Claudio's POV
Lascio che Roberto si accomodi sulla poltrona in tessuto blu di fronte a me, pronto ad ascoltare ciò di cui ha tanta urgenza di parlarmi.
Devo ammettere che è stato piuttosto frustrante il modo in cui io e Alice siamo stati interrotti. La tentazione di non aprire quella porta era alta, in fondo sarebbe stato così semplice far finta di nulla e continuare a dedicarmi unicamente a lei, e lo avrei fatto se solo non avesse prevalso il senso di responsabilità.
Certo è che se non si fosse trattato di Roberto probabilmente avrei anche trovato una scusa e quella porta l'avrei richiusa, ma so bene che se si è disturbato a venire fino a qui dev'essere davvero una questione della massima urgenza.
"Ho interrotto qualcosa?"
Eccola la domanda sbagliata nel momento giusto. Perché di fatto ha ragione, ma di certo non posso confermare i suoi dubbi.
Delle volte penso che lui sospetti qualcosa, ma come si dice: un sospetto non fa una prova, giusto?
"Tranquillo Roberto, per oggi ho quasi terminato anche con questi faldoni" mi limito a rispondere, indicando i fascicoli adagiati sulla mia scrivania e pregando che non insista sulla questione.
"D'accordo, facciamo che ti credo. Sono venuto qui per parlarti della vicenda legata a Sergio, anche se non è di lui che voglio parlarti"
"Che intendi dire?"
"Ascolta, Claudio. Ho bisogno che tu mi dia la tua parola, perché quel che voglio chiederti è di fondamentale importanza e non soltanto alla riuscita dell'operazione, ma anche per l'incolumità della tua allieva"
Alice? Non ci sto capendo assolutamente nulla, e credo sia chiaro persino a Roberto dato che riprende subito il discorso, questa volta andando più nei particolari.
"Conosciamo tutti Alice, è testarda e per quanto io abbia sempre apprezzato il suo aiuto poiché si è sempre rivelato essenziale per la risoluzione dei casi in cui è stata partecipe, questa volta non posso assolutamente permettere che si metta nei guai. Chi ha provato ad uccidere Sergio è gente pericolosa, che non si fa scrupoli ad uccidere senza pensarci neanche per un secondo"
Mi muovo a disagio sulla poltrona, stringendo con forza la pallina che pochi istanti fa ho recuperato dal cassetto della scrivania.
Provo un senso di angoscia nel sentirlo parlare in questo modo, soprattutto considerando che questo discorso riguarda Alice. Pensare che possa succederle qualcosa per la sua abitudine malsana di ficcanasare anche quando non dovrebbe mi fa sentire impotente, perché so che tenerla fuori dalle indagini è più difficile di qualsiasi altra cosa.
Alice è testarda e quando ha in mente qualcosa, soprattutto se si tratta dei casi a cui si interessa, è pressoché impossibile farla desistere. E in questo caso si tratta dell'attentato a Sergio, che oltre ad essere la vittima è anche un suo amico.
Incamero un po' d'aria e la rilascio gradualmente, in un sospiro pesante.
"Ho parlato con Sergio, è stato lui a suggerirmi di parlarne con te. Mi ha detto che avresti saputo come gestire la situazione, questa mattina ha chiesto di parlare con Alice e le ha raccontato una versione un po' diversa da quel che in realtà è accaduto. Le ha detto di non ricordarsi nulla della sera dell'attentato, se non che doveva recarsi al Ministero degli interni. In verità quella sera Sergio doveva incontrarsi con il suo informatore abituale, Davide Guerra, ma qualcosa è andato storto e qualcuno deve aver scoperto il luogo in cui si erano dati appuntamento. Hanno tentato di sparare a quest'uomo, ma Sergio si è messo in mezzo e nel tentativo di difenderlo si è preso una pallottola. Purtroppo non è servito a molto perché una volta messo fuori gioco lui sono riusciti a portare a termine il loro obiettivo e Davide non ha fatto in tempo a dire nient'altro se non un nome: Paolo Damiano, il notaio che a quanto pare è a capo di tutto il traffico"
Mi limito ad annuire di tanto in tanto, ascoltando con attenzione le parole di Roberto. A quanto pare per una volta io e Sergio ci ritroviamo ad essere d'accordo, curioso che si tratti proprio di una questione legata ad Alice.
"Capisco, ma quel che non mi è chiaro è come posso esserti utile io in tutto questo"
"Devi tenere Alice lontana dalle indagini, almeno per un po'. Nessun giornalista è stato informato sulle condizioni di Sergio, è importante che non si venga a sapere che ora sta bene perché non appena verrà dimesso dall'ospedale sarà trasferito a Firenze per condurre un'operazione sotto copertura. L'unico modo che abbiamo per incastrare questo Damiano è trovare delle prove, dato che a suo carico non risulta assolutamente nulla, nemmeno un precedente. Capisci anche tu che se Alice dovesse mettersi in mezzo potrebbe essere potenzialmente pericoloso per lei, e in più rischierebbe di mandare in fumo l'intera operazione"
Al solo pensiero di Alice in pericolo credo che potrei impazzire. Capisco perfettamente perché avesse così tanta urgenza di parlarmi e avanzarmi questa richiesta, anche se so che tenerla lontana dalle indagini sarà tremendamente difficile. A meno che..
La partenza per Washington potrebbe essere la soluzione, basterebbe anticiparla di una settimana e Alice non avrebbe modo di pensare alle indagini, quantomeno sarebbe lontana dai guai.
"Roberto, penso proprio di avere la soluzione" annuncio, dopo qualche istante di silenzio speso a ragionarci sopra.
"Io e Alice avremmo dovuto partire tra due settimane per Washington. Potremmo anticipare la partenza, così non avrebbe modo di interessarsi alle indagini se non a distanza"
"Fantastico!" esclama con un moto di sollievo dipinto sul volto.
Già, ora basta trovare una scusa abbastanza credibile affinché lei accetti di anticipare la partenza. Vorrei avere la stessa reattività di Roberto in questo momento, che pare già essersi rilassato all'idea che sarà facile far procedere tutto secondo i piani.
Io mi sento tremendamente in ansia, e per mille motivi. Ho paura per Alice, paura che possa accaderle qualcosa ed io non possa fare nulla per evitarlo. Non me lo potrei mai perdonare ma soprattutto non potrei sopportarlo, la sola idea che possa mettersi nei guai, che possa essere in pericolo mi fa sentire male.
Ho paura che possa non accettare di partire prima, o che addirittura possa cambiare idea e decida di rimanere qui a Roma. Ed in quel caso non so se riuscirei a partire comunque, perché un conto è farlo con lei, un altro sarebbe farlo da solo.
Ma più di qualsiasi altra cosa ho paura di perderla, di ritrovarmi costretto a dover rinunciare a lei. E non sono pronto a quest'eventualità, a dirla tutta non voglio nemmeno immaginarlo.
In momenti come questo vorrei tanto che fosse in grado di dar retta agli avvertimenti che le vengono fatti. Vorrei poterle parlare di tutto ciò non solo per togliermi un peso, ma anche per discuterne con lei apertamente, senza doverle tener nascosto qualcosa per la paura che possa incaponirsi e voler fare di testa sua.
"Io posso provarci, ma non è assicurato che mi dia retta"
"Lo farà, Claudio. Tu hai un ascendente incredibile su di lei, perciò sei l'unica persona che può provarci"
"Va bene" convengo con lui, augurandomi che le sue previsioni siano giuste.
"Grazie Roberto"
"A te"
Mi alzo per accompagnare Roberto alla porta e proprio lì di fronte mi blocca quando sto per aprirla, poggia una mano sul mio avambraccio e mi rivolge un sorriso complice, come se adesso stesse parlando soltanto con il suo amico Claudio e non con il dottor Conforti.
"E comunque, tu che ci vai a fare a Washington con la dottoressa Allevi?"
Me lo domanda con un'ironia palpabile, una velata richiesta di dare una conferma a quelle supposizioni che sono convinto abbiano sempre alloggiato in lui.
"Te ne parlerò un giorno. Ma quel giorno non è oggi, spiacente" rispondo semplicemente, senza riuscire a trattenere un sorrisetto divertito all'idea che anche lui abbia già capito tutto.
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L'Allieva 3 - Un'irreversibile consapevolezza
أدب الهواةNella vita di Alice Allevi una cosa sola è certa: la sua eterna incertezza. Anche una banalità come comprare un nuovo paio di scarpe può diventare il dilemma che la affliggerà per giorni, a volte persino per mesi. La stessa incertezza fino a qualche...