Il giorno dopo, Louis può finalmente iniziare a seguire i suoi corsi. Non vedeva seriamente l'ora. Ovviamente. Non aspettava genuinamente altro, davvero.
Si alza con un po' di anticipo, si fa una lunga doccia calda e si mette un paio di pantaloni della tuta insieme ad una felpa.
Appena chiude la porta della sua camera a chiave, realizza di essere in ritardo per il corso di musica. Fa quindi una piccola corsa verso la mensa, afferra un grappolo d'uva al volo, passa il badge e poi corre fuori dalla sala buttando la frutta nel cestino apposito.Quando arriva al secondo piano e bussa alla porta col grande cartello che recita "Aula di Musica", viene autorizzato ad entrare da delle voci confuse. Non appena varca la soglia, il suo sguardo cattura immediatamente quello di Harry, il ricciolino che la sera prima è scappato dopo averlo visto. Louis si chiede se lo farà di nuovo.
Dopo un paio di secondi di troppo in cui resta immobile a fissarlo senza fare nulla, si accorge che a fissare lui, sono invece tutto il resto delle persone presenti nella stanza. Una decina, conta velocemente il castano. Alcuni di loro hanno uno strumento in mano, altri sono seduti su delle poltroncine lilla con dei quaderni ad anelli poggiati sulle ginocchia o sostenuti davanti ai loro volti.
«Tu devi essere Louis, giusto?» Chiede la donna sulla trentina, che deduce essere l'insegnate di musica. Il castano annuisce e Isla riprende parola, «E dimmi, suoni qualche strumento?»
«Me la cavo al piano, sì.» La bionda si limita a sorridergli ed indicargli con un cenno della testa la seduta dietro alla pianola.
Il corso procede bene per tutta la durata delle due ore, e Louis può quasi dire di aver gradito il tempo con quelle persone. Tutti sembrano godere di buone doti musicali, qualcuno canta anche.
Louis presta attenzione ad un biondino, Ashton, che sembra divertirsi particolarmente suonando la batteria e dando un tocco punk a qualsiasi cosa suoni la classe.Non nota, però, gli occhi verdi puntati su di lui per tutto il tempo, nonostante anche lui non risparmi sguardi lunghi interi minuti verso Harry.
Decide di volerci parlare, ma nell'istante in cui tutti si alzano per uscire dalla porta, il riccio svolta l'angolo del corridoio, e quando l'altro raggiunge il punto in cui era poco prima, questo è già sparito.***
Sabato arriva in fretta, e la sveglia di Louis suona insistente mentre lui cerca disperatamente di colpirla alla cieca, con la testa seppellita sotto il cuscino.
Quando finalmente raccoglie le forze necessarie per togliersi di dosso le coperte confortevoli, nota con stupore di non essere in ritardo, al contrario dei giorni precedenti.Martedì ha il corso di pittura, l'unico che ha in comune con Zayn. Apprezza il consiglio del moro, perchè quando escono dall'aula e vanno a pranzo, Louis è talmente rilassato che non fa nemmeno caso al piatto piccolo, ma comunque intero di pasta che riesce a mangiare quasi senza sforzo.
Quando torna in camera e si guarda allo specchio non si sente assolutamente in colpa o a disagio. No. Perchè lui non ha un problema e le sensazioni negative che prova fissando il proprio corpo sono dovute solo alla mancanza di sport di quei giorni.
Per fortuna il mercoledì arriva insieme al suo tanto agognato corso di calcio. Due ore a correre per il campo, segnare tre goal ed esultare con la propria squadra improvvisata. C'è qualcosa di meglio? Probabilmente no. E la stessa sensazione rimane la sera quando mangia soltanto qualche foglia di insalata, troppo preso a raccontare di come sia andato l'allenamento poco professionale, e a cercar di spiegare quanto bene lo faccia sentire colpire la palla e avere la sensazione di adrenalina nelle vene quando scatta verso la porta per segnare.
Quando giovedì va a terapia di gruppo, scopre che l'amico avesse un'altra volta ragione. L'ora è passata in un batter d'occhio ed è stata quasi rilassante, Louis ha ascoltato la voce soave della donna sulla quarantina parlare con calma e senza insistere, ma cercando di coinvolgere un po' tutti, e gli dispiace quasi aver sfruttato il suo lavoro senza aver detto nemmeno una parola, solo per non dover fare qualcosa di effettivamente impegnativo.
Sempre in quell'ora rivede Harry, e quando Louis gli si avvicina e lo saluta, il riccio si ferma a guardarlo per un secondo. Poi si gira e scompare di nuovo, senza dire niente.
Il venerdì ha soltanto il primo incontro individuale con lo psicologo, e non se ne può lamentare, è filato tutto liscio.
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you make this feel like home || l.s
FanfictionLa morte della madre ha lasciato Louis a pezzi, nonostante a lui piaccia far credere a tutti di stare bene. Dopo l'ennesimo mancamento e tanti chili persi, Dan decide di portarlo in un centro di recupero, dove conoscerà Harry, un ragazzo bellissimo...