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La fievole luce autunnale che colpisce i suoi occhi attraversando la finestra e parte della stanza lo sveglia. Apre piano le palpebre sbattendole un paio di volte prima di riuscire a vedere propriamente il posto in cui si trova.
È confuso ed ancora un po' disorientato dalla sera precedente, e, soprattutto, dal fatto che sia disteso su un letto king size in quella che ha tutta l'aria di essere una camera d'hotel.

La stanza è ampia e moderna. Le lenzuola ed il piumino, completamente intoccati dalla parte opposta alla sua, sono soffici come nuvole. Il televisore, dritto davanti a sè, è accesso e trasmette una puntata de "Il Mondo di Gumball" a volume basso, quasi muto, accanto a questa si trova una porta socchiusa, probabilmente il bagno, mentre sulla parete perpendicolare ce n'è un'altra chiusa.
C'è un divano nella parte sinistra della stanza, posizionato sotto le grandi finestre che lasciano intravedere una vista mozzafiato. Non è questa la cosa a lasciarlo sorpreso, in quanto sul pezzo di mobilio dalla stoffa azzurra, si trovano due cuscini, uno sopra all'altro, ed una coperta ammucchiata sul lato, segno che qualcuno abbia dormito lì. Louis spera davvero con tutto sè stesso che quel "qualcuno" sia Harry, e non qualche maniaco che l'ha raccattato per strada la sera prima dopo che il riccio l'ha abbandonato in qualche via poco raccomandabile. Ma poi, è di Harry che stiamo parlando, quindi si rilassa.

Quando la porta d'entrata si spalanca, però, la sua tranquillità scompare per qualche secondo, almeno fino a che non riconosce i capelli ricci raccolti in un bun e le gambe lunghe che si muovono piano, attente a non far cadere il vassoio che tiene in mano e non fare rumore allo stesso tempo.
Dopo aver chiuso la porta con delicatezza ed in perfetto silenzio, si gira, e quando trova l'altro a guardarlo con aria assonnata, un sorriso dolce gli colora le labbra.
«Hey.» Saluta, sedendosi sul letto accanto a Louis e poggiando il vassoio nel mezzo. «Stai meglio? Scusa se ti ho portato qui, ma ieri sei svenuto al pub e ho pensato sarebbe stato più comodo non tornare fino al centro. Ho dormito lì io, comunque. Non ti devi preoccupare.» Indica il divano sfatto.
«Non avresti dovuto farti problemi e mettere me a dormire lì, piuttosto.» Risponde con fare insonnolito. «Sto meglio, comunque. Un po' ammaccato ma tutto bene. Oh, e grazie per non avermi portato qui. Per quanto mi riguarda avresti potuto abbandonarmi in mezzo alla strada.» Ridacchia Louis, soffocando uno sbadiglio.

«Non dirlo neanche per scherzo, non potrei mai.» Lo riprende Harry, con espressione seria, che si scioglie quando continua a parlare, «Ho portato la colazione, comunque. Non sapevo cosa prenderti da mangiare, ma ti ho fatto fare uno Yorkshire Tea senza zucchero e con tanto latte; avevi detto di prenderlo così.» Spiega indicando il vassoio su cui sono presenti due brioche, delle fragole, un cappuccino ed una tazza di thè.
«Non dovevi, Harry. Grazie ancora.» Sorride Louis, prendendo la propria bevanda.
«Questo posto ti sarà costato una fortuna, avresti potuto scaricarmi in un ostello in periferia e basta. Non dovevi spendere così tanto per me.» Aggiunge, dopo aver preso un sorso del liquido bollente.
«Oh, non preoccuparti per i soldi, davvero. Questo è uno degli hotel della catena di Desmond, posso starci quando mi pare senza tirare fuori una sterlina.» Una scintilla di tristezza gli attraversa lo sguardo alla menzione del padre.

«Lou, ti va di... Uhm, mangiare qualcosa, magari? Cioè, non mangi da ieri a pranzo e magari un po' di frutta non ti farebbe male.» Quasi sussurra il riccio, dopo che Louis annuisce.
Un istante di silenzio cala fra loro, nel quale Harry abbassa lo sguardo mentre il maggiore si perde a guardarlo.
«Scusami, non sono affari miei. Non avrei dovuto nemmeno portare colazione qui, immagino sia già abbastanza difficile così, senza bisogno che io infierisca. Scusa, io ho solo pensato che-» Louis lo interrompe quando, scuotendo la testa si perde in mille giustificazioni inutili.
«No, Harreh, non preoccuparti. Va tutto bene, ora mangio un paio di fragole, okay? Hai ragione, non mangio niente da troppo, non hai fatto niente di male.» Gli poggia una mano sulla spalle per farlo restare seduto quando Harry è già pronto ad afferrare il vassoio e portarlo via.
Louis afferra una fragola e ne addenta la punta, beandosi del dolce succo rosso e sorridendo a labbra strette quando il riccio annuisce e riprende a mangiare il suo cornetto.
Louis mangia tre piccole fragole, le più piccole che riesce a trovare, ma è comunque probabilmente la colazione più nutriente che lui abbia fatto negli ultimi undici mesi, quindi va bene così.

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