Claudio's POV
Sono senza parole. Il discorso di Alice, le sue rivelazioni mi hanno letteralmente spiazzato. E nonostante continuassi a cercare di farle capire che non eravamo soli nella stanza non ho avuto la forza di interromperla, probabilmente perché avevo più bisogno di quanto credessi di sentirmi dire ciò che è uscito dalle sue labbra.
Non lo ammetterei mai ad alta voce, ma spesso sembra che lei sappia perfettamente di cosa io abbia bisogno, ancor prima che lo sappia io. Ed è strano, perché prima di Alice ho sempre avuto un'unica grande certezza: quella di poter vivere benissimo anche senza aver accanto una donna, qualcuno con cui condividere la mia quotidianità.
Fin da ragazzo sono stato abituato a sbrogliarmela da solo, dal banale svolgere i compiti a casa dopo la scuola al rendermi autonomo cercando qualche lavoretto qualche anno più tardi, in modo da potermi pagare gli studi senza gravare sulla situazione economica familiare.
Ora è tutto diverso, perché so che su di lei posso contare. Posso fidarmi di Alice, anche se alcune volte è ingenua e tremendamente credulona, ma agisce sempre con le migliori intenzioni e di questo ne sono sicuro.
La prova l'ho avuta proprio poco fa, quando si è precipitata nel mio ufficio senza premurarsi di bussare prima, senza annunciarsi. Ha agito d'istinto, un po' come sto facendo io ora nel rincorrerla, fregandomene bellamente dello sguardo interrogativo della Manes puntato addosso.
L'unica immagine che ora ho fissa nella mente è lo sguardo imbarazzato con cui Alice ha messo piede fuori da questo studio, quello che ritrovo a pochi centimetri dal mio viso quando riesco a raggiungerla ed afferro la sua mano, facendola voltare nella mia direzione.
Le mie dita vanno a scontrarsi con il freddo dell'anello che ancora porta all'anulare della mano sinistra. Con mia sorpresa apprendo soltanto adesso che non l'ha tolto, neanche dopo la mia piazzata di questa mattina in sala specializzandi.
A ripensarci credo di aver decisamente esagerato, ma in quel momento ero talmente preso dall'astio che non sono proprio riuscito ad evitarlo. Non riuscivo a scrollarmi di dosso quella sensazione di delusione per la mancanza di fiducia da parte di Alice e non pensavo che sarei riuscito a lasciarmela alle spalle in così poco tempo.
Non c'è niente da fare, la sua testardaggine rimarrà sempre la stessa e per una volta non posso che esserne felice. Con la sua insistenza e la sua istintività è riuscita a convincere anche me a buttare giù quel muro che avevo costruito intorno a me per lasciare fuori i sentimenti, primi tra tutti l'amore.
I suoi occhi sono lucidi, ma non hanno alcuna intenzione di lasciare i miei. È uno sguardo intenso che dura a lungo quello che ci scambiamo, uno di quegli sguardi che sembra parlare per noi. Questa volta il nostro non è un silenzio fatto di parole non dette, piuttosto è costruito da scuse che vorremmo pronunciare, ma nessuno ha il coraggio di fare il primo passo per non spezzare la magia del momento.
Più la guardo e più realizzo quanto sia bella anche adesso, con gli occhi colmi di lacrime che sembrano pronte a lasciare i suoi occhi per rigare le sue guance e le gote arrossate per l'imbarazzo.
Ad un tratto sembra volersi allontanare da me, dopo aver rivolto la sua attenzione ad un particolare alle mie spalle che mi limito ad ignorare completamente.
La trattengo stringendo più forte la sua mano e senza pensarci mi avvicino ulteriormente a lei, fino a che il suo corpo non si ritrova stretto tra il mio e la parete a cui fa aderire la sua schiena. Le mie dita scorrono per un attimo tra i suoi capelli, poi socchiudo gli occhi e tutto accade in una maniera talmente spontanea che il primo a sorprendersene sono proprio io.
Le mie labbra catturano le sue senza esitazioni, facendo collidere alla perfezione le nostre bocche che prendono a muoversi in sincronia, con una calma che non è solita tra di noi in queste circostanze. Ma è come se ne avessimo bisogno entrambi, per una volta non c'è bisogno di correre, di scappare l'uno dall'altra per poi rincorrersi.
Non è mai capitato prima d'ora che io mi lasciassi andare in questo modo proprio in istituto, l'unico luogo in cui sono sempre stato restio a qualsiasi tipo di esternazione dei miei sentimenti persino in presenza di Alice.
Ricordo come fosse ieri il giorno in cui proprio lei mi ha rincorso e mi ha confessato di essere innamorata di me, con una sicurezza tale che ancora oggi al solo ricordo mi stupisce. In quell'occasione proprio non ci sono riuscito a soddisfare la sua richiesta di baciarla lì davanti a tutti, non ce l'ho fatta a spingermi tanto oltre. Soprattutto non quando ho realizzato che non eravamo soli.
Eppure, oggi risulta tutto talmente naturale che quasi non me ne capacito.
Non mi importa se qualcuno può vederci, soprattutto non mi importa degli occhi della Manes che ora sono abbastanza sicuro siano puntati su di noi.
Il nostro è un bacio lento ma al tempo stesso profondo, che sembra voler racchiudere in esso tutte le sensazioni che stiamo vivendo e scoprendo insieme. Ed è soltanto quando sento il fiato venire a mancare che mi allontano appena da lei, finendo per poggiare la fronte sulla sua.
Le mie labbra sono curvate in un sorriso e non so dire con precisione da quanto tempo, ma nel riaprire gli occhi realizzo che anche Alice sta sorridendo e non c'è più traccia di quella tristezza che pian piano si stava dipingendo sul suo viso.
Mi prendo qualche istante per riprendere fiato e poi sposto lo sguardo sulla figura della Manes che sosta a pochi metri da noi, apparentemente è rimasta impassibile a ciò che è appena accaduto.
"Andrea, ti presento la dottoressa Alice Allevi, specializzanda dell'istituto nonché mia fidanzata" annuncio tutto d'un fiato, senza ripensamenti.
Noto l'espressione di Alice trasformarsi da imbarazzata a confusa, probabilmente non si aspettava un gesto simile da parte mia. E se proprio devo essere onesto, non me l'aspettavo neanch'io.
Però non me ne pento, mi sento quasi sollevato nell'averlo fatto.
"Ne approfitto per comunicarti che quest'estate nemmeno lei potrà essere presente in istituto. A settembre Alice dovrà presentare la sua tesi di specializzazione e per incrementare il lavoro già svolto ha deciso di approfittare della possibilità di aggiungere un'esperienza all'estero. Se per te non è un problema, avremmo intenzione di partire tra due settimane"
"Nessun problema" replica la Manes, con quel suo tono freddo e distaccato che ha utilizzato fin dall'inizio della nostra conversazione, iniziata poco prima che Alice ci interrompesse.
Sembra quasi che non le importi minimamente né di ciò che ha visto né della nostra partenza, e per me va bene così. Senza doverle dare delle spiegazioni è ancor più facile e sicuramente più indolore.
"È stato un piacere, dottoressa Allevi" si rivolge ad Alice questa volta, che in tutta risposta si limita ad un cenno con il capo, probabilmente bloccata dall'imbarazzo derivato da ciò che è successo nel mio studio poco fa.
In un'alzata di tacchi Andrea è già lontana, diretta verso l'ufficio al secondo piano che ho tanto ambito e che speravo potesse riportare il mio nome sulla targhetta esposta all'esterno, ma dove invece ora vi è inciso il suo.
"Claudio.." mormora la mia allieva a bassa voce, ridestandomi dai miei pensieri.
Sono certo che abbia mille domande già pronte a cui dare voce, le stesse che metto a tacere facendo sfiorare le nostre labbra una volta ancora.
"Shh. Vieni con me"
In un attimo le mie labbra sono di nuovo sulle sue, e per la seconda volta non mi importa se può passare qualcuno e vederci.
Anzi, spero proprio che il reporter voglia farsi un giro per l'istituto oggi, non guasterebbe se passasse da queste parti proprio in questo momento, mentre sono intento a baciare la mia Alice senza temere delle conseguenze che sono ignote persino a me stesso.
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L'Allieva 3 - Un'irreversibile consapevolezza
FanfictionNella vita di Alice Allevi una cosa sola è certa: la sua eterna incertezza. Anche una banalità come comprare un nuovo paio di scarpe può diventare il dilemma che la affliggerà per giorni, a volte persino per mesi. La stessa incertezza fino a qualche...