Claudio's POV
La luce tenue che fa capolino dalla persiana rischiara appena la stanza e mi induce ad aprire gli occhi decisamente prima del previsto, sfilandomi di bocca una di quelle imprecazioni che se soltanto Alice fosse sveglia con ogni probabilità mi avrebbe già rimproverato, nonostante lei faccia esattamente lo stesso.
È stretta a me e cinge il mio bacino con un braccio in maniera scomposta, segno che anche questa notte deve essersi rigirata parecchie volte prima di trovare finalmente la giusta sistemazione in cui abbandonarsi alle braccia di Morfeo.
È tipico suo ed ormai non riesco nemmeno più a fingere disapprovazione per questo, come nemmeno per il suo vizio costante di lasciare il letto in totale disordine ogni dannatissima mattina.
Cerco di muovermi il più piano possibile per non svegliarla e quando riesco a sfilare il braccio da sotto la sua stretta do un'occhiata veloce al Rolex da polso che mi accompagna da anni, riportandomi alla mente il giorno in cui mia madre decise di regalarmelo per complimentarsi con me per la mia entrata nell'istituto di medicina legale qui a Roma.
Le sei e mezza. Alice dormirà come minimo per un'altra ora, perciò decido di approfittare del suo sonno pesante per sgattaiolare fuori dalle coperte.
Mi sento quasi un ladro ad allontanarmi da lei in questo modo quando ho trascorso metà della giornata precedente a pensare ad un modo per affrontare l'argomento di cui avrei dovuto metterla al corrente, anche se in fondo so bene che se avessi trovato il coraggio di parlarle quasi certamente avremmo finito per discutere.
Riesco a scrollarmi di dosso i pensieri soltanto sotto lo scrosciare dell'acqua tiepida, forse anche grazie alle immagini ancora impresse nella mia mente che vivide mi riportano a qualche ora prima, quando sotto al getto ero in compagnia della mia allieva.
Alla fine abbiamo trascorso gran parte della serata sdraiati uno accanto all'altra nel mio letto, tra un battibecco e l'altro. Abbiamo parlato del più e del meno ed abbiamo riso, rievocando alla memoria per la stragrande maggioranza tutte le gaffe che Alice ha collezionato durante la sua permanenza in istituto.
Ormai mancano pochi mesi alla sua tesi di specializzazione e so quanto si sta impegnando per dare il massimo, ha manifestato in più occasioni la sua voglia di dimostrare agli altri di poter arrivare esattamente dove voleva, ma soprattutto so per certo che è importante per lei dimostrarlo a se stessa.
Non saprei dire in quale momento abbiamo poi smesso di scherzare e prenderci in giro per lasciare spazio a quegli sguardi che siamo soliti scambiarci, e da lì è stato impossibile resistere alla tentazione.
È come se esistesse una regola non scritta tra noi, per qualche motivo finiamo sempre per discutere e allontanarci, ma quando ci ritroviamo tutto il resto passa automaticamente in secondo piano.
E per quanto io sia consapevole di dover affrontare con lei tutte quelle parole non dette che con il tempo finiscono sempre per pesare e indurre a silenzi non voluti, so anche quanto l'occasione che mi è capitata per le mani sia pressoché irripetibile.
Per questo decido di rimandare un'altra volta e quando esco dal bagno, mi avvicino al letto dove Alice è ancora intenta a dormire e a perdersi in chissà quale sogno, come del resto fa praticamente sempre, con la differenza che questa volta lo fa ad occhi chiusi.
La osservo per minuti che mi sembrano ore: non avrei mai immaginato che sarebbe stata così dura allontanarmi da lei, in una parte remota di me è ancora vivo quel senso di smarrimento che ho provato quando ho creduto di averla persa definitivamente. E lì mi sono sentito perso anche io.
Per uno come me, cinico e ben lontano dall'essere legato ad una persona a tal punto da non volermi allontanare da lei, tutte queste sensazioni sono nuove ed inesplorate.
Sento un peso sul cuore farsi opprimente all'idea di dover trascorrere due giorni lontano da lei, lontano dai suoi casini e dalla sua voglia esuberante di mettere il naso anche in cose che non la riguardano.
È incredibile come una persona riesca a scombussolare completamente la tua vita, e lei con me ci è riuscita alla grande. A stento mi riconosco in momenti come questo, quando mi soffermo a pensare a dettagli che un tempo sarebbero apparsi ai miei occhi come futili e di poco conto.
Scosto delicatamente una ciocca di capelli dal suo volto con un moto di malinconia, anche se improvvisamente le mie labbra sono già curvate in un sorriso al pensiero del mio ritorno. So per certo che non la prenderà bene, ma non è ciò che conta ora.
È così bella che starei a guardarla per ore, se non fosse che tra una cosa e l'altra il tempo a mia disposizione sta man mano diminuendo. E si sa, Claudio Conforti non può fare ritardo, per nessuna ragione al mondo.
Le stampo un bacio a fior di labbra prima di indirizzarmi verso il salotto dove avevo già adagiato sul divano gli indumenti da indossare, cerco di muovermi con cautela per non provocare rumori che potrebbero svegliarla.
Quando sono pronto per uscire, faccio capolino ancora una volta nella mia stanza, questa volta per lasciare uno dei tanti registratori che solitamente utilizzo durante le autopsie per imprimere nella memoria ogni minimo particolare.
Un semplice post-it sarebbe stato troppo scontato e freddo, e Dio solo sa quanto in realtà vorrei allungare il viso e poggiare le mie labbra sulle sue ancora e ancora nel tentativo di svegliarla, anche se quasi sicuramente risulterebbe vano.
Al tempo stesso non voglio che sia una discussione a sancire questa partenza, perciò scrollo via l'idea dalla mia mente e mi limito a recuperare la piccola valigia che ancora non avevo svuotato.
Varco la soglia e scendo i gradini delle scale seppur controvoglia, nella speranza di recuperare almeno un po' del tempo che è trascorso con quella velocità a cui io non sono mai stato abituato, fin troppo preso dalla smania di essere sempre rigorosamente in largo anticipo.
Nonostante tutto è ancora mattina presto e il cielo regala una vista suggestiva, tra le varie nuvole bianche che sembrano dipinte lassù spicca il primo accenno di sole che tra qualche ora inizierà a scaldare questa giornata.
Succede tutto in un attimo mentre metto in moto la mia amata SLK grigia parcheggiata sotto casa e faccio appena in tempo ad accorgermene per poter fare qualsiasi cosa: lancio un'occhiata alla terrazza del mio salotto, forse per abitudine o più banalmente perché spero realmente di trovarci qualcuno.
E come se le mie richieste fossero state talmente esplicite da meritare di essere esaudite alla lettera, ecco che scorgo la figura di Alice, assonnata e un po' spersa come ogni mattina.
I nostri occhi si incrociano per una frazione di secondo, si studiano e cercano di colmare quel silenzio costruito dalle parole che non ci siamo detti.
Nella mia mente, un unico pensiero aleggia insistentemente.
Mi mancherai.
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L'Allieva 3 - Un'irreversibile consapevolezza
FanfictionNella vita di Alice Allevi una cosa sola è certa: la sua eterna incertezza. Anche una banalità come comprare un nuovo paio di scarpe può diventare il dilemma che la affliggerà per giorni, a volte persino per mesi. La stessa incertezza fino a qualche...