«14»

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«Non hai idea di quanto mi dia fastidio.» Sbuffa per l'ennesima volta Louis, lamentandosi ancora ed ancora da quando sono svegli. E Harry adora sentirlo parlare, davvero, ma hanno ancora i sintomi della sbronza della sera precedente e la testa potrebbe scoppiargli da un momento all'altro.
«Eddai, Lou. Non è la fine del mondo, ti giuro che non muori.» Gli passa un braccio sopra alle spalle mentre continuano a percorrere la strada che porta al centro dalla stazione.
«Lo so, ma è anche il primo senza- sospira, ingoiando il groppo che gli si forma in gola.- senza mia mamma.» Harry si ferma di colpo dal camminare, bloccando il passaggio anche al maggiore mettendosi davanti a lui ed abbracciandolo di slancio.
«Scusami, non volevo. Non ci avevo nemmeno pensato.» Gli sussurra dopo qualche secondo, lasciandogli un bacio tra i capelli prima di staccarsi.
«È tutto a posto, è solo l'alcool che mi gira ancora in corpo che parla.» Alza le spalle.
«Tanto anche io starò qui, almeno non sei da solo.»
«Sul serio? Non vai dalla tua famiglia? Pensavo viveste a Londra.» Aggrotta le sopracciglia, stupito.
«Assolutamente no, se posso scegliere tra le lamentele di Zia Mabel, stupidi vestiti eleganti e te, stai pure certo che vado di sicuro per la seconda.» Risponde senza nemmeno pensarci.
«Ne sei sicuro? Magari i tuoi ci rimangono male.»
«Sicurissimo, ho deciso di farli incazzare quest'anno, e non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro. E comunque, a mio padre decisamente non interessa, mentre a mia madre frega solo della brutta figura che gli farò fare quando non mi presenterò.»
Louis davvero non comprende come Harry si senta, ma di sicuro non è una sentimento positivo quello che invade gli occhi del riccio, ora spenti e rivolti a terra. «Beh, non mi lamento di sicuro se non mi lasci da solo nel mio giorno preferito dell'anno.» Gli tira una piccola spallata, scherzosamente.
«Oh, non ti preoccupare, non ci penso nemmeno.» Ridacchia. «E se stessimo da me?»
«Da te tipo in camera tua?» Chiede Louis, confuso.
«No, da me tipo nel mio appartamento.» Entrano insieme nella struttura e si dirigono verso l'ascensore. «Sai, visto che Zayn sta da Gigi magari potremmo andare lì e cucinare qualcosa per pranzo?»
«Si, certo. Va bene.» Quando arrivano davanti alla porta della camera del maggiore, questo si ferma.
«Non vieni in camera mia?»
«Mi faccio una doccia e vengo, ci vediamo tra un attimo, okay?»
«Mhmh,- annuisce- ti lascio la porta aperta.» Gli stampa un bacio sulla guancia allontanandosi.

***

Mentre apre la porta della propria stanza, un bigliettino scende da essa. Non è più stupito, ormai, quando ci trova disegnato sopra un fiore, dai petali maestosi colorati di giallo. Non ha tempo, però, di fermarsi per osservarlo a lungo, visto che Harry lo sta aspettando all'uscita del centro per dirigersi insieme al suo appartamento.
È la mattina di Natale e Louis ed Harry si sono svegliati pochi minuti dopo le dieci, abbracciati nel letto del riccio, tenendosi caldo l'un l'altro. Non hanno fatto colazione, realizzando che fossero già in ritardo, dovendo ancora fare la spesa e preparare il pranzo.
«Ce l'hai fatta finalmente! Che hai fatto in camera? Letto la Divina Commedia?» Lo prende in giro Harry non appena lo raggiunge.
Quando si siedono su due sedili adiacenti del treno, parlottano tra loro su cosa cucinare.
«Il tacchino cuoce più velocemente, ti dico!» Esclama Harry, insistendo sul suo punto.
«Questo te lo sei inventato, e comunque, nella ricetta dice pollo, quindi useremo quello!» Ribatte Louis.
«E da quando in qua sei tu a dettare le regole?»
«Da esattamente... ora.» Risponde sbruffone il maggiore, sorridendo di sbieco.
«Come ti pare.- sbuffa il riccio.- Però scelgo io il dolce.»
«Ci sto.» Stringe la sua mano ornata da diversi anelli per saldare il patto.

Due ore dopo riescono, finalmente, ad entrare nell'appartamento di Harry e posare la spesa sul tavolo in marmo che occupa buona parte della cucina.
«Okay, da cosa iniziamo?» Chiede il più piccolo, iniziando a tirare fuori dalle borse i primi ingredienti.
«E io che ne so? Sei tu lo chef qui.» Alza le spalle l'altro.
«Direi di cominciare con il pollo, allora.» Prende da parte i due petti rosa chiaro, la mozzarella, il prosciutto ed una teglia da forno insieme ad un coltello da carne, che Louis afferra subito, agitandolo in aria e facendo uscire strani versi, che dovrebbero ricordare quelli di un ninja, dalla sua bocca.
«Lou, ti prego, metti giù quel coso ed inizia a fare un buco nei polli, io intanto taglio la mozzarella.» Alza gli occhi al cielo, prendendo un coltello per fare la sua parte.

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