Capitolo 15

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Sapevo che Mattia sarebbe potuto restare ancora un po' nel nostro mondo, ma Sammil è un tipo che va dritto al punto e non credo che gli andasse di aspettare. Chissà se le anime gli avessero mai chiesto di restare nel mondo terreno.

Ecco un'altra domanda che non aveva risposta.

In ogni caso, la mia vendetta era stata rimandata per troppo tempo, se Vanessa sarebbe dovuta morire per forza, allora avrei dovuto fare qualcosa. Come mi ero ripromessa, per prima cosa dovevo farla lasciare. Avevo già qualche idea.
Raggiunsi in poco tempo la sua abitazione e dopo averla spiata per un po', aspettai che sbloccasse il telefono per vedere il suo codice.

Il codice era 1265, perfetto!

Entrai nel suo corpo e non ci misi molto a scrivere ad uno dei suoi amici su instagram. Uno di loro dalle storie era già in giro e chiesi se lo potessi raggiungere.
Mi vestii nella maniera più provocante e veloce possibile. Avevo una minigonna di pelle, un top a maniche lunghe che lasciasse ben visibile la scollatura del seno e dei stivali scamosciati che arrivavano poco sopra le ginocchia.
Presi una pochette nera per il telefono e mi incamminati per raggiungere l'amico di Vanessa.
«Hey bellezza! Ci siamo messi proprio in tiro oggi, a cosa devo questo onore?» disse il ragazzo.

Inutile dire che era un gran figo.

«Mi serve il tuo aiuto.»
«Sono qui tutt'orecchie per te allora.»
«Ti ho mai parlato del mio ragazzo?»
«Sì, me lo hai anche presentato.»
«Si è comportato da stronzo con me stronzo e gliela devo far pagare.»
«Cosa vuoi che faccia dolcezza?»
«Voglio che mi faccia una foto.»
«Va bene.»
«Mentre ci baciamo.»
Il ragazzo sembrò assente per qualche secondo, ma alla fine accettò.
La postai immediatamente tra le storie e misi il tag del ormai-quasi ex di Vanessa con una frase.
Mi scrisse subito chiedendomi cosa diavolo stessi facendo e dopo risposte varie ha smesso di rispondere lasciandomi in visualizzato, come giusto che sia.
Dopo di che cancellai tutte le mie tracce per far apparire Vanessa come una pazza bipolare (feci la stessa scena due o tre volte; io che lo insultavo e la vera Vanessa che si scusava non sapendo cosa gli stesse succedendo).

Good job Stef, mission number one completed.

Ci vollero tre giorni interi per far sì che Vanessa e il suo fidanzato si lasciassero del tutto. Il tocco di classe fu bruciare la macchina del padre di lui.

«Quindi è finita tra loro?»
«Esattamente.»
«Non credi di aver esagerato con la macchina.»
«Pff, su via!»

Adoravo quel faccino in lacrime di Vanessa, finalmente era riuscita a provare quella sensazione che per anni era stata parte di me.
Non era finita per lei, questo era certo.

Con il passare del tempo Vanessa andò da uno psicologo, i suoi volevano che ci andasse per i recenti avvenimenti, e inoltre dovevano risarcire i danni del ex di lei. Vanessa non se la stava passando bene, lo ammetto, ma divertirmi a fare scherzetti a lei era diventato in poco tempo un hobby mio e di Sammil. Quando aveva tempo mi raggiungeva e facevamo qualcosa insieme, da qualche tempo eravamo diventati molto intimi riguardo tutto. Sammil mi aveva raccontato molte cose di sé, del mondo dov'ero e delle creature demoniache e angeliche.

Una delle cose che mi aveva colpito di più era la nascita delle anime. Sammil affermò che quando il feto nella donna si è ben sviluppato, veniva rilasciata dalla madre una potente energia e grazie agli angeli creata l'anima.
I compiti degli angeli erano molti: gli angeli che accompagnano le anime, i sectatores (di cui sono compresi anche pochi demoni e angeli-demoni come Sammil), i viatores, ovvero i viaggiatori o viandanti (che sono gli angeli più forti e valorosi, gli unici a permettersi di oltrepassare tutte le porte dei tre regni: paradiso, purgatorio, inferno) e sono in sostanza dei messaggeri, gli animatores (creatori di anime), i tirones che però sono le reclute che non hanno ancora un compito e i custodes che sorvegliano gli umani.

Ce ne erano altri, ma non ero ancora riuscita a memorizzarli.

«Se tu avessi potuto scegliere il tuo compito, cosa avresti voluto fare?»
«A esser onesti non lo so, i viatores secondo me hanno le palle piene di tutta la strada che fanno ogni giorno, mentre per gli altri compiti non ce n'è nessuno che faccia al caso mio.»
«Ma i custodes avranno molto più contatto con gli uomini, non preferiresti essere uno di loro? Avevi detto che avresti voluto avere più contatto con gli umani...»
«No, preferisco essere quel che sono allora. Loro sorvegliano le anime, raccolgono le loro preghiere e conteggiano i peccati. Non hanno contatto con gli umani in maniera vera e propria.»
«Anch'io avevo un custodes?»
«Ovvio, ma se mai vorrai tornare su, conteggierà anche le ultime cose che hai fatto.»
«I peccati non sono solo per i viventi?»
«La questione è complicata, non posso dirti tutto.»
«Me lo dirai più avanti allora.»
«Lo farò, promesso.»
«Sai il suo nome?»
«Certo, lo conosco, è uno dei migliori, ed è stato assegnato a te perché eri un'anima speciale.»
«Cos'ho di tanto speciale, ancora non l'ho capito.»
«Sei un anima viva in un mondo di morti, non ti ricordi che lo avevo anche accennato la prima volta che ci siamo visti?»
«Lo ricordo, ma questo che significa?»
«Che sei unica nel tuo genere. Potresti dare la vita ad un essere immortale.»
«Ma perché io?»
«Altra questione complicata.»
«Dai dimmelo.»
«Non posso, dico sul serio.»
Taqui per un paio di secondi, dovevo riflettere su cosa dire.
«È per questo motivo che sei restato con me? Speravi che l'essere immortale a cui potessi dare vita fossi tu?»
«Non spero di essere io, tra tutti gli angeli e demoni perché io? Sono uguale a tutti gli altri.»
«Non sei uguale agli altri.»
«Non sono l'unico angelo-demone esistente, e chi è uguale a me ha le stesse convinzioni: sesso per sentirsi umani e disperato desiderio di esserlo. Infelici di essere invisibili, nulla di più.»

Avevo ancora più domande ora, perché Sammil era ostinato a non farmi sapere nulla?... aspetta, ora che ci pensavo, il nome del mio custodes non me lo aveva ancora detto. Odiavo quando riusciva svicolare le mie domande.

Non avevo nient'altro da dire, più che altro mi sentivo triste e non volevo nessuno.
«Non andartene» disse Sammil prima che scomparsi dal nulla.
Sapevo che non mi avrebbe seguita per un po' anche se ne aveva il potere.
C'erano ancora molte cose che non capivo: perché Sammil aveva gli occhi blu di tanto in tanto? Perché era così riservato anche per le cose più semplici? Perché avevo il potere di far diventare qualcuno vivo?
Non sapevo neanche se quello che provassi per Sammil fosse reale, d'altronde potrà aver finto di amarmi per ottenere ciò che voleva. Era veramente onesto come credevo? Sammil è parte demone e i demoni non sono esseri gentili e umili.
Una parte di me avrebbe voluto farlo diventare umano, era quello che desiderava, ma non posso ricompensare i disonesti.

Sempre che lo sia stato...

Passarono due giorni prima che Sammil decise di cercarmi. Credo mi avesse lasciato del tempo per pensare riguardo i vari avvenimenti.

«So che infondo mi odi perché pensi che ti stia solo usando» disse Sammil da dietro di me.
«È esattamente quello che penso.»
«Non potrei mai mentire a chi amo.»
«Tu non mi ami, vuoi solo che ti faccia diventare umano.»
«Pensa ciò che vuoi ma non potresti trasformarmi in ogni caso» disse lui avvicinandosi sempre di più a me.
«Perché no? Non sei rimasto per questo?»
«I miei occhi blu non sono una casualità Stef.»
«Dimmi il perché, non te la cavare svicolando le mie domande.»
Lui sospirò e sorrise.
«Di cos'hai tanta paura dei tuoi occhi blu che non vuoi dirmi?»
«Molte cose. Pensi che non ti dica la verità, ma è esattamente l'opposto, non ti ho mai mentito. Ti dirò il significato dei miei occhi blu solo se smetterai di pensare male di me.»
Non avevo altra scelta che accettare.

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