Alice's POV
Mi sento una stupida. Ho permesso per l'ennesima volta ad Arthur di manovrare le mie azioni a suo piacimento e non mi sono soffermata realmente a pensare, a ragionare seriamente sulla idiozie che mi ha raccontato.
Ma come ho fatto a dubitare di Claudio? Una parte di me è sempre stata cosciente del fatto che non fosse possibile che quell'anello appartenesse a qualcuno che non fosse lui, eppure non si sa come mi sono lasciata trascinare dal bisogno pressante di fare chiarezza. Già, bel risultato. Complimenti Alice!
E pensare che ero persino arrivata alla conclusione che non mi importava di chi fosse quell'anello, perché il mio cuore aveva già scelto e gridava un unico nome: Claudio. Lo stesso che mi ha dimostrato molto di più con i fatti, primo fra tutti quella richiesta di seguirlo a Washington.
L'idea che abbia pensato anche ai miei risvolti professionali, al fatto che avrei potuto trarre dei nuovi spunti per la mia tesi mi fa stringere il cuore.
C'è una differenza abissale tra Claudio e Arthur: quest'ultimo sa usare alla perfezione le parole, dal primo giorno in cui ci siamo incontrati mi sono lasciata abbindolare dalla sua capacità di usarle per intrattenerti e convincerti a credere a qualsiasi cosa lui dica, ma più di questo non si può sperare in nulla da lui, soprattutto non nei fatti.
Claudio è totalmente diverso. Lui non è capace di fare grandi discorsi, soprattutto non ne è capace quando si tratta di sentimenti. Non sarà mai il tipo da mettersi in ginocchio per chiedermi di sposarlo e magari ci troveremo in contrapposizione su mille altri argomenti, ma non importa, perché nonostante tutto è sempre stato in grado di dimostrarmi che lui c'è, è sempre stato capace di dimostrarmi il suo amore anche con un piccolo gesto.
Ed io lo amo, perdutamente.
È proprio per questo che ora mi sento tremendamente in colpa.
Non posso prometterti che vorrò sposarti un giorno. Non so se cambierò mai idea su questo, così come non ho idea se riuscirò mai a vedermi come padre. Ma posso assicurarti che, tra tutte queste domande senza risposta, una risposta c'è e non cambierà tanto facilmente: io voglio te, e sono sicuro di questo.
Se ripenso alle sue parole, allo sguardo deluso che mi ha rivolto, un nodo mi si stringe in gola. L'idea di averlo ferito mi fa sentire così male da non saperlo nemmeno spiegare. Mi sembra di impazzire, ho sbagliato tutto per l'ennesima volta.
Mi lascio andare ad uno sbuffo leggero, questa mattina sono persino incredibilmente in anticipo e non è affatto da me, ma si può dire che io non abbia praticamente chiuso occhio.
Ho passato la notte a girarmi e rigirarmi tra le lenzuola fredde del mio letto, ovviamente dopo aver intrattenuto la povera Yuki al telefono per circa un'ora, tartassandola con i miei pensieri, i dubbi e il senso di colpa che pian piano mi sta divorando. L'unica nota positiva è che alla fine della telefonata mi ha comunicato che tornerà a Roma ad inizio settembre e si intratterrà almeno fino a giugno per continuare degli studi in università, il che ha migliorato il mio umore anche se in minima parte.
Sono quasi sul punto di uscire dalla mia stanza per fare una colazione veloce e avviarmi verso l'istituto, quando la mia attenzione viene richiamata da un particolare: vado immediatamente alla ricerca della mia borsa e quando la trovo, afferro la scatolina rossa che ancora giaceva sul fondo.
La apro e mi prendo qualche istante per osservare l'anello che CC ha scelto per me. È semplice ma decisamente fine, curato nei minimi dettagli a partire dalla perla che vi è incastonata all'interno e che brilla al di sotto della luce. In poche parole è talmente bello da far invidia, richiama l'attenzione ma senza essere troppo appariscente.
Forse si rivelerà una pessima idea, ma è troppo tardi per pensarci quando una mezz'ora più tardi sto facendo il mio ingresso in istituto, il brillocco di CC in bella vista sull'anulare della mia mano sinistra.
Non ho resistito e l'ho indossato, speranzosa all'idea che Claudio possa presentarsi in istituto un po' meno cupo rispetto a come l'ho lasciato la sera precedente.
Faccio appena in tempo a salutare Lara e Paolone che proprio il soggetto dei miei pensieri si palesa alle mie spalle, sfortunatamente la sua espressione è indecifrabile e non ho alcuna possibilità di capire di che umore sia questa mattina. Certo è che le occhiaie sotto ai suoi occhi non passano inosservate.
Rivolge un saluto collettivo e improvvisamente noto il suo sguardo posarsi sulla mia mano, i miei occhi sono puntati su di lui per cogliere anche il minimo cambiamento di espressione. Solleva il viso e adesso sta volgendo lo sguardo alle figure dietro di me.
"Proietti, ancora non ti sei accorta della novità?"
Lara è confusa alla sua domanda, almeno quanto lo sono io quando CC afferra la mia mano e fa notare ai presenti l'anello che porto al dito. Il cuore prende a battermi all'impazzata all'idea che voglia svelare di noi, nella mente mi si presentano mille scenari della nostra relazione finalmente vissuta alla luce del sole.
Eppure, ci vuole un attimo per spezzare la magia.
"A quanto pare la nostra Allevi convolerà a nozze con il giovane Malcomess" lo dice così, con una semplicità per me devastante.
Mi sento come congelata sul posto e sono totalmente incapace di reagire, di dire qualsiasi cosa per mettere in discussione le parole di Claudio.
E la sorte non è decisamente dalla mia parte, perché quando scorgo la figura di CC allontanarsi, probabilmente diretto verso il suo ufficio con la sua ventiquattr'ore stretta tra le mani, ecco che mi ritrovo faccia a faccia con Arthur, per la seconda volta nel giro di due giorni.
Sul suo viso si apre un sorriso, io vorrei soltanto scavare una fossa e sotterrarmi seduta stante per sfuggire a questa situazione del tutto assurda che si è venuta a creare.
"Finalmente ti sei decisa, Elis" mormora a pochi passi da me, sollevando la mia mano per depositarvi un bacio leggero. È un tocco gentile, ma non è in grado di farmi perdere il senso della realtà come è successo poco fa, quando a sfiorare la mia mano è stato Claudio.
Sono stata una stupida a fidarmi di lui, a permettergli di rovinare quel che io e CC stiamo costruendo a fatica, tra gli sforzi di entrambi. E sono una stupida anche adesso, perché dovrei gridare che non ho deciso un bel niente di quel che crede lui se pensa che io voglia riprovarci.
La nostra storia è ormai finita da tempo, probabilmente da ancor prima che vi mettessimo fine davvero. Io non provo niente per Arthur, se non un affetto quasi fraterno nei suoi confronti.
Gli voglio bene, questo è innegabile. Ha fatto parte della mia vita per un periodo ed io non sono il tipo da non affezionarsi alle persone, considerando che mi affeziono persino agli oggetti e ai ricordi sarebbe impensabile credere che non provi affetto nei suoi confronti.
Ma finisce tutto qui. Il mio cuore appartiene ormai a Claudio, ed anche questo è innegabile. Perché sì, sono tremendamente arrabbiata con lui per aver davvero fatto credere che l'anello non gli appartenga.
Sono arrabbiata perché pensavo che il gesto di indossarlo avrebbe potuto essere un primo passo per riavvicinarci, pensavo mi avrebbe permesso di farmi perdonare per aver lasciato prevalere dei pensieri senza aver insistito per sincerarmi di quale fosse la verità.
E forse è proprio per questo che rimango in silenzio per qualche istante, impiegandoci più tempo del previsto prima di reagire.
Alla fine sono proprio questo attimi di esitazione a fregarmi. Perché è proprio quando sono sul punto di lasciare che sia il mio cuore a parlare che il mio telefono prende a squillare, ed un istante dopo aver riattaccato sono già fuori dall'istituto.
Sergio si è svegliato.
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L'Allieva 3 - Un'irreversibile consapevolezza
FanfictionNella vita di Alice Allevi una cosa sola è certa: la sua eterna incertezza. Anche una banalità come comprare un nuovo paio di scarpe può diventare il dilemma che la affliggerà per giorni, a volte persino per mesi. La stessa incertezza fino a qualche...