Capitolo 11

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Sammil aprì di nuovo il portale.
Il sole era calato e la poca luce rimasta lasciò spazio al buio della notte. Le stelle iniziarono a comparire piano piano, con le luci della città non si sarebbero viste, ma dove eravamo ora si potevano vedere perfettamente tutte le costellazioni sulla volta celeste. C'era l'erba accanto a noi e un albero. Eravamo in cima ad una collina.
«Prima mi hai chiesto come saresti potuta diventare più leggera... hai un solo modo per farlo, scaricare i tuoi peccati su qualcun'altro. Se vuoi te lo insegno.»
«Sì, insegnamelo.»

Tanto sapevo benissimo su chi scaricare tutti questi peccati... o forse non sarei stata così tanto crudele da scaricarli a lei. Un assassino, stupratore di prima categoria sarebbero stati perfetti. Un peccato o due in più non sarebbero stati nulla a delle persone già di merda.

«Prima di tutto tolgo l'incantesimo che ti ho fatto» disse facendomi tornare come prima.
Mi ricordavo meno sporca, ma almemo ora i miei capelli castani tornarono perfettamente al suo stato originario.
«Prima di iniziare ho una domanda.»
«Spara» disse lui.
«Qual è il tuo standard di ragazza? Sia fisicamente che interiormente.»
«Be' è complicato. Le ragazze sono tutte diverse, come i ragazzi. Nonostante le differenze, ci sono punti in comune ovviamente. La mia ragazza ideale deve essere uno spirito libero, una che ti fa guardare il mondo con occhi diversi e che dica "cazzo quanto è bello il tramonto" per poi baciarti. Non deve essere sempre d'accordo con quello che dico, non voglio una sottona. Amante del sesso come me, senza esagerare ovviamente, seria se necessario, insomma quel tipo di persona con cui sarei veramente felice di trascorre la mia eternità, senza nulla di monotono. Odio le cose che si ripetono, voglio veramente vivere con questa persona l'eternità in un modo speciale.»
«E di fisico?»
«Sinceramente mi piacciono sia le ragazze formose che magre... deve avere un bel culo e occhi che nascondono mille parole.»
«Occhi che nascondono mille parole?»
«Sì, quel tipo di sguardo di cui non puoi fare a meno, del tipo misterioso. Mi piacciono anche le labbra carnose... sono perfette per dei lavoretti lì giù.»
«Sono molte cose. Hai mai trovato qualcuno di così?»
«No, ho standard troppo alti. Per ora solo sveltine, nulla di serio con nessuna. Ovviamente se inizio qualcosa di serio mi ci impegno, non voglio darti strane impressioni. Ci tengo ai sentimenti delle persone che mi circondano, se avessi una ragazza cercherei di non ferirla.»
«Non la tradiresti mai mai?»
«No, cosa ti salta in mente? Se trovassi la persona che rispecchia la mia ragazza ideale, me la terrei stretta non credi?»
«Ti seguo perfettamente. La vorresti angelo o demone?»
«Sono due estremi completamente diversi Stef, le ragazze angelo sono troppo religiose, non farebbero nulla di nulla... quasi castità hai presente? I ragazzi angelo sono lo stesso, mentre le diavolette... be' che dire, sono troppo cattive e crudeli. Non hanno pensieri profondi e si soffermano solo sul lato superficiale delle cose, lo stesso per le ragazze angelo.»
«Quindi le anime sono perfette per te?»
«Esatto. L'altra volta quando mi hai visto con una ragazza... lei era un'anima. Come mai queste domande?»

Ehm...

«Vorrei conoscerti meglio tutto qui.»
«Farò meglio a non affezionarmi a te, il mondo potrebbe crollarmi addosso se ti succedesse qualcosa.»
«Cosa vuoi fare per risolvere questo problema?» chiesi ridendo.
«Non posso risolverlo, semplice. Non posso non affezionarmi a te se l'ho già fatto.»
«Vale lo stesso per me.»
«So che non ci conosciamo da molto tempo, ma spero che possiamo andare d'accordo.»
«Lo spero anche io.»
«Comunque bando le ciance, iniziamo» disse sfregandosi le mani. «Per prima cosa devi incanalare la tua energia in un punto solo del corpo. Concentrati sui peccati e immaginali tutti raggruppati.»
Cercai di fare quel che Sammil mi aveva detto, inizialmente con risultati fallimentari. Dopo un paio di ore riuscii finalmente ad ottenere dei piccoli traguardi.
Incanalai tutto lo sporco della mia anima al centro del mio corpo, ovvero poco sotto il seno. Sentivo in me una strana sensazione mano mano che i peccati venivano raggruppati in un singolo posto. Era tutto nero, senza neanche un picccolo punto di luce, come se avessi avuto una grossa cintura.
«Falli uscire dal tuo corpo.»
Così feci. Quel che venne fuori sembrava una palla di pelo grande quanto una palla da basket.
Rimase sospesa, e nel frattempo che questa palla fosse sotto controllo feci un'altra domanda a Sammil.
«Se funziona così, allora quasi tutte le anime sarebbero in paradiso se trasferissero i loro peccati su qualcun'altro.»
«No, solo gli angeli e altre creature sotto il comando del mio capo possono farlo, dybbuk come te per esempio.»
«Quindi tu no?»
«Io posso farlo, ma non mi sarei permesso di toglierteli e mandarli a qualcun'altro.»
«Ora con questa palla che si fa? Ti va di giocare a volley ball?» chiesi ridendo.
«Non sottovalutare questa magia, è più pericolosa di quanto immagini.»
«Ora come faccio a trasferirla?»
«Devi immaginare il tuo destinatario o se vuoi essere più generica e mandarlo ad una persona che non conosci, ipotesi che escluderei, immagina come deve essere questa persona.»
La palla piano piano scomparve.

Da questo momento un volo su Sammil lo avrei potuto fare, sono sicura che avrebbe accettato se glielo avessi chiesto.

Sammil si sedette e tornò ovviamente alla sua figura da demone con ali da angelo.
«Siediti accanto a me.»
Mi sedetti e lui prontamente mi comprì con la sua ala.
«So che alle anime non sentono freddo perché è solo una cosa da umani, ma volevo averti più vicino a me...» disse guardandomi negli occhi.
Non sapevo resistere e di colpo lo baciai.

Sembrava spiazzato, come se non sapesse cosa fare. Non era la prima volta che si ritrovava in questa situazione eppure sembrava che fosse qualcosa di nuovo.

Percepivo che aveva un buon profumo e ogni centimetro del suo corpo accanto al mio mi faceva sentire bene.
Le mie labbra non erano né calde né fredde sulle sue. Sono sicura che se fossimo stati umani in quel momento, sarebbero state ardenti di passione.

In questo mondo non si percepiva la temperatura, non ci avevo fatto molto caso prima.

Essere un'anima era strano, non senti nulla e solo percepisci sensazioni. Niente di noi era carne. Ora capivo perché Sammil tanto desiderava di vivere nel mondo terreno.

La carne ti dà quella bella sensazione di calore, profumo dell'altro e respiro leggero quando ti baciano sul collo, per non parlare della saliva che sfiora i punti più delicati.
Niente adrenalina, niente ormoni di alcun tipo, molti direbbero che non sono necessari magari, ma no... non hai quel desiderio dell'altro che ti manda alle stelle, come se dovessi andarli a creare e spingere te stessa a volere una persona.

Troppo difficile da spiegare persino a me stessa.

4D classe scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora