1

846 21 5
                                    


La sera era nuovamente arrivata, il venticello autunnale si faceva strada lungo la stanza di legno spargendosi fin sopra al soffitto scricchiolante.

La luce era ormai inesistente, l'unica cosa a tenere viva l'atmosfera era una misera candela quasi consumata.

Sbattei lentamente le mie palpebre, ormai pensavo di essere giunto alla mia ora da un pezzo, ma per qualche strano motivo ero ancora vivo.

Chissà quanto manca alla fine, chissà se farà male.

Strinsi leggermente la mia veste bianca, anche se bianco ormai non era rimasto più di tanto.

Alzai lo sguardo verso l'unico oggetto presente nella stanza, un letto.

Sopra di esso vi era mia madre; ormai si trovava lì da parecchie settimane, non mangiava e non parlava, ma penso sia normale dal momento che fosse morta.

Mi strinsi leggermente le ginocchia al petto, ormai era solo questione di tempo prima che io potessi raggiungerla.

Mia madre alla fine era una brava donna, mi voleva bene, era l'unica che mi avesse mai dato affetto, anche se poco.

Decise di chiamarmi Levi, ed io ero anche entusiasta del nome.

Gli chiesi successivamente di mio padre, ma lei sviò l'argomento più e più volte, da allora mi convinsi dell'inesistenza di una presenza paterna.

Un giorno mia madre era tornata a casa da lavoro, mi aveva detto che avrebbe saltato la cena per via della stanchezza.

Quelle furono le sue ultime parole.

"Sono stanca, oggi non mangio".

Da allora non si era più mossa dal letto, ed io sono rimasto sin da quel momento nella stessa stanza, per terra aspettando il suo risveglio.

Ma non era mai successo.

Lei non si era svegliata e mai si sveglierà.

Mi aveva lasciato.

Ad un tratto, la porta della stanza si aprì, dietro ad essa c'era un uomo con un cappello, abbastanza alto.

Entrò posando una sua valigia scrutando lo sguardo di mia madre.

Sembrava conoscerla, lo dedussi da una sua frase.

"Ti sei fatta più magra vedo"

Io gli risposi che era morta, fu allora che si accorse anche della mia presenza rivelando così di chiamarsi Kenny.

Kenny:E tu come ti chiami?

Mi chiese lui poco dopo, sedendosi a terra.

"Levi, Levi e basta"

Risposi io con tono basso e privo di qualsiasi emozione.

Kenny:Levi e basta eh? Ma si, infondo che senso ha usare anche il cognome..

Fu la sua risposta.

Dopo quella piccola conversazione, l'uomo mi invitò ad alzarmi dal pavimento cigolante portandomi con se verso l'uscita della casa.

Non uscivo di casa da parecchio tempo, anzi, in realtà credo di essere stato poco e niente fuori da quella catapecchia colma di polvere e priva di vita.

Mi portò in un bar dove poi ordinò da mangiare, ora che ci penso, erano passate settimane da quando non toccavo cibo.

Iniziai a mangiare le brioche che erano sopra al mio piatto; il dolore che avevo da tanto tempo alla testa iniziava ad alleviarsi.

Mi sentivo leggermente meglio, meno debole.

Nel frattempo, osservai il modo di atteggiarsi di Kenny verso le altre persone, sembrava molto sicuro di se.

Passarono alcuni giorni da quando quell'uomo con il cappello mi portò via da quella casa; ormai avevo iniziato anche io a rispondere alla gente.

Kenny mi regalò un pugnale con il quale potevo difendermi contro quelli che non mi piacevano o che facevano qualcosa contro di me.

Iniziai così a difendermi all'età di otto o nove anni, non avevo idea di quanti anni avessi, non mi ricordavo quando fossi nato precisamente.

Kenny mi rivelò che secondo i suoi calcoli, io dovevo essere nato a Dicembre, magari intorno al venti.

Avrei voluto sapere la data esatta, ma per ora, se sapevo almeno il mese era solo grazie a Kenny, difatti scelsi di essere nato il venticinque avendo semplicemente contato il numero delle lettere del nome di quell'uomo.

Ero diventato ormai abbastanza abile ad usare il pugnale; grazie agli insegnamenti di Kenny ormai sapevo come andare avanti.


Spazio Autrice:

Ciaoo, come state?
Spero che vi farà piacere leggere questi capitoli riguardanti Levi^^
Onestamente io tengo molto alla sua storia, cercherò infatti di renderla il più credibile possibile, specie se aggiungerò io stessa qualcosa di mia pura fantasia!

Vi avviso che i capitolo saranno leggermente più corti, ma almeno aggiorno molto spesso!

Levi Ackerman | No regrets.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora