Capitolo 14

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Feci un ultimo tentativo e finalmente riuscii a teletrasportarmi.
Ora avevo la scuola davanti a me, erano le dieci di mattina, tra un paio d'ore gli studenti sarebbero usciti. Avevo tanta voglia di farmi un altro giretto nella mia classe e vedere com'era la situazione.
«Ragazzi, ci sono arrivate ora delle comunicazioni riguardo De Luca, lui non verrà più a scuola... il funerale si terrà giovedì» disse la professoressa di filosofia in maniera breve e concisa.
La classe era sconvolta tanto un'amica di Vanessa chiese di uscire un attimo dalla classe.
A quanto pare era morto la sera prima, la professoressa non disse molto riguardo la causa poiché sconvolta anche lei nel profondo.
Mattia era una di quelle brave persone che onestamente non si meritava di morire, non aveva fatto nulla, anzi evitava sempre di fare gruppetto con gli altri ragazzi, che definiva solo come amici tossici.
Mi chiedevo dove fosse, avrei voluto vederlo e parlargli.

Magari non del casino che avevo fatto ovviamente.

Mattia era un vecchio amico del mio ex e per questo motivo mi ricordavo più o meno dove vivesse.
Dopo che le mie foto vennero pubblicate sulla pagina della scuola, Mattia è stata l'unica persona che mi ha difeso, ha chiuso la sua amicizia con il mio ex e ha chiesto agli amministratori della pagina di togliere quelle foto scusandosi pubblicamente.
Gli amministratori della pagina della scuola sono sempre stati anonimi, nessuno conosce le loro identità, tranne in rarissime eccezioni, in questo caso: Mattia, il mio ex, Vanessa e altri due ragazzi.
Le storie nonostante le avessi segnalate rimasero visibili ancora per un bel po' di tempo fin quando non vennero cancellate manualmente.

Ecco cazzo! Mattia era una brava persona.

Mentre pensavo a questi eventi passati ero arrivata a casa sua teletrasportarmi. Lo vidi e cercai di chiamarlo.
«Mattì!»
Lui mi guardò in maniera strana per qualche istante prima di rispondermi.
«Sono morto, no?» disse lui freddo.
«Sì purtroppo, ma non ti preoccupare, ti spiegherò tutto, anch'io mi sono sentita spaesata come te quando sono morta» dissi prendendogli il polso. Lui lasciò la presa e iniziò ad urlarmi un po' contro. Aveva paura che fosse stata colpa mia riguardo la sua morte. Onestamente però, lui non era neanche lontanamente nei pressi della mia lunga lista nera di persone da odiare. Non lo odiavo, mi stava simpatico in fondo.
«Odiavi tutti in quella classe, avresti dovuto sopportarli un altro anno quei bastardi babbei teste di rapa!»
«Avevo altri problemi oltre alla scuola, non darli per scontato.»
«Posso immaginare, comunque scusa se prima ti ho urlato contro, so che non è stata colpa tua, né mia se per questo.»
«Non ti preoccupare» dissi senza aggiungere altro.
«In ogni caso, ora che sono morto non credo che abbia più importanza, ma io ti avrei chiesto di uscire sai? Non l'ho mai fatto perché le circostanze erano strane, tu e il tuo ex con me di mezzo, e sai, la classe...»

Davvero??? Non pensavo che gli sarei potuta interessare. Per il fatto della classe aveva ragione. Una delle prime regole al liceo secondo me è: mai innamorarsi di uno/a di classe.

Perché? Be' semplice, se poi ti lasci, rivedrai ogni giorno quella persona che per te prima era importante e non potrai fare nulla per impedirlo (se non cambiare scuola o classe come ultima ipotesi).
Ora che sapevo, mi dispiaceva non averlo capito, anche se non credo che io gli avrei chiesto di vederci nel pomeriggio. Per fare cosa poi? Sarebbe stato molto imbarazzante.

Ok magari mi stavo facendo troppi filmini mentali, siamo sicuri che intendesse uscita del tipo appuntamento?

«Per uscire intendi uscita del tipo uscita per parlare o quell'altro tipo di uscita?»
«Quell'altro tipo di uscita.»
Rimasi in silenzio per un paio di secondi perché mille pensieri affondarono nella mia mente.
«Avrei accettato molto sicuramente.»

Avevo seriamente risposto in quel modo? Che stupida e patetica risposta.

«Be' possiamo rimediare ora se ti va» disse lui con un sorrisetto.

Ero nella merda diciamocelo chiaramente.

«Non possiamo, tu verrai presto portato in paradiso, purgatorio o inferno. Io invece dovrò stare sulla terra per l'eternità. Non ci incontreremo mai più.»
Questa era la triste verità. Prima o poi si sarebbe dimenticato di me.
«Perché devi restare qui e non puoi venire con me?»

Cazzo come glielo spiego!

«Poco dopo la morte ho fatto un patto col diavolo che non posso sciogliere al momento, è difficile da spiegare, non mi chiedere di cosa si tratti.»
«Non lo farò, ma mi piacerebbe saperlo.»
«Ehilà Sam is here!» disse ad un tratto Sammil comparendo dal nulla.
«Dovresti smetterla di fare così tutte le volte!»
«Cosa ci posso fare stellina.»

Scusatemi? Da quando siamo passati da "Stef" a "stellina"?

«Vi conoscete? Tu chi sei?»
«Mi chiamo Sammil, sono un angelo demone in sostanza.»
«Bella bro, che figata!»
«Se si può dire così... comunque, ti devo portare su.»
«È quello che mi hai detto tu Stef?» disse Mattia guardandomi negli occhi.
«Sì, è meglio che ci salutiamo allora.»
«Non posso restare con lei un altro po'?»
«No mi spiace» disse Sammil scocciato.
«Ok va bene. Allora ciao Stef, mi ha fatto piacere vederti» disse lui abbracciandomi.
«Addio Mattia» dissi mentre lo stavo abbracciando.
Sammil e Mattia scomparirono in una nuvola di polvere e rimasi sola a pensare.

Cavolo, mi dispiaceva! Era come se mi avessero dato un pugno allo stomaco. Mi dispiaceva sia che Mattia fosse morto sia il fatto che non lo avrei più rivisto in tutta la mia eternità.

Continuavo a ripetermi che non fosse colpa mia per il fatto che prima o poi avrei rivisto buona parte dei miei compagni, d'altronde era così, no? Sammil aveva detto che avrebbe fatto tutto il suo capo e che non avevo il potere di uccidere, ma se invece lo avesse detto per tranquillizzarmi?
Magari l'incantesimo che avevo fatto era per ucciderli sin dal principio e lui  non conoscendomi mi ha imbrogliata, mentre ora che le cose erano diverse, sicuramente avrà pensato che mi sarei arrabbiata con lui se lo avessi scoperto.

Sempre se le cose fossero state in quella maniera...
In ogni caso non potevo farci nulla, sarebbero morti e non potevo impedirlo, neanche Sammil poteva.

4D classe scomparsaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora