Capitolo 1

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Mi chiamavo Stephanie, vivevo in Italia e frequentavo il quarto anno al liceo scentifico Avondale.

La mia classe si trovava in fondo ad un corridoio al secondo piano, proprio davanti alla 3C.

Passai il badge all'entrata, ma non appena varcata la soglia della porta d'ingresso, sentii una presenza dietro di me. C'era qualcuno e quel qualcuno era Vanessa, una mia compagna di classe.
Per non si sa quale motivo, mi ha sempre odiata. Sin dal primo giorno, ho subito notato l'atteggiamento da viziata e persona superficiale che è, non le importava di niente e di nessuno a parte di se stessa.
Mi aveva preso di mira solo dopo il secondo semestre... io ero chiusa con il mondo, forse le sembravo asociale e sociopatica.
«Ehi troietta, neanche oggi hai risparmiato i tuoi capelli da un'acconciatura di merda eh?»
Non risposi ed abbassai lo sguardo togliendomi una ciocca di capelli dal viso, non sapevo come reagire o cosa fare.
Ci avevo preso l'abitudine ad essere ferita da quella streghetta malvagia.
Ogni volta mi faceva più male della precedente e l'ottimismo non era il mio forte, come il sperare che un giorno l'avrebbe smessa.

Tutto era sbagliato in un mondo pieno di errori.
Sapevo da tempo che me ne sarei dovuta andare.

I mesi passarono, si era fatto freddo ed era il momento dell'anno che preferivo. L'inverno.
Cosa si pensa di solito di questa stagione?
Facciamo un elenco: freddo, cioccolata calda con un bel film, magari con il proprio ragazzo, neve e il Natale ovviamente.

Per me invece era diverso, potevo indossare maglioni e felpe, che avrebbero coperto le ferite sui polsi.
L'autolesionismo mi faceva sentire un po' meglio di tanto in tanto, anche se sapevo che  mi faceva anche male. Dovevo darci un taglio.

Capita la battuta?

Magari la soluzione migliore sarebbe stata chiedere aiuto ad un adulto o andare da uno psicologo.
Pff stronzate, mi avrebbero mandato in un centro recupero o quelle cose merdose dei grandi. Inoltre, io una scelta l'avevo ben chiara nella mia mente.

Decisi di farlo. Volevo suicidarmi.
Non ne potevo più di quella vita di merda.
Avevo una pessima reputazione in quella scuola e non avevo più autostima per me stessa.
Tutti sapevano.

Una volta al primo anno avevo un ragazzo che era dolce e gentile con me, ma arrivò il giorno in cui iniziò a fare lo stronzo chiedendomi certe cose, come quella delle foto-hot. Io da stupida gliele mandai, credendo non ci fosse nulla di male. D'altronde era il mio ragazzo, no?

Sbagliato

Visualizzò senza rispondere e il giorno dopo la foto era stata condivisa più volte da alcuni amici del mio ragazzo ed passata per qualche gruppo WhatsApp di ragazze.
Alcuni si dimenticarono, ma le cose dopo iniziarono a peggiorare e proprio per questo ogni tanto mi facevo qualche canna o fumavo.

3 Febbraio ore 13:05
Arrivai all'ultimo piano, proprio sul tetto della scuola.
Alcuni si erano accorti  di me e chiamarono gli altri per guardare.

Non volevo pensare alle loro facce.

Mi buttai di sotto, tutto si fece sempre più buio e la luce pian piano scomparve dai miei occhi.
I colori che per anni avevo visto scomparvero e una parte di me andò via.

Lasciai una lettera sotto il mio cuscino, così i miei se ne sarebbero accorti prima o poi, forse era un posto sicuro nel caso in cui avessi avuto inconvenienti.

Vi dico addio. Mamma, papà siete stati ottimi genitori per me, ma non è colpa vostra se mi sono fatta questo.

Non mi sono mai sentita parte di questo mondo, forse ora ne troverò un altro che fa al caso mio.

 
~Stephanie

4D classe scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora