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Louis si stiracchia, ancora in dormiveglia, e mentre allunga le braccia per scrocchiare la schiena la parte fredda di letto accanto a lui gli fa aprire gli occhi con confusione.
«Haz?» Prova a chiamare, con voce assonnata. Magari è in bagno.
Si alza dalle calde e confortevoli coperte e va verso l'unica porta, oltre a quella d'entrata, presente nella sua stanza.
Bussa un paio di volte. Nessuna risposta. Apre la porta. Niente Harry.
Decide che sia meglio non pensarci, sarà già in mensa ad aspettarlo con Zayn.
È ancora abbastanza presto e decide di concedersi qualche minuto in più del solito sotto al getto d'acqua calda, rilassando i muscoli e strofinando la spugna intrisa di sapone lungo tutta la sua altezza. Quando esce dal bagno e percorre la stanza, si rende conto di quanto sia disordinata.
I pacchi di cartone, prima nascosti sotto il letto e tirati fuori solo la sera prima da lui ed Harry, sono pieni di vestiti e dei suoi oggetti personali, impacchettati e pronti ad essere riportati nello Yorkshire. Ebbene si, dopo quattro lunghi mesi- gli ultimi due in compagnia di Harry sembrano volati, in realtà- passati lì dentro, in meno di 48 ore si troverà nella sua amata caotica e disastrosa casa. Ne è seriamente felice, anche se gli è capitato un paio di volte di chiedersi che fine faranno il suo rapporto con Zayn, Harry e perchè no, anche Niall. Quello che lo preoccupa di più è sicuramente il riccio. Nelle settimane appena passate si era trovato estremamente bene con lui, arrivando a raggiungere un equilibrio interiore che nessuno gli aveva mai mostrato prima. Non sa come definire i suoi sentimenti per il più piccolo, ma di una cosa è sicuro: lui ed Harry sono tutto tranne che amici, e non può fermare il suo cervello dall'andare incontro a scenari immaginari in cui i due si perdono di vista dopo che lui sarà partito. Non sa nemmeno quanto dovrà restare ancora qui; non a lungo, crede. Ad ogni modo, scaccia i pensieri negativi e si infila dei jeans non particolarmente attillati ed una felpa calda, mettendosi le vans ai piedi ed uscendo dalla stanza. 

Percorre i corridoi con l'occhio che, quasi inconsapevolmente, studia tutto l'ambiente intorno a sè nella speranza di poter incontrare Harry. Non succede, ovviamente, e quando si siede davanti ad un Zayn dall'aria assonnata, la prima domanda che gli pone è proprio se sappia qualcosa del ragazzo.
«Non ho  idea di dove possa essere, scusa amico. Non mi ha detto niente, ma fa sempre così, lo sai anche tu. Non preoccuparti.» Alza le spalle prendendo un morso dal suo pancake.
«Si, lo so, ma non era più successo. E in più, domani parto quindi pensavo avrebbe voluto passare un po' di tempo insieme. Tutto qui.» Guarda le due fette biscottate che ha preso dal buffet con aria indecisa. Non ha fame, lo stomaco sembra esserglisi chiuso alla realizzazione che potrebbe essere proprio quello il motivo per cui Harry non era nel suo letto: Louis se ne sta per andare e probabilmente si è stufato di lui, decidendo che fosse meglio andarsene un po' prima del dovuto. Ci ripensa, però. Non ha sprecato quei quattro mesi in quello stupido centro solo perchè la voglia di mangiare gli passi non appena un pensiero negativo gli invade la mente. Afferra quindi il pezzo di pane ricoperto di marmellata e gli da un morso, alzando poi lo sguardo verso l'amico che lo sta già guardando, un'espressione fiera stampata sul volto.
«Tra quanto dovresti uscire da qua, tu?» Aggrotta le sopracciglia Louis, realizzando di non averglielo mai chiesto prima.
«Non tra troppo, credo. Il terapista mi ha detto che tra un paio di settimane dovrei essere libero di andare se va tutto bene. Gigi mi ha aiutato molto nell'ultimo periodo, sai.» Un sorriso dolce gli si forma sul viso mentre i suoi pensieri si dirigono verso la sua ragazza. Finiscono la loro colazione in poco tempo e rimangono a chiacchierare del più e del meno fino a che non devono entrambi andare ognuno ai propri corsi.

***

«Hey, Louis!» Una voce alta e dall'accento marcato lo chiama mentre sta per girare l'angolo verso la camera di Zayn quello stesso pomeriggio.
«Oh, ciao Niall.» Saluta il biondo, fermandosi dal camminare ed avvicinandosi a lui. «Se sei qui per Harry mi dispiace ma non ho idea di dove sia.» Abbassa lo sguardo, un po' per la delusione ed un po' per non far notare la preoccupazione nei suoi occhi a Niall.
«In realtà ho bisogno di parlare con te. Andiamo un attimo al bar al piano di sotto?» Chiede, un sorriso stampato sulle labbra come sempre.
«Uhm, si, certo. Andiamo.» Annuisce, seguendo Niall che fa strada fino all'ascensore.
«Allora...» Inizia, quando si sono seduti uno davanti all'altro in un tavoli all'angolo della sala.
«Allora, immagino ti starai chiedendo di cosa volessi parlarti?» 
«Si, direi di si.» Ridacchia nervosamente.
«Si tratta di Harry. Se n'è andato ieri, vero?»
«Questa mattina, in realtà. O sta notte, non so.» Abbassa lo sguardo sulla sua tazza di thè.
«Oh, beh. Mi aspettavo se ne sarebbe andato prima.» Si guarda intorno annuendo a se stesso.
«Vedi, questi giorni... oggi, in particolare, sono un po' delicati per lui. Non penso proprio di volere ne poterti dire il perchè, ma volevo soltanto farti sapere che non sei tu il problema ne niente che tu hai fatto, quindi non preoccuparti.» L'insolita espressione seria dipinta sul viso non lascia dubbi nella testa di Louis: non è colpa sua.
«Oh, okay. In realtà ero solo un po' preoccupato sta mattina quando non era in camera. Grazie, Niall.» Un piccolo sorriso sincero sul volto.
«Nessun problema, amico. Ora devo proprio andare, ma non preoccuparti, un paio di giorni e torna.» Si alza, iniziando ad allontanarsi dal tavolo dopo aver lasciato qualche soldo per pagare la sua cioccolata calda.
«Peccato che io non abbia un paio di giorni...» Sospira quando il biondo è troppo lontano per sentirlo, afferrando il cellulare per controllare se Harry abbia risposto alla miriade di messaggi che gli ha lasciato da quella mattina.

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