Capitolo 10☆

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- Dedicato a mia sorella, Nikita -

La voce di Legolas mi preoccupava, avevo paura, volevo sapere ma avevo paura.  Tutto questo era strano, l'isola, Legolas, la sabbia dorata, la foresta. Tutto.

Prima che Legolas potesse parlare pensai a mia mamma e a mia sorella, si staranno preoccupando? Non ero tornata a casa e il telefono non prendeva.

"Cos'hai? ".. chiese Legolas guardandomi preoccupato.

"Dovrei tornare a casa, mia mamma si starà preoccupando" dissi, abbassando il volto.

"Cassie hai 18 anni, puoi stare dove vuoi" alzai il viso e lo guardai "non preoccuparti, tornerai" disse infine sorridendo.

Mi alzai dal letto e lo abbracciai, il suo odore era buonissimo, sapeva di menta.

"Cosa dovevi dirmi?" Domandai,  staccandomi da lui.

"Cassie.. quello che ti starò per dire è contro la legge" disse, sospirando " e non potrebbe piacerti".

*legolas povs*

Il suo sguardo era sul mio, i nostri occhi si fissavano, Cassie era in ansia, non faceva altro che torturarsi le mani. La capivo, non era una cosa da tutti i giorni questa. 

  "Dimmi tutto per favore" la sua voce era consumata dall ansia.

"Cassie, ti ricordi quando ti dissi che ti stavo osservando? " annui "bene, è la verità, non sono un maniaco o uno stalker, ma sono un Guardiano dell'Oceano di Golden sands." Era confusa.

"Golden cosa?" Fece un respiro profondo "non sto capendo niente, perché mi stai osservando? Dove cazzo sono?" Domandò, il suo tono di voce era leggermente alzato e delle lacrime rigavano il suo volto.

"Cassie calmati, sapevo che avresti reagito così ma cazzo, ascoltami" dissi esausto.

I suoi occhi si rilassarono e cessarono di versare lacrime. "Io devo osservarti, mi è stata assegnata questa missione , e devo rispettarla"

"Perché me lo stai dicendo?" Chiese confusa.

"Perché volevo dirtelo, non voglio che stia male, hai già sofferto per tuo padre" dissi.

"Come conoscevi mio padre?" La sua voce suonava come un sussuro.

"Perché Rob Drake faceva parte di questo mondo". Dissi con gli occhi fissi sui suoi.

*Cassie povs*

Mio padre, il mio amato papà, il mio eroe. Mi aveva lasciata due anni fa.ma il dolore, al suo pensiero, era  sempre lo stesso.

A quelle parole i miei occhi minacciavano lacrime, come faceva mio padre ad essere di questo mondo?  Era impossibile, lui era come noi..come me.

"No impossibile" dissi,con le lacrime agli occhi "lui è morto, lasciatelo in pace" urlai, abbandonandomi alle lacrime e abbandonandomi a me stessa.

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