la notte ma brillavano come stelle .
E col pensiero di te nella mente , tornai a casa così felice che per la prima volta non mi buttai sul letto disperato ma col cuore che batteva al pensiero di te.

Nella testa di Niccolò Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora