Human.

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“Cosa sta succedendo?” Continuavo a chiedermi mentre attraversavo quel lungo viale.

Pensavo di essere ancora in coma.

Magari tutto quello era soltanto una specie di incubo e più tardi mi sarei svegliato con la ricca colazione offerta dall'hotel dove alloggiavo.

Invece no.

Era tutto fottutamente reale.

Le strade erano vuote, mi stavo chiedendo dove fossero finiti tutti.

La maggior parte delle case erano state forzate dalla finestra o dalla porta, potevo vedere lo stesso tipo di persone che all'ospedale mi stavano uccidendo morte, a terra.

Continuai a camminare dritto su quella strada, che mi avrebbe comunque portato da qualche parte.

Ogni tanto mi nascondevo da loro dietro a qualche macchina sporca, penso non più funzionante da un pezzo.

Iniziai a farmi le prime vere domande:

Da quanto tempo ero in ospedale?

Perchè ero lì?

Chi erano quelle persone?

Non trovavo nessuna risposta razionale, perció decisi di provare a ignorare i miei dubbi e a convincermi che era solo un sogno.

Improvvisamente trovai davanti a me una distesa di cadaveri.

Dovevo assolutamente passare da lì, ma avevo paura.

Entrai lentamente in quel campo pieno di morti, con fori sulla testa. Erano stati uccisi da armi da fuoco.

Quale mostro avrebbe potuto fare una cosa simile? E soprattutto, perchè?

Mi sentivo osservato, così aumentai il passo.

-Muori, brutto figlio di puttana- sibiló una voce bassa e minacciosa dietro di me.

Mi girai.

Avevo una pistola puntata alla testa, un tizio con la mano sul grilletto stava per premerlo.

Il colpo arrivò, e fu dolorosissimo.

Le mie orecchie fischiavano, non sentivo più niente.

Non era solo.

Un'altra persona l'aveva spinto buttandolo a terra, evitando così la mia morte.

Il dolore alla spalla era così forte che svenni.

***

-Oh guarda, si sta svegliando!-

-Bene.- Rispose seccato l'altro.

Ero sdraiato su un divano, con una coperta tutta sporca, in una casa altrettanto lurida e disordinata.

Davanti a me c'era la porta, sbarrata da assi di legno.

-Forza, tirati su!-

Un tizio mi porse le mano, la presi e mi sollevai.

-Prendi, mangia. So che non è tanto ma è l'ultima che mi è rimasta.-

Iniziai a mangiari un pezzo della tavoletta di cioccolata appena datami da lui.

Lo osservai.

Era molto magro, con una felpa nera e dei jeans chiari.

Aveva una voce dolcissima, ogni volta che la sentivo mi scioglievo del tutto.

Occhi blu mare e capelli biondi.

-Io sono Niall.- Mi porse gentilmente la mano.

Ricambiai. -Io invece sono Harry, piacere.-

-Mio fratello stava per spararti, ma io lo sapevo che non eri un vagante.-

-Un vagante?-

-Sì, noi li chiamiamo così gli zombie.-

Cosa?

Zombie?

-Cosa stai dicendo, Niall?-

-Non sai niente, vero?- Disse l'altro mentre entrava dalla porta.

Occhi scuri, capelli castani e scombinati e della barba.

-Tu sei il pezzo di merda che mi ha quasi ucciso!- Mi scagliai contro il tizio che neanche conoscevo, con tutta la mia forza, ma venni respinto subito con un calcio.

-Liam, stai calmo, dannazione!-

-Okay, okay, ma voglio che se ne vada subito da casa nostra.- Urlò al fratello mentre guardava me.

-Non possiamo, non si è ancora ripreso.- Niall cercava di convincerlo.

Il silenzio diventò improvvisamente padrone della casa.

Liam si avvicinò a me, la sua faccia a pochi centimetri dalla mia -Appena lo stronzo starà bene, uscirà da questa casa a calci in culo.- Poi guardò Niall ed uscì dalla finestra.

-Gli passerà, stai tranquillo.-

-Non voglio essere d'intralcio a nessuno, me ne vado adesso.- Mi alzai, ma una fitta alla gamba mi fece cadere.

-No, no, no, non ci siamo proprio.- Mi mise sul letto e iniziò a visitarmi la gamba – vediamo cosa abbiamo qui.-

Ci fu un imbarazzante silenzio ma poi – Ti hanno sparato, eh? Anche alla spalla vedo. Quando è successo?-

-Non lo so.-

-Non lo sai?- Niall fece una smorfia.

-Mi sono svegliato due ore fa in un ospedale pieno di pazienti che mi volevano.. - esitai un momento- .. mangiare.-

-Mi stai dicendo che non sai niente? Bevi questo e dormi, ne hai bisogno.-

Bevvi il the caldo e mi addormentai.

Welcome to the new ageDove le storie prendono vita. Scoprilo ora