Capitolo 22

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Alice's POV

"Alice"

La voce di Claudio mi richiama per l'ennesima volta, ma non ho davvero intenzione di voltarmi per ascoltare ciò che ha da dirmi. Non questa volta. Non dopo essermi fidata di lui ed aver ricevuto in cambio soltanto bugie.

Avrebbe potuto raccontarmi ciò che è successo realmente a Sergio, condividere con me le sue preoccupazioni se davvero la sua intenzione fosse stata quella di proteggermi e tenermi fuori dalle indagini.

E invece ha scelto la strada più semplice, ha deciso che tenermi all'oscuro di tutto e portarmi qui a Washington fosse la scelta migliore per tutti.

E pensare che probabilmente sarei partita con lui comunque. Non penso veramente che me l'abbia imposto, anche perché se davvero non avessi voluto partire ora non sarei qui.

Ma al contempo mi rende estremamente nervosa sapere che abbia preferito nascondermi la verità. Se ripenso alla sera precedente un moto di nervi si impossessa nuovamente di me e resistere alla tentazione di sputare tutto in faccia a Claudio è più difficile che mai.

FLASHBACK

Ci metto relativamente poco a raggiungere Sacrofano. So che è da pazzi tentare l'impresa di prendere un volo che partirà a breve, ma la voce di Lara mi ha suggerito che la sua richiesta non fosse da lasciar passare in secondo piano.

Ed in effetti quando qualche minuto più tardi scopro che la nonna non si è sentita bene non mi pento di essere venuta fino a qui, anzi. Il medico che Lara ha chiamato per visitare la nonna fortunatamente ci tranquillizza e ci fa sapere che si è trattato soltanto di un calo di zuccheri, perciò a nonna Amalia non servirà altro se non un po' di riposo per riprendersi a dovere.

Sospiro, ora mi sento decisamente più tranquilla. Chiedo comunque alla nonna se preferisce che io mi fermi a dormire qui per stanotte, posso cambiare la data del biglietto e rimandare tranquillamente la partenza a domani.

Ma nonna Amalia non ne vuole sapere ed anzi, mi spinge a ritornare immediatamente in aeroporto, sostenendo precisamente che "non è carino far aspettare il bel dottorino".

E giuro che ce l'avrei anche fatta se non fosse per il traffico che distingue costantemente le strade di Roma. Quando arrivo in aeroporto il volo per Washington è partito esattamente da cinque minuti.

Penso che in fin dei conti qualche ora in più non farà gran differenza, io e Claudio avremo possibilità di goderci finalmente del tempo insieme, senza le incomprensioni che hanno sempre caratterizzato il nostro rapporto in costante disequilibrio. Sono convinta che questa volta ce la faremo a viverci sul serio, completamente. Anche se di sicuro non mancheranno gli ostacoli, sono sicura che adesso potremo superarli insieme.

Decido che prendere il primo aereo domani mattina presto sia la scelta migliore che io possa fare, ma per essere sicura di non incappare in altri imprevisti opto per passare la notte nell'hotel qui di fronte all'aeroporto.

Recupero la mia valigia e con il rumore delle sue ruote che scorrono sull'asfalto ruvido mi dirigo a passi svelti verso l'entrata dell'hotel, approfittando del breve tratto per recuperare i documenti dal fondo della mia borsa.

"Buonasera, avrei bisogno di una camera per questa notte" dico rivolta alla receptionist, non appena mi ritrovo al bancone caratterizzato da un piano d'appoggio in granito.

Trovo una ragazza piuttosto giovane ad accogliermi, sulla camicetta bianca ha una targhetta riportante il suo nome scritto in corsivo: "Carolina".

Con un sorriso mi risponde prontamente di avere disponibilità e, dopo aver preso i miei documenti, inizia ad immettere i dati al terminale di fronte a lei. L'attesa mi sembra eterna pur non essendolo realmente, forse per il semplice fatto che in questo momento vorrei trovarmi altrove.

"Alice"

Mi sento richiamare, ed a primo acchito penso sia la receptionist, Carolina. Ma quando volgo il mio sguardo verso di lei la trovo ancora intenta a digitare sulla tastiera.

"Alice, che ci fai qui?"

Questa volta non posso non riconoscere quella voce. Mi volto e lo ritrovo di fronte a me, il suo solito sorriso appena accennato a contraddistinguere il suo sguardo.

"Arthur" pronuncio, sorpresa.

Non mi sarei mai aspettata di ritrovarlo qui. Pensavo che dopo il nostro ultimo incontro, o farei meglio a dire scontro, fosse partito. Credevo che ora si trovasse in chissà quale parte del mondo, a scrivere reportage in zone di guerra ed a cercare di estrapolare le storie più coinvolgenti di ogni luogo che si è ritrovato ad esplorare.

"Non dirmi che come al solito stai seguendo le indagini, Alis"

Cerco di non dare troppo peso al fatto che lui abbia usato nuovamente quel soprannome, anche perché è decisamente altro quel che attira immediatamente la mia curiosità.

"No, io in realtà.." inizio a dire, ma come al solito non riesco a trattenermi e svio immediatamente il discorso "scusa Arthur, di che indagini parli?"

Ed ora eccomi qui, dopo aver scoperto la verità dall'ultima persona a cui avrei mai potuto pensare.

Mi fa rabbia, non posso negarlo. Mi fa rabbia pensare che Claudio non si sia fidato di me.

Ma quel che mi fa più innervosire è il fatto che, nonostante tutto, sono già pentita di essere sbottata in quel modo.

Sì, è vero. Mi ha nascosto la verità, ma come biasimarlo? Non gli ho mai dato retta, e la maggior parte delle volte mi sono sempre infilata in dei casi più grandi di me, talvolta rischiando seriamente di finire nei guai.

Mi fermo di colpo, perché un'irreversibile consapevolezza si fa spazio dentro di me: non ha senso scappare ancora, buttare via tutto ciò che con tanta fatica abbiamo costruito fino ad oggi.

Rimango immobile ed anche se non posso vederlo, so perfettamente che Claudio è ancora sulla porta, sento il suo sguardo su di me. Prendo un respiro e ripenso agli ultimi mesi, a tutto ciò che abbiamo vissuto per arrivare fino a qui, forse nel tentativo di trovare quel coraggio che mi è sempre mancato per ritornare sui miei passi.

Eppure, contro ogni pronostico, questa volta riesco a farlo. Sorprendo persino me stessa quando mi ritrovo a retrocedere, raggiungo la figura di CC e gli sfilo le chiavi dell'appartamento dalle mani, le stesse che poco prima io stessa gli ho restituito.

Non dico nulla, mi limito a guardarlo. Quello che ci scambiamo è uno sguardo intenso, ma dura un solo attimo. Neanche lui dice nulla, si limita a chiudere la porta alle nostre spalle per poi sparire in una stanza a me ancora sconosciuta.

È durato davvero un attimo quello sguardo. Un attimo solo per capire che sono stata veramente una scema, che questa volta ho davvero esagerato.

E adesso, non mi resta altro che rimediare. O almeno, provarci.

SPAZIO AUTRICE
Buonasera a tutti! Pubblico questo capitolo dopo una lunga assenza, dicono che a volte uno stacco possa far bene e che si può ritornare più forti di prima, ed è proprio ciò che ho in mente io! Spero che nonostante tutto la storia continui a piacervi e spero di riuscire a darvi il finale che meritate, per il momento un grazie di vero cuore a tutte le persone che hanno seguito la storia ed in particolar modo a quelle che continueranno a seguirla 🤍

L'Allieva 3 - Un'irreversibile consapevolezzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora